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24/03/2012 12:35 CEST - Circuito Atp

Santana: "Io, Nadal e la terra blu…"

TENNIS – L'ex campione spagnolo, direttore del Masters 1000 di Madrid, fa il punto: "I giocatori non vanno più a cena insieme come ai miei tempi. Nadal è un fenomeno, ma si parla poco degli altri spagnoli. La terra blu? Vi stupirà". Alberto Giorni

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Prima dell’avvento di Nadal, lo spagnolo con più Slam in bacheca era Manolo Santana con 4: due Roland Garros, Wimbledon e US Open. Santana compirà 74 anni il 10 maggio durante il Masters 1000 di Madrid, di cui è direttore, e ha rilasciato un’interessante intervista al quotidiano spagnolo AS: qui riportiamo i passi più importanti.

Come giudica l’evoluzione del nostro sport?

"Oggi il tennis è più fisico e più veloce, e la media si è alzata. Ai miei tempi a giocare decentemente eravamo una ventina: adesso i primi 100 della classifica mondiale se la cavano bene, anche se bisogna dire che i nuovi attrezzi li aiutano parecchio; tutt’altra cosa rispetto alle racchette di legno…".

Cosa le piace e cosa no del tennis attuale?

"Non mi piace che certi giocatori viaggiano accompagnati da uno staff di 10-15 persone, perché credo che limitino la loro personalità. Invece ammiro la qualità del gioco, con quattro fenomeni indiscutibili. Io sono stato fortunato perché grazie al tennis ho potuto conoscere il mondo e imparare cinque lingue: non stavo certo chiuso in albergo tra una partita e l’altra. Ora invece la competitività è così estrema che i giocatori quasi non escono dal circolo; sono due situazioni opposte".

E’ un tennis meno umano?

"Un po’ sì. Con gli interessi economici che gli girano intorno, è molto difficile che, come accadeva nella mia epoca, i tennisti siano amici e dopo le partite vadano a cenare insieme. Gli sportivi famosi ora sono come stelle del cinema. Sono circondati da familiari, manager e guardie del corpo: impensabile una volta".

Come vede il futuro del tennis spagnolo dopo Nadal?

"Come quando ero negli ultimi anni della carriera e la gente si chiedeva che cosa sarebbe successo dopo il mio ritiro. E’ successo che è arrivato Orantes e ha continuato a tenere alta la bandiera spagnola. Quando Rafa deciderà di lasciare, apparirà un giovane a sostituirlo. Rafa monopolizza l’attenzione e non ci ricordiamo di avere altri tre spagnoli nei top 15. Ferrer è il numero 5 e nessuno parla di lui. Credo che Nadal giocherà fino a 30-32 anni, poi vedremo".

Il Masters 1000 di Madrid anno dopo anno ottiene sempre più successo: qual è il segreto?

"E’ il torneo più importante d’Europa dopo gli Slam perché, oltre alla parte sportiva, cura molto anche l’intrattenimento: un aspetto importante per la gente che viene al torneo e ci resta 7-8 ore al giorno".

Quest’anno debutterà la discussa terra blu. Che cosa ne pensa delle critiche di Nadal in proposito?

"I giocatori hanno tutto il diritto di dire ciò che gli piace e cosa no. La differenza con la terra tradizionale è solo il colore: se gli esperti di Atp e Wta avessero riscontrato qualche controindicazione, non l’avrebbero approvata. Il blu aiuterà gli spettatori, in particolare quelli televisivi, a seguire meglio la pallina. E’ una scommessa vinta soprattutto grazie a Tiriac ma, se non dovesse funzionare, l’anno prossimo torneremo alla terra rossa. La maggior parte dei giocatori si è detta favorevole: Rafa è libero di sostenere il contrario e per me la sua opinione conta molto".

E che ne pensa del tennis femminile spagnolo?

"La Federazione dovrebbe dargli più importanza, perché i risultati sono inferiori rispetto al settore maschile. Dai tempi della Sanchez e della Martinez non c’è una leader, anche se le buone giocatrici non mancano". 

Alberto Giorni

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