HOMEPAGE > > Rafa trionfa per l’ottava volta a Montercarlo (Clerici, Martucci, Semeraro), Le donne dicono addio alla Fed. Ciclo finito (Palizzotto).

23/04/2012 10:32 CEST - Rassegna Stampa del 23 Aprile 2012

Rafa trionfa per l’ottava volta a Montercarlo (Clerici, Martucci, Semeraro), Le donne dicono addio alla Fed. Ciclo finito (Palizzotto)

23.04.2012

| | condividi

Rubrica a cura di Daniele Flavi

L' ottava volta. di Nadal signore di Montecarlo

Gianni Clerici, la repubblica del 23.04.2012

Rimane allo Scriba più di un dubbio, dopo aver osservato la ottava finale vittoriosa di Rafael Nadal a Montecarlo, sull'autenticità di questa vittoria, che costituirebbe un record, specialità insieme eroica e statistica nella quale lo scriba non si sente versato, al contrario. Cominciamo dunque dai fatti, dalle cinque W, che si insegnano in tutte le premiate scuole di giornalismo: Where, When, Who, What, Why, e cioè, per chi non conosca il latino dei nostri tempi, Dove, Quando, Chi, Cosa, Perché. A Montecarlo, oggi 22 Aprile, il ventiseienne spagnolo Rafael Nadal detto Rafa, ha battuto 6/3, 6/ 1, vincendo per la ottava volta consecutiva il grande torneo, il n.1 del mondo, il venticinquenne serbo Novak Djokovic detto Nole. Come mai non era, sin qui, accaduto qualcosa di analogo nelle ultime sette partite tra i due? Ripercorro, abbastanza soddisfatto, questa brillante Notizia di Agenzia, nell'istante in cui mi giunge, dallo storico Marianantoni, l'informazione che già un campione, Guillermo Vilas, aveva trionfato nel torneo di casa, Buenos Aires, per otto volte. Detto ciò, evitando il confronto tra i due tornei, dei quali Monaco è più importante, mi rimane soltanto da approfondire il why, e cioè il perché. Infatti, se il record di otto vittorie consecutive nello stesso torneo è difficilmente credibile, anche per un testimonio oculare par mio, che non ne ha mancata una, rimane da capire come sia andato il match di oggi, che ha interrotto la catena di vittorie di Djokovic, dominatore degli ultimi sette match disputati contro il suo vincitore odierno. Su questo argomento si stanno accanendo molti tecnici, alcuni dei quali specialisti meteo, che ritengono il Maestrale molto favorevole all'uncino mancino di Rafa, soprattutto dal lato del campo vicino agli spruzzi della baia. Altri indicano nelle povere, ma che dico, indigenti statistiche della battuta del serbo (zero punti sulla prima nel set d'avvio) il trampolino di lancio di Nadal subito in vantaggio di un break per il due a uno, propiziato da tre errori gratuiti del modesto Nole di oggi. Alcuni sono convinti che la tattica di Djokovic, i suoi schemi equamente divisi nella ricerca dei due rimbalzi avversi, abbia favorito l'uncinaccio anomalo di Nadal, e gli abbia così consentito di dirigere il gioco. Fosse stato presente Federer, avrebbe osservato che proprio cercare il diritto dello spagnolo offre l'unica possibilità di aprire il campo nell'area alla sua destra, altrimenti impenetrabile. Valutate tutte queste ipotesi, bisogna probabilmente dar credito alle affermazioni dello stesso Nole, che, dopo aver lodato più che civilmente il suo avversario, ha detto: «Stavo bene fisicamente, ma ero del tutto privo di energie sottili, privo di emotività. Per me, questa settimana è stata umanamente negativa, e non è possibile opporsi a un avversario come Rafa se non si pensa solo al tennis, se non ci si sente davvero sul campo». Che altro aggiungere, a proposito di chi ha sofferto un lutto in famiglia? Vogliamo comparare un gioco con la morte?

Otto volte principe

Vincenzo Martucci, la gazzetta dello sport 23.04.2012

Sei tre, sei uno. Non per l'uomo forte, Novak Djokovic, ma per l'altro, il re detronizzato, Rafa Nadal. Fra tanti numeri e statistiche dei campioni da video game del tennis moderno, dopo 7 sfide e finali vinte di fila del serbo e dopo 7 titoli di fila a Montecarlo dello spagnolo, si intromettono a sorpresa altre cifre che sconvolgono tutti i calcoli, e tutte le cifre, compresi quel 5 (ore), 53 (minuti), 5-7 6-4 6-2 6-7 7-5 (il punteggio) legati alla finale-maratona di gennaio a Melbourne. Almeno per un giorno, un altro magnifico giorno, immaginabile solo da un pittore impressionista — Cezanne? —, qui a Montecarlo, dove il mare, il cielo, il verde e persino le ville sono di una bellezza ideale, spunta la poesia del mitico campione locale, il re di sempre della terra rossa, che non vuole cedere lo scettro proprio all'odiato rivale, l'unico capace finora di superarlo lì dov'è più forte, di fisico e di testa. E così vince l'ottava volta di fila, la più inattesa, col ginocchio sinistro che scricchiola e senza allenamento. Tattica Rafa non può inventarsi un altro stile. «Non ho abbastanza talento», confessava sereno ai media. Ma, contro Nole, si concentra come non mai sui primi due colpi, servizio e risposta, per comandare subito lo scambio, e gioca sempre profondo e più spesso al centro, per dribblare le rasoiate apri-campo di Nole. Il Country Club, più lento, con palle più pesanti e col vento, è il suo campo e, da bravo pescatore, il maiorchino mette l'esca ideale per lo squalo Djokovic: lo ingolosisce con qualche palla alta (ma carica d'effetto), lo stuzzica con qualche corpo a corpo sulla diagonale di dritto……. Djokovic deve far buon viso a cattivo gioco: «Non voglio togliere niente a Rafa: è stato il giocatore migliore e ha meritato di vincere. Fantastico, impressionante. M'inchino anche a quanto sta dando al nostro sport, oltre che ai suoi record. Ma io non avevo alcuna energia emotiva, ero lì di tennis e di fisico, però se voglio avere una chance di battere Rafa sulla terra devo avere energia-extra. E non c'ero, ho fatto troppi errori, ho solo messo in campo la palla. Non m'era mai successo di non reagire. Il tennis è un gioco molto mentale. Mai, qui, avevo sofferto tanto il vento e Rafa ci si trova meglio, e mai avevo vissuto una situazione come la morte di mio nonno». Perfezione La finale dura un set. Poi Rafa scappa 4-0 a botte di dritto, e mette il sigillo con l'ace: 6-1 in 78 minuti. «Ho avuto la sensazione della vittoria solo sul 5-1 40-15... Quando perdi 7 volte, quando in Australia eri 4-2 30-15 al quinto e sbagli un facile rovescio, ti resta nella testa. Ho vinto Montecarlo, che per me è un torneo speciale, comincio la stagione sul rosso con una bellissima sensazione, dal secondo turno ho alzato il livello e ho interrotto la serie negativa con Novak, e qui, non altrove, perfetto». Come la cartolina del Country Club.

Nadal, digiuno finito sulla terra amica Ma Djokovic non c’era

Stefano Semeraro, la stampa del 23.04.2012

Nadal Djokovic è il nuovo «clasico» del tennis e stavolta Rafa l'ha vinto imitando il «suo» Real Madrid e Mourinho: in casa - perché Montecarlo, dove ha raggiunto quota otto successi e non perde dal 2003, è ormai casa sua - e vendicando una lunga serie di batoste. Il n 2 del mondo non vinceva un torneo dall'ultimo Roland Garros, fra il marzo 2011 e il gennaio di quest'anno aveva dovuto incassare 7 dicasi 7 sconfitte in finale proprio contro Djokovic, che a Wimbledon gli aveva anche soffiato il n 1 del ranking. A chiedersi «porqué» aveva già iniziato da tempo, Rafa, confessando di aver maturato un inedito inferiority complex. Avesse perso anche al Country Club, l'annata per lui si sarebbe inclinata peggio del Titanic. La 42a vittoria di fila a Montecarlo (superato Borg che a Wimbledon arrivò a 41) invece lo rimette in rotta sull'amata terra, anche se il match di ieri -6-3 6-1 in un'ora e 18 minuti-non fa troppo testo. Djokovic in settimana ha perso l'amato nonno Vladimir, dopo aver abbandonato in lacrime un allenamento e aver meditato il ritiro è riuscito a vincere tre partite sui nervi, ma ieri è crollato, accumulando errori ed errori con il rovescio, lo sguardo perso in fondo ad un malincuore. «Non voglio togliere nulla a Rafa - ha detto - ma oggi non avevo più energie emotive». Nadal durante la premiazione ha provato a sdrammatizzare («Novak, grazie di avermene fatta vincere finalmente una»), poi ha signorilmente ammesso che «oggi Djokovic non era il miglior Djokovic». Il serbo oggi andrà a omaggiare la tomba del nonno, lo spagnolo traslocherà con famiglia e coppona a Barcellona. Nessuno nella storia del tennis Open era riuscito a prendersi 8 volte di fila lo stesso torneo (Vilas ha vinto 8 volte a Buenos Aires ma non consecutivamente). Nadal è arrivato a 47 titoli, 20 dei quali Masters Series. In attesa di Parigi, la sfida con Djokovic si riproporrà, Federer permettendo, fra due settimane a Madrid: sulla terra, ma perla prima volta nella storia su quella dipinta di blu voluta da Tiriac e per ora sgraditissima a tutti i tennisti, Rafa e Noie compresi.

Le donne dicono addio alla Fed. Ciclo finito

Daniele Palizzotto, il tempo del 23.04.2012

L' orgoglio non basta. L'Italia dei miracoli, la squadra tre volte campione del mondo negli ultimi sei anni, esce con le ossa rotte dalla Cez Arena di Ostrava, travolta4-1 dalla Repubblica Ceca nella semifinale della Fed Cup 2012. Una sconfitta pesante tanto simile a una resa definitiva: mai il tennis italiano ringrazierà abbastanza le proprie eroine, giunte purtroppo—ad eccezione dell'encomiabile Sara Errani— nella parte finale di una fantastica parabola sportiva. Dopo il pesante 2-0 della prima giornata, nulla ha potuto Francesca Schiavone contro la numero 3 mondiale Petra Kvitova. Eppure la milanese, reduce da un periodo di profonda crisi (sette sconfitte nelle ultime otto partite), ha giocato un buon match, contrastando con classe e intelligenza la potenza dell'avversaria. Nei momenti importanti, soprattutto nel finale del secondo set con la Schiavone avanti 5-3, la Kvitova ha cambiato marcia, chiudendo 6-4 7-6 con autorità. A risultato acquisito la Errani ha battuto la Hlavackova, poi la Pennetta ha abbandonato il doppio per un problema al polso. L'Italia piange e aspetta il sorteggio 2013, in programma il prossimo 6 giugno a Parigi: saremo ancora testa di serie (Usa, Australia, Giappone e Slovacchia le possibili avversarie), ma chissà quale formazione potremo schierare. La Repubblica Ceca festeggia e si appresta ad affrontare la seconda finale consecutiva, dopo il successo dello scorso anno: a inizio novembre Kvitova e compagne ospiteranno da favorite la Serbia, capace di espugnare 3-2 il campo indoor in terra battuta allestito dalla Russia. Intanto il circuito maschile è sbarcato sulla terra rossa e, come ogni anno, Rafa Nadal è tornato cannibale. Dopo un digiuno durato dieci mesi, il maiorchino ha conquistato Montecarlo per l'ottava volta consecutiva, infrangendo in finale il tabù Djokovic (6-36-1), mai battuto negli ultimi 18 mesi. Per Rafa Nadal si tratta del 47 titolo in carriera, il 33 sulla terra battuta e il 20 Masters 1000 in carriera, record assoluto e solitario, con Federer fermo a quota 19. Felice Rafa Nadal dopo un digiuno durato dieci mesi è tornato re sulla terra... rossa
 

comments powered by Disqus
Partnership

 

Ultimi commenti
Blog: Servizi vincenti
Ubi TV

L'Hot Shot di Nadal negli ottavi

Virtual Tour / Fanta Tennis virtual tour logo 2

Il fanta gioco di Ubitennis