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11/03/2012 12:00 CEST - Personaggi

Ljubicic: "Il tennis mi ha dato tanto"

TENNIS - Ljubicic ha annunciato che Montecarlo sarà il suo ultimo torneo. Non vedremo più un signore che ha dato tantissimo al proprio sport. Ma ci sarà forse per lui una seconda carriera? Laura Guidobaldi 

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Un gran signore della racchetta sta per dire addio alle competizioni e, certo, ci mancherà molto. Due giorni fa Ivan Ljubicic, che compirà 33 anni il prossimo 19 marzo ed è attualmente n. 40 del ranking ( dopo Stepanek è il più anziano tra i Top 50), ha annunciato che quella al Monte Carlo Rolex Masters sarà la sua ultima partecipazione al circuito ATP. Una decisione tanto inaspettata quanto abbastanza triste sicuramente per molti dei suoi colleghi ma, soprattutto, per tutti quegli appassionati che potevano ancora godere, grazie a lui (e a pochi altri), di un tennis "di altri tempi". Il circuito perderà, infatti, uno degli ultimi protagonisti di un tennis classico, fluido, aggraziato dal rovescio ad una mano e ancora scevro da quella "fisicità" esasperata che, invece, sempre di più, caratterizza il tennis moderno. Ma non solo. Il mondo della competizione perde, inoltre, un vero gentleman. Calmo, posato, rispettosissimo del gioco e dell'avversario, Ljubicic ha sempre dimostrato un aplomb ed una signorilità ammirevoli. Chissà, forse, per Ivan, terminare la carriera di giocatore proprio a Montecarlo rappresenta, in qualche modo, la "metafora" della fine di un lungo viaggio, che si conclude con il ritorno a casa (infatti egli risiede nel Principato monegasco). Comunque, questa è una nostra fantasia. Ciò non toglie che fa un certo effetto pensare che Ljubo non scenderà più in campo per farci vedere il suo bel tennis.

Soltanto 2 settimane fa l'abbiamo visto ancora lottare strenuamente all'Open 13 di Marsiglia, dove è approdato ai quarti, anche se poi, nel derby balcanico con Tipsarevic, si è dovuto arrendere alla maggiore freschezza e precisione dell'avversario.

Durante il match si poteva notare, in effetti, una qualche difficoltà negli spostamenti e nel ritmo sfrenato degli scambi ma, certo, non ci si aspettava una "calata del sipario" così repentina. A Marsiglia, abbiamo avuto il piacere di potergli rivolgere alcune domande sulla sua carriera, il suo tennis e il suo ruolo "politico" di membro del Tennis Player Council. E Ivan, con grande disponibilità e gentilezza, si è intrattenuto volentieri con noi.

Davvero una bellissima carriera quella di Ljubicic. Il tennista croato (ma nato in realtà a Banja Luka, in Bosnia-Erzegovina), da ragazzino conosce il dramma della guerra nella Ex-Jugoslavia; nel 1992, a 13 anni, sfugge al conflitto e arriva in Italia dove può continuare ad allenarsi. Dal 1998 diventa giocatore professionista e, dopo alcuni anni, arriva finalmente il successo: costellata dalla vittoria di 10 titoli ATP (Indian Wells, Lione, Doha, 's-Hertogenbosch, Chennai, Zagabria, Vienna, Metz, Vienna e Lione), da 14 finali, nonché dal trionfo in Coppa Davis nel 2005, in cui ha "regalato" alla sua Croazia la celebre insalatiera d'argento e dalla conquista della medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atene, nel 2004, nel doppio in coppia con Mario Ancic, la carriera del tennista croato raggiunge l'apice il 1 maggio 2006 quando Ivan diventa n. 3 del ranking. Tuttavia, il coronamento del suo percorso consiste nel trionfo (quasi a sorpresa), nel 2010, al torneo di Indian Wells, dopo aver battuto Djokovic al 4° turno, nonché Nadal in semifinale e Roddick in finale.

Ljubo, fedele al suo tennis e a se stesso, ha sempre dimostrato grande fedeltà e riconoscimento anche a colui che, più di tutti, ha contribuito a fare di lui un grande giocatore. Pensiamo, ovviamente, a Riccardo Piatti. Il celebre coach lombardo è, infatti, dal 1997, l'allenatore storico di Ljubicic. I due certamente si conoscono benissimo e Ivan, durante l'intervista a Marsiglia, ci ha tenuto a precisare quanto fosse importante per lui il rapporto con Piatti, il fatto di trovarsi a suo agio sin dall'inizio con il proprio allenatore e non sentire mai il bisogno di cambiare per cercare altri stimoli altrove, "perché" ha spiegato "gli stimoli gli avevo già per me stesso. Alcuni giocatori cambiano spesso allenatore perché ricercano forse nuovi stimoli ma io non ne ho mai avuto bisogno".

L'amore e la dedizione di Ljubicic nei confronti del tennis non è né un mistero né una novità e, a tal proposito, annunciando il proprio ritiro, il tennista croato ha confermato, in nome dell'attaccamento e del riconoscimento verso il suo sport, l'intenzione di non abbandonare completamente l'universo della racchetta: "Il tennis mi ha dato così tanto che voglio continuare a farne parte e offrire il mio contributo in qualche modo". Ma Ivan, a sua volta, ha già dato tantissimo al tennis. Ricordiamo che dal 2002 al 2008 ha fatto parte dell'ATP Player Council, rivestendo le cariche di vicepresidente dal 2004 al 2006 e di presidente dal 2006 al 2008. Inoltre, nell'agosto del 2008 è stato eletto rappresentante dei giocatori per l'Europa nell'ATP Board. Nel gennaio del 2009 rassegna le dimissioni per dedicarsi a tempo pieno alla competizione. È tato il primo giocatore ancora in attività, dopo Paul Annacone nel 1993, a far parte del Board.

A Marsiglia gli abbiamo chiesto che cosa pensasse, a posteriori, del suo operato "tennistico-politico", quello di cui andasse più fiero e ciò che lo rammaricasse di più. Queste le sue parole: "Secondo me una decisione molto importante per i giocatori, è stata quella di togliere i 3 set su 5 nella finale dei tornei minori, in cui si giocavano due set su tre. Io ho lottato tantissimo per dare più libertà ai giocatori di scegliersi i tornei che dovevano giocare e non ci sono riuscito con gli ATP 500. Ci è stato imposto che dobbiamo giocarne almeno 4 su 11 e questo secondo me non è giusto, ma questa è la politica: a volte si riesce, a volte no. È stato invece positivo riuscire a mettere le date di Coppa Davis subito dopo gli Slam (quest'anno no perché c'erano le Olimpiadi) ma negli ultimi tre anni credo sia stata una vittoria. Però il prezzo che abbiam pagato, cioè dare i punti alla Coppa Davis, secondo me è stato inutile perché la Coppa Davis non si gioca per i punti ma, come ho detto prima, questa è la politica, bisogna dare qualcosa per aver in cambio qualcos'altro."

Tra i giocatori il tennista è molto apprezzato e, alla notizia del suo ritiro, Federer, primo fra tutti, ha reso omaggio all'amico Ljubo: "Per me è stato un amico meraviglioso nel tour ed è stato molto benefico per il gioco del tennis, non solo in campo ma anche fuori dal campo perché ha fatto parte del sistema politico. È una grande persona. È triste vederlo andar via e non posso che congratularmi con lui per la meravigliosa carriera che ha avuto".

Adesso Ivan si ritira. Avrà certamente più tempo da dedicare a se stesso e alla sua famiglia che, in novembre, si è ulteriormente ingrandita con la nascita della piccola Zara. Ivan e sua moglie, infatti, hanno già un bimbo di tre anni, Leonardo. Tuttavia, Ljubicic avrà ancora molte frecce a disposizione nel suo arco per trovare un nuovo ruolo e un nuovo spazio nell'universo del tennis. Non più impegnato dall'altra parte della rete ma, chi lo sa, forse in tribuna, seguendo l'esempio del suo mentore Riccardo Piatti o in qualche altra mansione per migliorare e rendere ancora più bello e nobile il nostro amato sport.
 

Laura Guidobaldi

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