08/08/2012 17:16 CEST - LONDRA 2012

Non tutti gli ori sono uguali

TENNIS - Le Olimpiadi sono simbolo dello sport ma lo sport è un mondo non democratico: l'oro del badminton e quello dei 100 m hanno pesi diversi. Rino Tommasi

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Bolt, Blake e Gatlin: il podio dei 100 m
Bolt, Blake e Gatlin: il podio dei 100 m

La carta olimpica non prevede una classifica per nazioni, per cui lascia liberi i giornali di tutto il mondo di compilare la propria.

Le classifiche sono una esigenza alla quale chiunque si occupi di sport non riesce a sottrarsi, per cui forse non è sbagliato affermare che lo sport è un mondo che rifiuta la democrazia e contemporaneamente esalta i valori e le qualita' individuali, naturalmente nel rispetto delle regole che ovviamente non prevedono e non consentono il doping, purtroppo divenuto in questi giorni argomento di grande attualità sui nostri giornali, nei nostri salotti e nei nostri bar.

Anche se, come ho ricordato, non c'è un regolamento che stabilisca i criteri con i quali compilare una graduatoria per nazioni, alla fine pare si sia trovato un accordo su una formula ormai quasi universalmente accettata. Si contano le medaglie (oro, argento e bronzo) e pazienza se è fin troppo evidente che non tutte le medaglie hanno lo stesso valore tecnico-sportivo.

Non voglio mancare di rispetto a nessuno, ma non si può paragonare una medaglia conquistata nella maratona (gara simbolo delle Olimpiadi) o quella vinta nei 100 metri con una ottenuta nel dressage o nel badminton. Senza considerare la differenza tra una vittoria in una disciplina di squadra (ed anche qui si può discutere all'infinito sulla diversa universalità del calcio e dell'hockey su prato).

Tuttavia, poichè è impossibile "pesare" queste differenze, è diventato più semplice e pratico affidarsi al conteggio delle medaglie lasciando a studi più elaborati la valutazione del significato di ogni disciplina e di ogni risultato.

A monte di tutte queste considerazioni, c'è un altro aspetto che nello sport non si può ignorare e che per necessità di sintesi indicherei alla voce "fattore campo".
E' evidente che gli atleti ed i paesi europei sono stati avvantaggiati negli anni dal fatto che 15 delle 26 edizioni dei Giochi si siano svolte nel nostro continente. Già che ci sono, ricordo che 6 si sono svolte in Nord America, 3 in Estremo Oriente, 2 in Oceania mentre il Sud America avra' la sua prima Olimpiade nel 2016.

Dopo 12 giornate di gara il Medagliere di questa Olimpiade vede ancora l'Italia al settimo posto, con un bilancio di 7 medaglie d'oro, 6 d'argento, 4 di bronzo. Temo sarà difficile mantenere questa prestigiosa posizione ora che la scherma, il salvadanaio del nostro sport, ha già esaurito il suo programma ed il nuoto ha registrato un doloroso fallimento.

Le migliori edizioni olimpiche dello sport italiano sono state quelle che si sono svolte tra il 1924 a Parigi ed il 1964 a Tokyo, con una punta irripetibile di un secondo posto a Los Angeles nel 1932 mentre il terzo posto raggiunto a Roma nel 1960 è stato naturalmente favorito dalla sede. Siamo andati maluccio a Seoul nel
1988 (decimo posto) ed a Barcellona nel 1992 (undicesimo), ci siamo risollevati tra Atlanta nel 1996 (sesti), Sydney nel 2000 (settimi), Atene nel 2004 (ottavi) ed a Pechino nel 2008 (noni), malgrado la concorrenza si sia ampliata e rinforzata per l'ascesa prepotente della Cina.
Come dicevo. speriamo di resistere anche se ci aspettiamo poco dall'atletica, i cui risultati rimangono il nostro cruccio più grande in questa rassegna.

Rino Tommasi

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