28/08/2012 18:16 CEST - US OPEN 2012

NY: la grande mela 2 Ritorno nella City

TENNIS - Ritorna la rubrica che vi accompagnerà nel corso del torneo facendovi scoprire una parte della città e rendovi partecipi della nostra trasferta. Non c'è miglior modo di cominciare che rivivendo i posti più belli. Da NY Giacomo Fazio

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New York
New York

La Statua della Libertà

A New York ci si imbatte spesso nella riproduzione della Statua della Libertà ma l'emozione che si prova nel vedere l'originale mentre la nave si avvicina a Liberty Island è indescrivibile. Non si può non essere colpiti dalla grazia, dall'immensità e dall'intensità dell'opera. Sembra quasi di poter rivivere le sensazioni, le speranze e i sogni degli emigranti provenienti da tutto il mondo.

Monument to American Independence: Liberty Enlightening the World (Monumento all'indipendenza americana: la libertà illumina il mondo) afferma l'iscrizione ufficiale. La statua rivestita in rame è uno dei simboli americani più noti e diffusi e non si immagina quindi quante lotte abbiano preceduto la sua installazione.

I cittadini francesi finanziarono la scultura di Auguste Bartholdi, mentre l'America doveva fornire la base, ma in realtà lo stato era alquanto riluttante a concedere i fondi. Nel giorno dell'inaugurazione, il 28 ottobre 1886, il presidente Grover Cleveland, aveva vietato nella sua qualità di governatore di New York la contribuzione di fondi per il piedistallo. Inoltre, malgrado il simbolo della libertà fosse di sesso femminile, non c'erano donne fra gli invitati. È alta conmplessivamente 93 metri, compresi i 47 m del piedistallo. Raffigura una donna che indossa una lunga toga e sorregge in una mano una fiaccola (simbolo del fuoco eterno della libertà), mentre nell'altra stringe un libro recante la data del 4 luglio 1776 (giorno dell'Indipendenza americana).


 

Ai piedi ci sono delle catene spezzate e in testa c'è una corona, le cui sette punte rappresentano i sette mari e i sette continenti.

Negli anni ha preso sempre più corpo l'idea che le sembianze della statua opera di Frédéric Bartholdi siano state ispirate dalla Statua della Libertà della poesia, presente sul monumento funebre di Giovanni Battista Niccolini nella Basilica di Santa Croce a Firenze, ad opera dello scultore Pio Fedi.

 

Statua della Libertà di Pio Fedi - Santa Croce a Firenze

 

 

L'Empire State Building

Nei manuali di architettura lo stile art déco dell'Empire State Building è considerato minore, ma pochi edifici hanno suscitato tanta attenzione: è stato scalato da King Kong, un bombardiere B-25 ci si è schiantato contro e i fulmini lo colpiscono in media un centinaio di volte all'anno. Nessun grattacielo può vantare un'atmosfera altrettanto romantica, senza dimenticare la splendida vista sulla città e sul vicino New Jersey.


Per costruire l'Empire State, l'immobiliarista John Jacob Raskob demolì l'originale Waldorf-Astoria, uno degli splendidi alberghi di New York. Raskob, dirigente alla Generai Motors, voleva che il suo grattacielo superasse in altezza i 77 piani del Chrysler Building, completato nel 1930 dal rivale nel settore automobilistico Walter Chrysler. Malgrado qualcuno consideri vincitore ideale il grattacielo Chrysler, esteticamente più attraente, l'Empire State, inaugurato il 1° maggio 1931, superò il Chrysler e detenne il primato di edificio più alto del mondo per quarant'anni con i suoi 443m.


Come se non bastassero gli 86 piani utilizzabili come uffici, l'Empire State è sormontato da una torre osservatorio di 16 piani, a sua volta sormontata da antenne di telecomunicazioni e da un parafulmine. Nei progetti originali la cima dell'edificio doveva essere adibita a ormeggio per dirigibili, ma dopo il fallimento di varie prove (a causa dell'eccesso di vento) il progetto fu abbandonato.

L'esterno dell'Empire State, studiato per ricordare la forma di una matita, è deliberatamente funzionale. Celebra il ruolo della produzione di massa nella costruzione dell'edificio. Sia le strutture della facciata, in pietra calcarea che gli ornamenti delle finestre, in acciaio cromato, sono componenti prodotte industrialmente.

Grazie ai metodi all'avanguardia e al lavoro ininterrotto, giorno e notte, la costruzione fu completata in soli 14 mesi. Sfortunatamente per Raskob nel 1929 il mercato azionario statunitense crollò prima ancora che fosse terminata la demolizione del vecchio Waldorf. Negli anni '30 e all'inizio dei '40 gli inquilini erano così pochi che il grattacielo venne soprannominato "Empty (vuoto) State Building". Per vari anni fu possibile pagare le tasse solo grazie al guadagno derivante dai biglietti di ingresso all'osservatorio.

Fin dall'inizio l'edificio fu usato per ambientazioni cinematografiche, benché la sequenza più famosa — la scalata di King Kong che tiene l'attrice Fay Wray nella mano e scaccia aerei come se fossero mosche — fu girata a  Hollywood.

Per celebrare particolari eventi o festività le luci bianche che illuminano l'Empire State Building vengono sostituite con fari colorati.

 

Central Park 

In certi momenti Central Park sembra uno dei posti più magici sulla faccia della terra. Per il resto del tempo, questa lussureggiante oasi verde è comunque splendida. I progettisti di Central Park pensarono a un luogo dove i newyorkesi potessero sentirsi trasportati in una dimensione diversa da quella cittadina.

Con il Greensward Plan gli architetti paesaggisti Frederick Law Olmsted e Calvert Vaux intendevano non tanto domare il terreno tra la 59th e la 100th Street, quanto creare uno spazio così inequivocabilmente rurale da far sentire trasportati fuori dal loro ambiente urbano i residenti della città. Il progetto, profondamente influenzato dai parchi pubblici e dai giardini privati di Londra, era rivoluzionario tanto dal punto di vista sociologico quanto dal punto di vista artistico. Nessuno può dire di conoscere New York finché non si è esplorato Central Park. Un buon percorso è quello diretto verso nord-ovest, che parte dall'ingresso di Grand Army Plaza, all'incrocio tra la 59th Street e la 5th Avenue e prosegue oltre The Mall, la Bethesda Fountain, il lago, The Ramble e il Belvedere Castle.

Belvedere Castle - Il fantasioso castello, in cima alla Vista Rock, ospita l'Henry Luce Nature Observatory. Sulla torre si può godere di una panorama a 360 gradi.


 

Fountain -  A Emma Stebbins si deve la scultura in bronzo della Fontana, l'Angelo delle Acque, con i quattro cherubini che rappresentano la Purezza, la Salute, la Pace e la Temperanza.


Carousel - I cavalli di legno galoppano intorno alla giostra circolare all'interno di una struttura ottagonale in mattoni.


 

Conservatory Garden - Lontano dal caos di altri punti di Central Park questo giardino è allestito all'inglese, alla francese e all'italiana.

Conservatory Water - Gli appassionati dei modellini di barche guidano i loro natanti lungo la superficie del laghetto. Verso nord, la protagonista di Alice nel Paese delle Meraviglie siede su un fungo, fiancheggiata dal Cappellaio Matto e dal Bianconiglio. A ovest ci sono Hans Christian Andersen e il suo Brutto Anatroccolo.

 

The Lake - Punto focale della zona al centro del parco, il lago attira l'attenzione sia quando è affollato di barche sia quando risplende tranquillo in una gelida giornata d'inverno. Il Bow Bridge lo valica, separando le zone meglio curate a sud dal più selvaggio Ramble a nord.


 

The Mall- File di olmi americani sono disposte ad arco sopra il sentiero fiancheggiato da panchine. Nel XIX secolo era l'unico posto accettabile dove giovani uomini e donne potessero passeggiare senza sorveglianza, il che ne giustifica in parte l'immensa popolarità.


 

Obelisk - I geroglifici incisi su questa colonna di granito alta oltre 21 metri, dono dello Stato egiziano, raccontano le gesta del faraone egizio Thothmes II.


Strawberry Fields - La vedova di John Lennon, Yoko Ono, ha sovvenzionato questo giardino dedicato alla pace, situato a pochi metri a est della loro casa, nei Dakota Apartments. Un mosaico in bianco e nero nel marciapiede riproduce la parola "imagine", titolo della celebre canzone scritta da Lennon dopo la separazione dai Beatles.
 

 

Il Rockefeller Center

I turisti di tutto il mondo riconoscono il Rockefeller Center principalmente per le sue torri art déco, la pista di pattinaggio sul ghiaccio, la statua di Prometeo e, naturalmente, per l'albero di Natale che tutti gli anni viene eretto qui. Con i suoi 604.000 mq adibiti a uffici, questa città nella città, composta di 19 edifici, è innanzitutto una roccaforte del commercio. Ciò nonostante, girovagando lungo le passeggiate esterne e gli spazi interni, non potrete sottrarvi al fascino di questa costruzione imponente.

Durante la Grande Depressione venne abbandonata l'idea di costruire una nuova Metropolitan Opera House sulla base del complesso di edifici situati tra 48th e 51st Street e 5th e 6th Avenue. John D. Rockefeller Jr. rielaborò il progetto al fine di ospitare emittenti radio, televisive e altri locatari. Un comitato d'architetti capeggiato da Raymond Hood creò un gruppo omogeneo di grattacieli rivestiti di calcare bianco proveniente da una cava dell'Indiana e decorati in delicato stile art déco. L’edificio principale fu eretto tra il 1931 e il 1939. Un elemento del progetto testimonia la preveggenza di Rockefeller sull'importanza che in futuro avrebbe assunto la televisione: alcuni piani dell'RCA Building (ora General Electric o GE) dedicati agli studi, occupati dalla National Broadcasting Company (NBC), sono privi di finestre. Un comitato apposito elaborò un tema grandioso per la scelta delle decorazioni destinate al Rockefeller Center. 

Iniziamo la visita dalla statua di Atlante di Lee Lawrie, situata sulla 5th Avenue dal lato opposto di St Patrick's Cathedral, all'incrocio con la 51st Street, di fronte all'Intenational Building.

 

Dirigendoci a sud verso i Channel Gardens, così denominati perché dividono il British Empire Building dal French Building, seguiamo il viale in pendenza a ovest fino a Outdoor Plaza. Domina la piazza il Prometeo in bronzo dorato di Paul Manship, con il corpo sospeso in aria e le braccia aperte. È un'ironia della sorte che Prometeo, il Titano noto per aver rubato il fuoco agli dei dell'Olimpo e averlo donato all'uomo, stia a guardare i pattinatori nel gelido inverno.

 

Non era questo il piano originale per l'Outdoor Plaza, che negli intenti avrebbe dovuto attirare i visitatori nei negozi e nei ristoranti sotterranei. Quando la prima pista artificiale di pattinaggio sul ghiaccio all'aperto di New York City aprì, il giorno di Natale del 1936, la piazza cominciò a suscitare maggiore attenzione. Il giorno dell'inaugurazione del Prometeo nei primi anni '30, uno spettatore disse qualcosa sul fatto che sembrava come se Prommy fosse appena saltato giù dal tetto e stesse per precipitare al suolo.

 

Giacomo Fazio

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