ITALIANO ENGLISH
HOMEPAGE > > Breve storia di Indian Wells.

04/03/2012 21:33 CEST - Storie di tennis

Breve storia
di Indian Wells

TENNIS - Piccola grande storia del primo “mille” della stagione, attraverso le vicende ed i protagonisti che lo hanno portato ad essere oggi un grande torneo. Le prime edizioni a Tucson, Noah che interrompe le 44 vittorie di fila di Lendl nel 1982, la maratona tra Sampras e Korda nel '94, la formula "combined" e il nuovo stadio che segnano gli anni Duemila. Luca Pasta

| | condividi

Se si dice Indian Wells oggi, nel tennis, a cosa si pensa? Ad un grande torneo, ad un immenso centrale da 16100 posti, agli uomini ed alle donne che si alternano sui campi, al sole del deserto californiano, al caldo forte ma asciutto, al rosso dei tramonti dietro le palme, alle selvagge e rocciose montagne in lontananza, a quelle serate in cui un’aria decisamente più fredda prende il posto della limpida calura diurna.

Ma la vicenda che ha portato questo torneo ad essere quello che è oggi, ai suoi 350.000 spettatori dell’edizione 2011, è molto interessante ed è anche una piccola ma significativa parte di storia del tennis americano.

Il torneo, che per molti anni sarà solo maschile, non iniziò in California, ma nel 1974 a Tucson, Arizona, ed anche se era una piccola manifestazione, le vittorie di Newcombe su Ashe e di Alexander su Nastase fecero capire quale avrebbe potuto diventarne il prestigio. Fu nel 1976 che giunse nel sud della California, al Mission Hills Country Club nella Coachella Valley. Furono gli anni di Palm Springs, anni in cui cominciarono ad impazzare i giocatori americani, allora tra gli attori principali del circuito e non comparse (con qualche eccezione) come oggi. Il torneo vide susseguirsi la furia di un Connors ormai nel pieno, l’affidabilità di Brian Gottfried, e soprattutto il servizio esplosivo di Roscoe Tanner, vincitore nel 1978 nell’ultima edizione di Palm Springs e nel 1979 nella prima di Rancho Mirage, sempre in California, ove si giocò anche nel 1980 quando il torneo non si concluse per la pioggia.

La California corse il rischio di perdere il torneo, si parlò di un possibile trasferimento torneo vicino a Disney World in Florida, ma l’ex numero uno americano Charlie Pasarell prese definitivamente in mano le redini della manifestazione scongiurando tale eventualità. Pasarell ebbe la geniale idea di indurre i proprietari del La Quinta Hotel, nella Coachella Valley, di costruire impianti di tennis degni di un grande evento e divenne direttore del torneo. Fu così che l’evento si spostò al La Quinta Hotel, con un nuovo stadio, teatro per anni di sfide che occupano un posto importante nella storia del tennis.

Nel 1981 il giovane promettente Ivan Lendl perdette la finale contro la belva Connors, una belva alla quale era e sarebbe stato ancora a lungo sottomesso non tanto tecnicamente quanto psicologicamente. Si trattava solo di una tappa di quella progressione che lo portò poi in finale a Roland Garros, dove l’imperatore della terra Borg fu costretto al quinto set. Battuto in seguito anche a Wimbledon addirittura al primo turno e negli ottavi Flushing Meadows, Lendl, dopo la sconfitta negli ottavi di finale degli Us Open 1981, ingranò un’altra marcia, che, incredibile ma vero, gli consenti di arrivare alla finale di La Quinta, il 19-2-1982 senza avere più perso un solo match, con una striscia attiva di 44 incontri, a 2 soli dal record stabilito da Guillermo Vilas alcuni anni prima.

Dalla interessante sintesi, un vero gioiello storico, mandata in onda a suo tempo su Telepiù 2 da Rino Tommasi nella gloriosa trasmissione “Il grande tennis”, si può capire che fu una grande partita. Sotto un sole splendente come di consueto, un Lendl giovane ma già autoritario si trova di fronte una belva, uno straordinario atleta di colore, anch'egli giovane ed in ascesa, capace di balzi felini a rete, dotato di una reattività straordinaria: Yannick Noah.

E' un magnifico confronto di stili, gli straodinari passanti del cecoslovacco e le volée acrobatiche del francese danno luogo ad un grande spettacolo; il primo set è di Lendl, 6-3, ma il secondo è di Yannick, 6-2. Il terzo è una grande battaglia. Sul 2-3, Noah tiene il servizio con un smash incredibile. Le immagini mostrano Lendl scendere a rete più del solito, forse per evitare che sia il suo avversario a farlo. Ivan si porta sul 5-4 con un servizio centrale vincente, ma Noah tiene il suo a zero, 5-5. L'atmosfera sul centrale di La Quinta, gremito, è incandescente, nel sottofondo del commento del grande Rino si ode talvolta quello originale del leggendario Bud Collins che si esalta in occasione dei punti più spettacolari. Yannick a rete sembra impossibile da scavalcare. Uno scambio furibondo,con Lendl che sbaglia l'ultima delle tre volée giocate in sequenza porta Noah sul 15-30; il punto successivo è ancora del francesce che chiude la volée su un incredibile passante di Lendl dietro la schiena.

Uno scambio più tardi, su un recupero in rete, Lendl perde il servizio, 6-5 e servizio Noah. Ma non è finita, con due eccezionali passanti di Ivan, uno di rovescio in corsa e uno di diritto, il francese è sotto 0-30; due errori gravi di Lendl portano però Noah sul 30-30. Ma poco dopo è 30-40 con un altro grande passante di rovescio. Noah annulla con un attacco di dritto in contropiede, con Lendl che cade a terra nel cambio di direzione. Yannick si porta a matchpoint con il serve and volley. Ma è doppio fallo Noah! E poco dopo palla break con passante di dritto in corsa! Ivan però sbaglia due risposte. Secondo matcthpoint. Noah non azzarda il serve and volley, ma scende poco dopo con uno splendido slice di rovescio che non si alza in pratica dal cemento, Lendl non riesce a giocare il passante, Noah esplode di gioia: la serie di Lendl, che durava dal primo di settembre dell'anno precedente si è interrotta. Non solo, ma tra i suoi infiniti titoli, Ivan non potrà mai annoverare quello nel deserto californiano.

Il torneo ormai non si fermò più, la crescita era costante, tanto che il centrale e le strutture di La Quinta potettero resistere solo fino al 1986, con i successi in sequenza di Higueras, Connors, Stefanki (forse il nome meno prestigioso presente nell’albo d’oro) e Nyström.

Grazie sempre all’instancabile azione di Pasarell ed alla sua capacità di coinvolgere i giusti investitori, si trovò il modo di costruire una nuova, splendida struttura, la Grand Hyatt Resort Champions, dotata di un centrale da 10.000 posti, che cominciò ad ospitare il torneo nel 1987, denominato Newsweek Champions Cup, dopo l’accordo che rese la rivista Newsweek il main sponsor dell’evento. Fu Becker a firmare le prime due edizioni nella nuova location, mentre nel 1989 e nel 1990 si giocarono due splendide finali, vinte rispettivamente da “gattone” Mecir in cinque set su Noah, ancora una volta finalista, e da Stefan Edberg su Andrè Agassi che un paio di settimane dopo batterà invece lo svedese al Lipton di Key Byscayne.

Nel 1990 con la riforma del circuito che passa sotto il diretto controllo dell’ATP, Indian Wells diventa una delle tappe principali del ATP Tour, uno di quei tornei in seguito denominati per un periodo “super nine”. Nel 1991 si gioca una delle finali più lottate dell’intera storia del torneo, a vincerla è il Bollettieri boy competitor di Andreino, ovvero Jim Courier che piega solo nel tiebreak del quinto set Guy Forget, quell’anno al massimo delle sue possibilità. Nel 1991 cominciò ufficialmente anche il torneo femminile, con la vittoria di Martina Navratilova, seguita poi fino al 1996 da Seles, Mary Joe Fernandez, Graf ed ancora Mary Joe e Steffi. Tra gli uomini, dal 1992 al 1996 si assistette alla definitiva consacrazione della nuova grande generazione americana, con le vittorie di Chang, ancora Courier, la doppietta di Pete Sampras e bis di Chang. Notevole la finale del 1994, nella quale Sampras piega in cinque set il braccio d’oro di Peter Korda; ecco la parte finale.

Dal 1997 l’evento divenne combined, con l’inserimento del torneo femminile nella categoria Tier I, ed assunse il nome di Newsweek Champions Cup/State Farm Evert Cup. Nel 1997 Chang riportò il suo terzo titolo, seguito nel 1998 dall’effimero ma talentuoso Marcelo Rios e nel 1999 dal bombardiere australiano Philippousis. Dal 1997 l’albo d’oro femminile è stato un perfetto specchio del nuovo che avanzava: ecco “Giunone” Davenport, poi la bimba prodigio Martina Hingis, fino ad arrivare nel 1999 ad una finale storicamente importante e molto bella: di fronte il passato, Steffi Graf, ed il futuro (quello vero, non quello parzialmente illusorio di Hingis), Serena Williams, del tennis femminile mondiale: è un match splendido, che la bambina Serena con tanto di perline bianche nei capelli si aggiudica per 6-3 3-6 7-5, dopo scambi magnifici che mostrano nei due straordinari fondamentali della Williams la continuazione della potenza del dritto di Steffi, quel giorno ancora capace di meraviglie: ecco gli highlights

Nel 2000 l’Indian Wells Tennis Garden viene completato, con il magnifico centrale da 16.100 posti oltre a due due stadi più piccoli. Con i main sponsor La Pacific Life dal 2002 fino al 2008, e poi con BNP Paribas, il torneo è ulteriormente cresciuto, andando ad occupare due settimane e vedendo i tabelloni dei singolari diventare a 96 giocatori/giocatrici. In campo maschile gli anni 2000 si sono aperti con una delle rare vittorie di Alex Corretja lontano dall’amata terra rossa, poi hanno salutato l’unica vittoria di Andrè Agassi, le due affermazioni di Lleyton Hewitt, seguite poi dall’era Federer, 3 titoli dal 2004 al 2006. Nel 2007 Nadal vinse il primo dei suoi due titoli californiani battendo il giovane Djokovic, quando ancora gli riusciva di farlo. L'anno dopo è Djokovic a vincere il suo primo titolo, mentre nel 2009 torna Nadal.

Nel 2010 il “vecchio” Ljubicic si regala il titolo più prestigioso della carriera, ed infine l'anno scorso il bis di Djokovic. Rafa non avrebbe mai immaginato che quella fosse la prima di 7 sconfitte consecutive...

Tra le signore dopo il secondo titolo della Davenport nel 2000, nel 2001 vince nuovamente Serena sulla giovanissima Clijsters, ma sarà anche l'ultima volta che lei e sua sorella giocheranno a Indian Wells. In quella infausta edizione, prima di vincere la finale, Serena approfittò in semifinale del ritiro della sorella Venus. Il forfait, annunciato pochi minuti prima dell’ora in cui le giocatrici dovevano scendere in campo, scatenò le ire del pubblico, con richieste di rimborso del biglietto e durissime critiche della stampa alle Wlliams sisters: scarsa professionalità, il padre Richard che avrebbe deciso a tavolino preventivamente quale delle figlie avrebbe dovuto avanzare. Nella finale contro la Clijsters, Serena in campo, suo padre e Venus sugli spalti sono cannoneggiati di fischi, al punto da far piangere Serena stessa ad un cambio di campo, cosa che non le impedirà di vincere il titolo. Alla vicenda il nostro Alessandro Mastroluca dedicò un articolo dettagliato. Che si trattasse di contestazioni legate soltanto agli accadimenti, o di razzismo, il rapporto tra le due più forti (o quasi) tenniste degli anni 2000 ed il torneo si ruppe e non si è ancora ricomposto.

Nel 2002 una giovane ragazza neppure dicianovenne slovacca sorprende tutti battendo nettamente Martina Hingis: pare una predestinata, la futura numero uno, ed invece ci regalerà grandi colpi, momenti magnifici, ma non sarà mai capace di arrivare e rimanere ai vertici: è Daniela Hantuchova. A seguire l'era belga, con i due titoli di Kim Clijsters inframmezzati da quello di Justine Henin, in tutti e tre i casi con la povera Davenport vittima in finale. Nel 2006 è la volta di Maria Sharapova, mentre nel 2007 secondo titolo per la Hantuchova, qui particolarmente a suo agio. Seguono dal 2008 al 2011 Ivanovic e Zvonareva, Jankovic e Wozniacki.
Ma la piccola-grande storia di Indian Wells continua...Appuntamento a lunedi 5 marzo!

Luca Pasta

comments powered by Disqus
Partnership

 

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Ubi TV

Federer-Murray a Dubai

Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis