07/08/2012 17:49 CEST - Tennis italiano

Petrucci difende Binaghi

TENNIS - Il presidente del Coni Gianni Petrucci difende Binaghi e la Federtennis. "Binaghi lavora per la Federazione. Al femminile abbiamo vinto tutto, e i progressi al maschile non si possono negare". E' davvero così?

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Gianni Petrucci
Gianni Petrucci

Il presidente del Coni Gianni Petrucci difende il presidente Barelli e la Federnuoto dopo le delusioni di Londra 2012. "Il nuoto ha avuto risultati straordinari negli ultimi 13 anni. Se in un'Olimpiade non arrivano, non si può dare la colpa a una Federazione. Non è vero che se un atleta vince è merito suo, se perde è colpa della Federazione: non è e non sarà mai così".

Ubaldo chiede se questo ragionamento valga anche per la Federtennis. "Quando non vengono i risultati non ci sono responsabilità" commenta Petrucci. "Quando non otteneva risultati si parlava del maschile e del femminile. Oggi del femminile non si parla più. Adesso, ci sono delle persecutio verso alcune persone. Non sono obbligato a difendere i presidenti. Non difendo i presidenti che non si impegnano. Binaghi è un presidente che lavora per la federazione, al femminile abbiamo vinto tutto quello che c'era da vincere. Alle Olimpiadi non siamo andati bene, ma nel tennis può succedere di tutto, nemmeno Federer ha vinto. Nel maschile passi avanti sono stati fatti. Il tennis è vivisezionato in ogni secondo. Quando si va avanti si è stitici nel dire che i nostri vanno avanti, quando si perde si gioisce: 'vedete, non c'è mai nessuno' Sarò un pazzo, ma difendo anche il tennis".

Il "tutto quello che c'era da vincere" si traduce nelle Fed Cup e nella, certamente storica, affermazione di Francesca Schiavone al Roland Garros 2010. Ma quanto merito ha la Federazione in questi successi? C'è molta più Spagna che Italia nella squadra azzurra di Fed. Flavia Pennetta è seguita da anni con lo spagnolo Gabriel Urpi, Sara Errani ha lasciato l'Italia a 12 anni per andare a Valencia nella stessa accademia in cui si allena David Ferrer. Francesca Schiavone è arrivata a Tirrenia solo nel 2009 dopo l'interruzione del lungo rapporto con l'argentino Daniel Panajotti.

"Anche nel maschile" prosegue "oggi ci sono diversi atleti nei primi 100 e prima non c'erano". Verrebbe da chiedersi, senza andare troppo indietro con la memoria: e Gaudenzi, Camporese, Furlan? Siamo davvero sicuri che la situazione attuale, con un solo top-50 nell'ultima classifica, si possa considerare un progresso? E poi, come si possono mettere sullo stesso piano la storia recente del nuoto e quella del tennis? Il nuoto viene da un passato recente di incredibili successi. con i trionfi e i record di Rosolino, di Fioravanti, di Magnini, di Pellegrini, di Filippi (e di altri che certamente mancano a questo breve elenco). Nel tennis maschile siamo fermi al magico 1976 di Panatta, a quel Roland Garros che è ancora l'unico Slam vinto da un italiano nell'era Open. Regge davvero il confronto?

"E se non si vince..." conclude Petrucci, "quante nazioni non vincono? Oggi che avrei dovuto dire se fossi stato presidente del comitato olimpico tedesco o russo?".

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