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16/03/2012 10:26 CEST - Rassegna

Che freddezza Re Djokovic senza ostacoli (Martucci)

16 marzo 2012

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Rubrica a cura di Stefano Pentagallo

Che freddezza Re Djokovic senza ostacoli

Vincenzo Martucci, la Gazzetta dello Sport del 16.03.2012

Re Djokovic ancora non brilla, ma il numero 1 del mondo e campione uscente è il primo a qualificarsi alle semifinali di Indian Wells, sapendo già che anche lì, contro il vincente di Isner-Simon, non avrà incontrato un «top ten» (dopo gli scivoloni di Murray e Ferrer). Per battere il secondo spagnolo di fila, «Nico» Almagro, gli basta innescare il pilota automatico di servizio e botte da fondo: troppa la superiorità, sul cemento, contro il numero 12 della classifica. Che, contro Berdych, ha appena sfatato il tabù sulla superficie superando un «top ten», ma mai ha comunque battuto, in assoluto, un numero 1, in cinque confronti (sempre contro Federer). E, sotto il sole del deserto della California, è troppo falloso, troppo discontinuo, troppo prevedibile con le sciabolate col rovescio a una mano e troppo timoroso per confondere il serbo com'era riuscito mercoledì all'altro spagnolo, Andujar. E così Djokovic domina il primo set col servizio e strappa il secondo di tattica (30 errori gratuiti di Nico), e di esperienza. Non s'abbatte davanti alle 4 palle-break che il 26enne di Murcia salva sul 3-3 in un game di 12 minuti, non si scompone davanti ai disperati tentativi dell'avversario da fondo (40-0 40-40), e alla prima palla appena corta affonda con freddezza, conquistando il break del 5-4 e quindi il 6-4 definitivo. Meglio Nadal di Federer, o forse è il contrario, visto che comunque Roger sta recuperando il mezzo virus virale che ha messo fuori causa 10 protagonisti e ne ha debilitati chissà quanti, ed appare concentrato e in fiducia come non gli succedeva dal 2009. Nella speranza della semifinale fra i classici rivali, Rafa (campione a Indian Wells 2007 e 2009), al rientro dopo la finale degli Australian Open persa contro Djokovic, liquida agevolmente il «talento tennisticamente pazzo» Dolgopolov: «E' un avversario molto difficile, colpisce forte, fa vincenti in ogni zona del campo. E' divertente, positivo per il tennis. Fortunatamente io sono partito molto forte, e lui ha fatto qualche errore più del solito che mi hanno molto aiutato. Essere nei quarti, qui, è fantastico». Mentre Roger — triplo campione locale — cede il primo set, contro il mancino Bellucci (come contro Raonic), ma se la cava ancora d'esperienza, con l'aiutino del solito servizio. «Alla fine ho trovato la via d'uscita, queste sono le vittorie che fanno sentire meglio. Ho sofferto un po' ad abituarmi al passaggio dai match di sera a quelli di giorno», racconta lo svizzero che, dagli Us Open, ha vinto 36 match su 38: «Sono ancora un po' sofferente, ma almeno non ho più il pesante mal di testa e dolori un po' dappertutto dell'esordio (con Kudla), quand'avevo avuto una vigilia difficile, la notte, e mi ero chiesto: "Non so se riuscirò a giocare". Al risveglio, mi ero sentito un po' meglio, nel pomeriggio ero stato male ancora, ma un'ora prima della partita avevo avuto un bel miglioramento. Poi mi ha aiutato il giorno di riposo». La famiglia, cioé genitori, moglie e gemelline, stanno peggio.

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