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15/05/2012 15:52 CEST - INTERNAZIONALI D'ITALIA

Bello il Foro
Brutta Schiavone

TENNIS - Bravi Fognini e gli azzurri qualificati ma non è certo il periodo d'oro del tennis italiano. Complimenti al coreografo, la cornice è splendida. Peccato per il vento. La Schiavone perderà tanti punti dopo i quarti del 2011. Da Roma, Ubaldo Scanagatta
 

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Il Foro Italico (Photo by Julian Finney/Getty Images)
Il Foro Italico (Photo by Julian Finney/Getty Images)

Troppo vento per vedere del bel tennis. Il sole c’era, il calore no. Per seguire il match della Schiavone ci voleva il Parka, il piumone artico della WoolRich.

Però nel pomeriggio, fino a che c’è stato il sole, l’ambiente era bellissimo. Chi ha curato la coreografia del Foro Italico per questi Internazionali d’Italia ha fatto un gran bel lavoro. Credo lo si debba a Diego Nepi Molineris della Coni Servizi, ma se non è merito suo allora i complimenti vanno fatti a chi di dovere.

È davvero tutto molto bello: l’impianto, curatissimo, sembra pure grandissimo quando tutti sappiamo che rispetto agli Slam non lo è davvero. Certo il numero dei campi resta quello che è, 11 in tutto di cui 3 show court, rispetto ai 20 del Roland Garros, ai 19 di Wimbledon e uno con tetto, ai 24 campi degli Australian Open di cui due con tetto, e ai 46 dell’US Open, però non c’è forse torneo…non Slam che possa vantare un’immagine più bella. Va dato a Cesare quel che è di Cesare.

La seconda giornata del torneo, però, non è stata granché, purtroppo. E la programmazione della terza mi pare molto mediocre, molto provinciale. Prima ci si è messo il pancino di Dolgopolov a fare le bizze. L’ucraino che piace tanto, a donne e bambini, non è stato in grado di tirare una palla di là. 6-0 in un balletto per Verdasco e via negli spogliatoi. Forfait. Poi figurarsi se una nervosa di suo come la Kuznetsova avrebbe sopportato di giocare contro tutto quel vento, e per di più contro una bella come Ana Ivanovic a confronto della quale anche una bellezza si sente un rospo.  E la Kuz, pur a me assai simpatica, onestamente è tutto fuorchè una bellezza. Finchè le mette va dentro era un piacere guardarla, ora che l'ex campionessa di due Slam ne mette tantissime fuori non lo è più.

 Poi c’è stato Fognini, che ha dominato l’ectoplasma di Baghdatis, e sottolineare questo non significa sminuire la performance dell’azzurro. I suoi tifosi non me ne vogliano. Fabio ha cominciato bene e questo, che è un merito, lo ha certamente aiutato. Il vento è un fattore destabilizzante, sia a livello tecnico sia - talvolta soprattutto - a livello psicologico.
Quando c’è tanto vento chi perde gliene dà quasi sempre la colpa. È per metà un alibi, per metà una fuga dalle responsabilità. Se uno poi, come il Baghdatis di questi ultimi tempi, non è tanto motivato…finisce presto sotto la doccia. Come è accaduto.

Alla fine il torneo di casa vede tre dei quattro italiani scesi in campo, tre wild card e un solo ammesso al tabellone per ragioni di classifica (Seppi), al secondo turno. Si era detto in sede di presentazione che avevano avuto sorteggi piuttosto favorevoli, che nessuno era chiuso in partenza ed in effetti la previsione era stata indovinata. Seppi ha battuto Istomin ("Un match antistaminico" ha commentato l'arguto Semeraro), Lorenzi ha sorpreso Davydenko, altro giocatore in declino (ma mica è colpa di Lorenzi!), di Fognini si è detto, mentre Volandri si è imbattuto nell’avversario decisamente più tosto, il n.30 del mondo Troicki, e tuttavia è stato avanti di un set e anche di un break nel secondo quando ha mancato la palla del 5-3 sul proprio servizio (che non è peraltro quasi mai un gran vantaggio). Alla fine Filippo era incavolatissimo ed aveva ragione di esserlo. Un’occasione mancata.

Ma insomma, in attesa che Starace faccia il suo dovere (?) oggi con Kubot, che non va sottovalutato, non c'è dubbio che per essere un Masters 1000, 3 italiani e forse 4 al secondo turno in campo maschile è un risultato più che dignitoso.
Non da fanfare, sia chiaro. Alla vigilia di questo torneo ho letto su troppi giornali peana assolutamente esagerati sul momento d’oro del tennis italiano. Per favore, siamo seri. Il fatto che la Errani abbia vinto tre tornei di medio-basso valore, o che Seppi e Fognini siano saliti in classifica a n.30 e n.45, non dovrebbe esaltarci. Meglio che niente, per carità, ma leggere che è un momento d’oro per il nostro tennis mi fa tanta tristezza. Eppure lo scrivono anche firme importanti.

Di fatto si esalta solo quella parte di stampa i cui editori si sono legati commercialmente alla Federtennis. Non ho mai visto in nessun altro torneo del mondo tanti stand di testate giornalistiche quante ce ne sono qui a Roma. Giuro.  La Gazzetta dello Sport, Il Messaggero, Il Corriere dello Sport, RTL 105, Il Tennis Italiano…Insomma la FIT, oltre che della coreografia, si sta giustamente preoccupando anche di acquisire consenso sui media, dopo che il suo ex direttore della comunicazione era riuscito a litigare con mezzo mondo.

D’altra parte i giornali vanno di peste, tutti perdono copie, i ragazzi vanno su Internet e tutt’al più guardano la tv. Se un genitore - e io lo sono di due ragazzi intorno ai 20 anni - compra ancora i giornali e li porta a casa li ritrova intonsi. I ragazzi non leggono più e quelli molto vecchi prima o poi muoiono senza essere sostituti.

Con gli editori poveri, che pietiscono contributi ai governanti, qualunque offerta arrivi da chi se le può permettere - e chi meglio di federazioni che ricevono soldi dal Coni e fino a ieri non avevano chi li mettesse con le spalle al muro se non pubblicavano i bilanci? - viene accolta dagli editori con entusiasmo. E può allora un povero giornalista (…perché oggi i giornalisti non sono più dipendenti privilegiati come una volta quando fare giornalismo era sempre meglio che lavorare) rischiare di mandare all’aria un affare, un accordo commerciale, per fare il Pierino, il puro che fa giornalismo d’inchiesta? No che non può. I giornalisti sono sempre meno all’interno delle loro testate (quelle non ancora chiuse). Se qualcuno va in pensione non viene sostituito, e anzi gli ultimi incentivi vengono spesi per accompagnarli all’uscita. Nella speranza, degli editori, che passino le modiche all’articolo 18 che consentiranno agli editori di risparmiare anche quegli incentivi. Oggi gli scivoli sono vere e proprie scivolate.

Tornando al tennis giocato, purtroppo la serata italiana si è conclusa con una nuova sconfitta di Francesca Schiavone, stavolta con la Makarova. Partita brutta, serata gelida, atmosfera pesante.
Prima della conferenza stampa fra i colleghi ci guardavamo quasi spauriti. Chi l’affronta per prima? “Attenzione che può mordere!” diceva un altro collega in vena di scherzi. “Via si fa per sdrammatizzare” diceva un secondo a un terzo che aveva lanciato un’occhiata sdegnata al primo.

Anni addietro ero presente a quella conferenza stampa in cui un collega coraggioso, ma anche sprovveduto, chiese a Roger Federer dopo una sconfitta: “Pensi che sia l’inizio della fine?” e Roger, gelido: “Next question?” (Prossima domanda?).

Povera Francesca (nonostante i suoi 8 milioni di euro in serate come questa è più povera di tanti di noi…quantomeno di spirito), chissà quanto avrebbe pagato per non dover affrontare anche le forche caudine di una conferenza stampa. Forse sperava di prenderci per sfinimento, così ci ha fatto aspettare un’oretta abbondante. Valeva la pena? Ve lo dirà chi riporterà il succo dell’intervista per la quale diversi stanno affilando…i coltelli! No, in realtà stanno pensando a come porgere domande sufficientemente diplomatiche che stimolino risposte moderatamente soddisfacenti.

p.s. Oggi non è stata una programmazione fortunata. Alle 17 il campo centrale era vuoto, spazzato via Dolgopolov dal mal di pancia, la Kuznetsova dalla propria insipienza, Baghdatis da Fognini che pareva ispirato dal Dio Eolo. Così il pubblico, scarsino purtroppo, è andato dove poteva. Non so come andrà per la terza giornata, ma la programmazione non è troppo allettante.

Ubaldo Scanagatta

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