30/07/2012 10:32 CEST - LONDRA 2012

Tennis in vetrina alle Olimpiadi

TENNIS -  Wimbledon a colori è un grande spot per il tennis, ma i posti vuoti nelle prime file non sono un bene. Da Londra, Vanni Gibertini

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London 2012 at Wimbledon
London 2012 at Wimbledon

E’ davvero un Wimbledon diverso, questo olimpico colorato di rosa. O forse è fucsia. Magari viola, come il colore ufficiale dell’All England Club. A seconda della luce e della posizione il colore appare diverso, ma è comunque molto diverso a quel verde militare serioso che siamo abituati a vedere ogni anno durante i Championships. E la musica sparata a palla dagli altoparlanti del Centre Court tra un match e l’altro, anche quella non l’avevamo mai sentita. A qualcuno dei giocatori piace, questo torneo diverso: ce lo ha detto Flavia Pennetta nella sua lunga intervista ad Ubaldo, lo ha accennato Roger Federer dopo il suo incontro di primo turno. A qualcun altro piace meno, come a Francesca Schiavone che si è lamentata del pubblico che si muove durante il gioco, che fa rumore, insomma che non si comporta come il pubblico del tennis. Ma si sa, durante le Olimpiadi si coglie l’occasione per andare a vedere anche sport che si seguono di sfuggita o che non si conoscono quasi per nulla. Ed è questo forse il motivo principale per cui vale la pena ogni quattro anni sconvolgere il rigidissimo calendario del tennis per partecipare a questa rassegna a cinque cerchi, che mette uno sport tendenzialmente elitario e snob come il tennis nella più importante vetrina sportiva al mondo, perché il mondo lo conosca un po’ meglio.

Per questo, all’All England Club hanno coperto tutti gli orologi Rolex che sono presenti in tutto l’impianto, dal momento che è Omega e non Rolex l’”orologiaio” ufficiale del CIO.


Sono arrivati persino a coprire con un pezzo di nastro adesivo bianco il nome degli asciugatori nei bagni, perché per avere il proprio marchio esposto alle Olimpiadi bisogna pagare.

L’aspetto paradossalmente più entusiasmante nel pubblico del Wimbledon olimpico è che… è poco! Tantissimo spazio, si entra sui campi laterali senza fare la fila, si riesce a comprare da bere senza impiegare mezz’ora, un’ °upgrade° davvero inatteso che sarebbe bello, quanto impossibile, trasferire ai Championships. E’ probabile che questa rarefazione degli spettatori nei ground sia dovuta ad un numero di fattori: innanzitutto si gioca su meno campi (e tra i campi su cui si gioca incomprensibilmente non è incluso il nuovo campo n.3, completo di tribune a 360°, forse perché troppo nuovo e non incluso nell’originale “contratto d’affitto” firmato a suo tempo tra il Comitato Organizzatore LOCOG e l’All England Club), poi le strettissime procedure di controllo all’ingresso del CIO hanno probabilmente suggerito di vendere meno biglietti, per alleggerire le file, ed infine… c’è gente con il biglietto che magari non viene!

Eh sì, è questo il grande scandalo che Lord Sebastian Coe, il presidente del LOCOG, sta tentando di combattere: sabato e domenica in diversi impianti olimpici ci sono stati diversi imbarazzanti vuoti nelle tribune, che sono stati parzialmente riempiti da militari e da insegnanti e studenti che erano stati “preselezionati” per una tale eventualità. Gli esempi più evidenti si sono avuti alla North Greenwich Arena (che normalmente si chiama O2 Arena, ovvero quella dove si disputano le ATP World Tour Finals, ma la compagnia telefonica O2 non è sponsor olimpico, quindi…), dove al momento va di scena la ginnastica artistica, la Water Polo Arena che ospita la pallanuoto, e persino all’Aquatics Centre dove alcune sessioni di nuoto, una delle discipline principe dei Giochi, hanno visto settori quasi totalmente deserti. Persino in occasione della partita del Dream Team statunitense di basket e la Francia c’erano diversi buchi tra le tribune. In alcuni casi si tratta dei settori riservati alla famiglia olimpica, ai media ed agli atleti, in altri si è trattato di blocchi di biglietti riservati agli sponsor olimpici (sì, sempre loro…) che sono rimasti invenduti, ma secondo Lord Coe si tratta di meno del 2%. “Abbiamo fatto partire un’indagine per capire l’origine del problema e ci adopereremo affinché i posti vuoti possano essere messi a disposizione dei fans”. Anche a Wimbledon la sensazione era piuttosto strana: parecchi buchi nei settori inquadrati dalle telecamere, diversi dei quali anche qui sono assegnati alle persone accreditate, ma nei settori più lontani dal campo non c’era un posto libero. Solo che la sensazione è insolita, perché durante i Championships i settori più vicini al campo, quelli per intenderci sul lato lungo dietro ai giocatori, sono riservati a chi fa la fila di notte davanti ai botteghini, per cui sono sempre pieni. Qui invece sono i biglietti più pregiati, che vengono allocati in parte a sponsor, pacchetti di viaggio, pacchetti “prestige” e cose varie, insomma a gente che del tennis non gliene importa poi tantissimo.

Altra cosa strana di questa Olimpiade è che è riuscita a svuotare Londra dai turisti: praticamente non ce ne sono. Ci sono i visitatori olimpici, ma i turisti tradizionali, quelli che vengono per andare alla Tate Modern, sulla London Eye ea fare shopping ad Harrods, quelli sembrano svaniti. Infatti la settimana scorsa gli alberghi nel centro di Londra erano disperatamente vuoti, 35-40% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, i ristoranti più alla moda, per i quali normalmente bisogna aspettare settimane per avere una prenotazione, erano in grado di confermare disponibilità per la sera stessa. E per il momento il sistema dei trasporti sta tenendo abbastanza bene – le mega-attese alle stazioni della metropolitana per ora non si sono materializzate, anche se la vera prova del fuoco verrà durante le giornate lavorative, quando tutti i londinesi riprenderanno a lavorare ed a prendere la metropolitana come loro solito. Vedremo, ma finora la gestione del pubblico è stata inappuntabile per quello che abbiamo visto: dopo la straordinaria finale del fioretto femminile sabato sera, il deflusso di tifosi dal mastodontico ExCeL, che ospita le gare di ben quattro discipline (oltre a scherma, anche tennis tavolo, boxe e sollevamento pesi), non ha causato particolari problemi, ed il nostro rientro a Wimbledon (che è dalla parte opposta di Londra) ha richiesto meno di un’ora con la metropolitana meno affollata di un qualsiasi normale sabato sera. Speriamo continui così.
 

Vanni Gibertini

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