21/03/2012 17:06 CEST - Storie di tennis
Indian Wells o Miami?
TENNIS - I due tornei di marzo si contendono il ruolo non ufficiale di quinto Slam della stagione. Analizziamo i tifosi, l'organizzazione, il clima, la vita notturna. Giulia Vai
Da una parte, il torneo di Indian Wells, nel deserto della California dall’altra, Key Biscayne, nella paludosa Florida.
Analizzando i diversi aspetti balzano all’occhio le location. Sia per quel che riguarda il clima: il deserto californiano di Indian Wells che garantisce temperature molto calde di giorno ma piuttosto fresche la sera, mentre Miami ha un caldo umido tutta la giornata. Sia per gli spazi a disposizione dei tornei: molto grandi a Indian Wells con ampi campi per gli allenamenti e un campo centrale da 16.100 persone; più stretti a Miami dove il centrale tiene ‘solo’ 13700 persone.
Un’altra differenza riguarda i proprietari degli impianti: quello di Indian Wells è di Larry Ellison, il quarto più ricco uomo del mondo nonché fondatore di Oracle Corporation, che si può concedere di gestire Indian Wells a suo piacimento e senza dover dar conto a nessuno, almeno secondo quanto sostiene Alexandra Willis su The Tennis Space. In realtà, anche lui deve ottenere permessi dalle autorita' locali, che fino allo scorso anno sono stati piuttosto tennis-unfriendly. Ci sono lamentele di tutti i tipi da parte dei residenti, dal traffico ai parcheggi, alle luci dei campi che rimangono accese quasi tutta la notte durante il torneo.
Crandon Park e Key Biscayne sono invece delle autorità locali che hanno un regolamento molto stretto e meno soldi; di conseguenza gli organizzatori hanno meno tempo a disposizione per allestire il torneo, ma d’altra parte c’è la presenza di sponsor più internazionali rispetto a Indian Wells.
Il fatto di essere due tornei consecutivi rende difficile per i tennisti giocare bene ad entrambi, e quindi crea in qualche modo due partiti, quelli che preferiscono Miami e quelli che si trovano meglio nel deserto della California. Tra questi ultimi ci sono Djokovic, Nadal, Ivanovic e Bartoli. Molti altri invece trovano il torneo di Miami, e soprattutto il contorno, molto più stimolanti: Kvitova, Li, Lisicki, Murray e ovviamente le sorelle Williams per citarne alcuni.
Anche il pubblico è diverso: in California è più rilassato, benevolo sicuramente non ultra. Anche perché in media è più vecchio, dato il tipo di località in cui si gioca. E la cosa accade soprattutto fuori dai weekend quando e' piu' difficile venire al torneo per chi guida da Los Angeles. La differenza principale è che se Indian Wells e' un torneo prettamente "statunitense" (il 95% degli spettatori viene dagli USA), a Miami il pubblico è molto piu' eterogeneo: Miami e' di fatto la capitale economica dell'America Latina, il Sony Ericcson Open è lo "Slam del Sudamerica", e cio' si riflette sulla nazionalita' dei tifosi e dei media presenti.
L'atmosfera è più rilassata. A Indian Wells hanno fatto la scelta precisa di permettere una commistione piu' elevata tra giocatori e tifosi, per cui ci sono zone previste per questo tipo di contatto. Ma proprio per questo, le zone preposte sono altamente sorvegliate. Certo i top players, che attirano tantissima gente ovunque vadano, cercano di evitare le zone piu' affollate per non causare sommosse, ma questo avviene dappertutto e si tratta solo di comune buon senso. Tuttavia anche a Miami non e' insolito vedere i giocatori in giro per i ground da soli..
Da qui l’ultimo punto, la vita notturna: direi che la competizione non inizia nemmeno. Indian Wells è il ritiro di tranquillità dei losangeleni in fuga dalla città e per una serie di motivi (fuso orario, popolazione anziana), l'ora "di punta" della cena nel deserto della California è più sul presto che sul tardi. In compenso offre molte piscine e campi da golf. Invece Miami è IL luogo dove converge tutta la nazione per la vita notturna.
La questione non avrà mai una risposta ma continuerà a far discutere e, si spera, a migliorare i due tornei!
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Giulia Vai
