28/04/2012 17:06 CEST - Curiosità
I 10 trofei più
brutti del tour
TENNIS - Sono tanti i soldi che vengono consegnati ai giocatori dopo la vittoria finale ma quello che rimane sulla propria bacheca sono i trofei. La TOP 10 dei più terrificanti: dalla pera di Nadal alla mucca di Federer. Giacomo Fazio
1 - La pera di Acapulco
Uno dei peggiori trofei che si siano mai visti in circolazione. L’ultimo vincitore di questo ambito premio è David Ferrer, a cui è stato consegnato anche un bel sombrero.
L’aspetto più divertente è che nel 2005 un giovanissimo Nadal si aggiudica il titolo ad Acapulco. Lo spagnolo però pare che abbia lasciato “involontariamente” la pera in albergo prima di prendere l’aereo. Allora dopo quattro anni, gli organizzatori del torneo pensarono bene di farglielo recapitare alle Atp World Tour Finals. Sarà stato felicissimo.
2 – La roccia di Gstaad
Il modo migliore per infortunarsi è sollevare il trofeo del famoso torneo svizzero che si gioca sulla terra di Gstaad dopo Wimbledon. Ne sa qualcosa Granollers che pure essendo molto alto è piuttosto magrolino e forse pesa meno di questa enorme pietra.
3 – La mucca di Federer
Sempre a Gstaad (sarà un vizio) pensarono di premiare il primo titolo dello Slam di Roger Federer a Wimbledon nel 2003 con una bella mucca. Pare che lo svizzero abbia apprezzato molto … chissà dove l’ha messa?
4 – La cerimonia di Tashkent
Il torneo, ormai è un evento Challenger. Tuttavia, la cerimonia è rimasta identica negli anni: i due finalisti devono indossare abiti tradizionali dell'Uzbekistan. Gli abiti sono di solito blu con finiture floreali dorate degne di Aladdin. Tim Henman ha indossato l'abito due volte, vincendo il titolo nel 1997 e 1998. Per chi se lo fosse perso … nella foto c’è anche Kafelinkov che guarda incredulo il britannico ma non è che lui stia meglio.
5 – Il cavallo di Martina
Per rimanere in tema di cerimonie particolari. Nel 2001, Martina Hingis vinse il primo torneo di tennis per donne in Medio Oriente, il Qatar Ladies Open. Fu un evento controverso ma che ebbe un grande successo. La Hingis dopo aver vinto il torneo fu “costretta” ad indossare un copricapo d'oro, una tunica e montare su uno stallone da portare fuori dal campo.
6 – La “ferraglia” di Bercy
L’ultimo Masters 1000 dell’anno è uno degli appuntamenti più affascinanti del circuito. Eppure non sono mai stati capaci di proporre un trofeo degno di questo nome. La caratteristica comune è il ferro. Dal 2002 al 2006 c’era il famoso albero metallico.
Oggi è una massa di fili aggrovigliati che a qualcuno ricordano per il colore e la forma, caramelle alla liquirizia. Solo che Federer nel 2011 stava per slogarsi una spalla.
7 – La Champions della Regina
Il torneo del Queen’s è uno dei tornei principali che apre la stagione sull’erba. Siccome dalle parti di Londra non hanno mai visto passare la Champion’s League perché le squadre della capitale inglese non hanno mai vinto la massima competizione continentale per Club, allora gli organizzatori hanno deciso di premiare il vincitore con il più grande trofeo che viene assegnato sul tour. Una vera e propria brutta copia della famosa coppa dalle grandi orecchie.
8 – Il flauto di Madrid
A Madrid si sono inventati di tutto pur di far parlare del torneo. Santana e soprattutto Tiriac oltre alla tanto discussa terra blu hanno deciso di assegnare al primo classificato un’opera in oro, creata da un famoso artista locale che è un misto tra un scettro, una scala a pioli ed un flauto. Infatti Nole tenta di suonarlo dopo la vittoria dello scorso anno.
9 – La piovra di Abu Dhabi
La ricchissima esibizione di Abu Dhabi che si tiene negli Emirati tra la fine dell’anno e gli inizi di gennaio, oltre ad un bello assegno di 200.000$ nell’ultima edizione ha regalato a Djokovic una creazione in vetro di uno studente della Zayed University di Abu Dhabi. Il risultato è piuttosto discutibile …
10 – Il pugnale di Dubai
Dopo Doha ed Abu Dhabi non poteva mancare Dubai. Per i finalisti i premi sono diversi. A Federer quest’anno è toccato il veliero mentre a Murray un pugnale. Non un’ ottima idea quella di dare un’ arma allo sconfitto …
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Giacomo Fazio
