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30/03/2012 20:05 CEST - Storie di tennis

Quel pasticcio dei 100 goat!

TENNIS - Nel tentativo di classificare i migliori 100 di sempre Tennis Channel ha fatto una gran confusione: uomini e donne assieme, era open e closed, singolare e doppio… Impossibile stilare una graduatoria! Roberto Paterlini

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Nessuna discussione è stata in grado negli ultimi anni di accendere gli animi come quella su chi sia (o sia stato) il più grande giocatore di tutti i tempi. La faccenda è vissuta dagli appassionati con grande serietà, certamente più di quella riguardo a chi sia il migliore oggi, ed è talmente sentita che la semplice opposizione tommasiana “Il più grande di tutti i tempi non esiste” è, di sé, in grado di scatenare reazioni dai toni religiosi, se non addirittura inquisitori.

Senza giungere a tanto, mi permetto di ricordare che la questione è davvero complicata. Di mezzo ci passano innumerevoli cambi di superficie – l’Australia dall’erba al duro, il Roland Garros dalla terra al cemento rosso, Wimbledon dall’erba alla terba e lo US Open dall’erba, alla terra verde al cemento – la transizione tra l’era closed e quella open e tra uno sport per nobili in calzoni a, oggi, uno dei più praticati al mondo. Di più, ci sono state due guerre mondiali a bloccare alcune carriere sul più bello, cambi di regole (dal challenge round, al tie-break, alla quasi estinzione del 3 set su 5), di attrezzi, di distanze (l’Australia, gli Stati Uniti e l’Europa sono molto più vicini l’uno all’altro oggi che non 40 anni fa), e poi infortuni, accoltellamenti… per non parlare, in ultima analisi, di generazioni di giocatori che non si sono mai nemmeno sfiorati e che, in più di un senso, hanno praticato sport diversi.

Insomma un vero casino – passatemi il termine, credo sia quello più indicato – nel quale si è inserita l’autorevole Tennis Channel con un programma in 5 puntate – ognuna introdotta e accompagnata da un grade degli altri sport, da Jack Nicklaus a Carl Lewis – non solo sul migliore, ma sui 100 migliori giocatori di tutti i tempi. Confesso di aver visto solo la prima puntata – dal n.100 al n. 71 – e non per snobismo, ma per la semplice ragione che è l’unica che sono riuscito a reperire online.

Tuttavia, così poco mi è bastato per cogliere un taglio fastidiosamente simile – a partire da grafica, interviste e montaggio – a quello di tante classifiche stilate dal canale E!, visibile – ma non davvero guardabile – anche in Italia sulla piattaforma Sky. Certo è, che mi era risultato più facile accettare a suo tempo l’approssimazione in questioni come “I 100 cambiamenti di look più significativi della storia della TV”, o i “100 grandi Misteri di Hollywood”, che non in un ambito così seriamente considerato come lo sport; tuttavia…

Vanno fatte alcune premesse. Innanzitutto la classifica non si pone come il risultato di un’analisi più o meno scientifica effettuata dalla redazione di Tennis Channel, non sono indicati particolari criteri né la determinazione di un punteggio; semplicemente è il frutto delle classifiche individuali stilate da una serie di esperti – non meglio determinati, anch’essi – e poi sintetizzate in un’unica graduatoria generale. Secondo punto, come se scegliere il miglior giocatore e la migliore giocatrice separatamente fosse troppo semplice, gli amici del network americano hanno messo uomini e donne assieme, e come se i risultati di singolare non fossero bastati, hanno buttato nel calderone anche quelli del doppio (che, come ben sappiamo, conta oggi forse 1/10 di quanto non importasse qualche decina di anni fa). Inutile dire, poi, che sono state considerare tutte e due le ere del tennis, quella preclusa ai professionisti e quella Open.

Tutto questo dovrebbe bastare a mettere in discussione l’attendibilità di tale graduatoria – ammesso e non concesso, naturalmente, che sarebbe possibile stilarne una davvero attendibile - che potete trovare come elenco qui, e come gallery qui; tuttavia, se i motivi che ho sopra riportati non dovessero bastare:

- nonostante gli anni “Closed” siano stati circa 90 e quelli “Open” meno di 50, soltanto 6 dei primi 30 giocatori e nessuno dei primi 10 appartiene ai “Closed puri” (vale a dire quei giocatori che hanno disputato tutta la loro carriera prima del Roland Garros del 1968), e soltanto 4 agli “impuri” (a ridosso dei 2 periodi);
- su 100 nomi, ci sono appena 32 donne (ma 5 nei primi 10 posti). Novak Djokovic è solamente al 40° posto, e per quanto la sua carriera sia ancora pienamente “in progress” e quindi il serbo abbia possibilità di scalare la classifica, pare una posizione ridicola per un giocatore capace di vincere 41 partite consecutive nel 2011 (e, in un certo momento, 57 su 58) e 4 degli ultimi 5 Slam;
- Helen Wills, vincitrice di 19 Slam (più di tutti i top 10 ad eccezione di Graf e Smith) senza aver mai partecipato all’Australian Open, oro in singolare e in doppio alle Olimpiadi del ’24 e capace di non perdere nemmeno un set per quasi 5 anni… è messa solo al 29° posto;
- Arthur Ashe, vincitore di “appena” 3 Slam e mai numero 1 è classificato davanti sia a Djokovic che Wills… e a Shirley Fry-Irvin (Career Grand Slam sia in singolare che in doppio in appena 7 anni di attività), Dorothea Lambert Chambers (7 Wimbledon), Tony Wilding (4 Wimbledon e 2 AO)… e poi Ashley Cooper, Molla Mallory, William Ranshaw (7 Wimbledon), e tanti altri con 5 o più Slam;
- Gabriela Sabatini al n°79, davanti a Marat Safin e tanti altri e altre che vinsero ben più del suo unico Slam e giunsero ben più in alto del suo terzo posto in classifica (bastino Pierce, Mauresmo, Ann Jones e ancora Fry e Chambers, per limitarci alle donne);
- Yannick Noah al numero 85, 15 posti avanti a Michael Chang a parità di Slam ma con 3 finali di meno e al netto di molti più titoli importanti vinti dall’americano, e 8 posti avanti al nostro Nicola Pietrangeli (unico italiano dell’elenco) e di molti altri che vinsero ben di più.

Ci sarebbero talmente tanti esempi analoghi a quelli che ho appena fatto che, a volerli elencare tutti, servirebbe più tempo per scriverli e per leggerli di quanto effettivamente non ne valga la pena. È inevitabile che una classifica così lunga e complessa contenga degli errori, o meglio ancora sia espressione di gusti personali e parziali, ma mi sarei aspettato almeno un tentativo di maggiore serietà, oggettività e criterio – nel senso di elencazione di criteri – per i primi 10 posti. Sarebbe stato molto intelligente – o almeno furbo – se gli amici di Tennis Channel si fossero limitati a fare i nomi che hanno fatto per la Top-10 (e forse alcuni altri, magari togliendone uno o due) e poi a dire che tutti quelli si sarebbero meritati di essere considerati i più grandi di tutti i tempi, o quanto meno che il loro nome venisse considerato degno di sollevare la questione. Come, mi chiedo, paragonare Navratilova e Federer? Su quale base decidere tra Laver e Graf, o Borg ed Evert?

Se c’è un risultato che Tennis Channel è riuscita ad ottenere - oltre ad una decisa perdita di credibilità – con questa classifica è stato forse proprio quello di far capire quanto sia impossibile per non dire insensato imporsi di stilare una graduatoria e alla fine scegliere un solo nome, per giunta tra uomini e donne, quando le vicende sono state così variegate e numerose. Probabilmente, sarebbero riusciti ottenere migliori risultati gli autori di E!, o, meglio ancora, sarebbe stato più facile cercare le 100 migliori acconciature o i 100 completini più scioccanti mai visti su un campo da tennis. Al primo posto io avrei messo quello della Mattek a Wimbledon 2011...

Roberto Paterlini

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