30/08/2012 18:59 CEST - US Open 2012

I dieci piccoli italiani finiranno uno a uno ko?

TENNIS - Sei italiani dei dieci all'avvio battuti al primo turno senza aver vinto un solo set: non sorprende ma è preoccupante. La Errani più probabile ultima dei…Mohicani, in ottavi? Dite la vostra. Dall’inviato Ubaldo Scanagatta 

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Andreas Seppi (Getty Images North America Nick Laham)
Andreas Seppi (Getty Images North America Nick Laham)

NEW YORK _ Per fortuna che nel tennis non si muore, tutt’al più muore il torneo e gli sconfitti tornano a casa. E dopo qualche ora o giorno si riparte come nulla fosse per un nuovo torneo. Altrimenti le vicende semitragiche dei 10 piccoli tennisti italiani, almeno in questi primi tre giorni di US Open, mi ricorderebbero i vari film ispiratisi al celebre romanzo di Agatha Christie “Dieci piccoli indiani” (alla cui trama, essa sì tragica ma almeno ricca di una suspence che qui a Flushing Meadows non abbiamo vissuto) e diretti nel ’65 da george Pollock e nell’89 da Alan Birkinshaw. Via via, uno a uno, i dieci piccoli indiani scomparivano, in circostanze tragiche… 

Dei nostri 10 piccoli italiani con racchetta sei hanno già fatto le valigie dopo il prinmo turno, tre uomini senza fare un set Lorenzi, Volandri e Seppi contro Djokovic, Chardy e Robredo, e tre donne che _ per non essere da meno _ non hanno vinto un set nemmeno loro, Burnett, Giorgi e Schiavone, contro Dushevina, Pironkova e Stephens. Un bilancio abbastanza sconfortante, appena mitigato dal fatto che le due ragazze sono giovani e quindi suscettibili di progressi, mentre per quanto riguarda la Schiavone il dubbio che possa essere vicina al canto del cigno prende una qualche consistenza, anche se tutti si augurano che così non sia. Ancora in gara quindi 4 superstiti, 2 uomini e 2 donne, Cipolla atteso da Sock (il calzino americano), Fognini da Garcia Lopez, la Vinci dalla Shvedova (sì quella del Golden set, del 6-0 senza perdere un punto a Saretta Errani a Wimbledon) e la Errani chiamata a vendicare la Burnett, dovendo affrontare la sua giustiziera Dushevina.

Giocano tutti tranne Fognini oggi, Errani, Vinci e Cipolla. Premesso che io spero, e in fondo credo, in un 3-0 per gli azzurri oggi, mi sento di escludere che anche nella peggiore delle ipotesi, e cioè uno 0-3, non si vinca nemmeno un set. Insomma non si può far peggio che al primo turno. Non posso dire che accetto scommesse, sennò mi denunciano (e magari qualcuno in Fit ne sarebbe pure capace…e allora gli darò una chance a fine altro articolo e fine intervista esclusiva, un po' amarcord e un po' no, con Mats Wilander), ma ne sono certo. Domani Fognini può benissimo battere Garcia Lopez e quindi il bilancio a ieri deludente, potrebbe diventare dignitoso con 4 azzurri al terzo turno, facendoci dimenticare le sei batoste del primo. Chi sarà l’ultimo dei… Mohicani? Magari agli ottavi? Guardando i due tabelloni del singolare direi: Errani.

Sebbene Sara non mi abbia certo ben impressionato contro la modesta Muguruza, che ha commesso 68 errori gratuiti (quasi un record) è lei che ha le maggior chiances di vestire i panni dell’ultima superstite. Dovrebbe infatti, sulla carta, avere un compito meno difficile della Vinci dovendo affrontare la Dushevina e poi la vincente fra Bertens e Puchkova, mentre Roberta ha già un’avversaria tosta oggi nell’imprevedibile ma talentuosa Shvedova e poi eventualmente un altro compito non semplice con la Cibulkova, altra ragazza che se indovina la giornata giusta è piuttosto forte.

Per Cipolla, anche se dovesse battere il duo Sock-Nystrom (lo svedese, ex partner di doppio di Mats Wilander, è il nuovo coach dell’americano, dopo esserlo stato di Melzer, l’austriaco sconfitto qui dal qualificato americano Klahn), vedo proibitivo l’eventuale turno successivo contro Almagro o Petzschner (soprattutto con lo spagnolo).

Quanto a Fognini ho già detto che Garcia Lopez è avversario battibile, ma contro il vincente di Roddick-Tomic gli do invece poche chances (sperando di sbagliarmi, ovviamente).

Ecco perché ritengo che Sara Errani abbia più chances di tutti i nostri quattro piccoli italiani di raggiungere gli ottavi, dove peraltro la sua posizione fra le teste di serie, n.10, la vorrebbe. E’ in corsa per un posto al Masters femminile e i punti che dà uno Slam sono tanti. Lo scorso anno qui perse al primo turno.

Giocava solo Andreas Seppi questo mercoledì e allora direi che, al di là della netta sconfitta con il redivivo Tommy Robredo, che ha 30 e non 50 _ e suo malgrado si è pure riposato questi due anni, per via del pesante infortunio alla coscia sinistra _ l’aspetto più curioso della sua vicenda è emerso dalla sua intervista, che potete ascoltare. Andreas non sopporta questi campi, ci ha sempre giocato male, è stato lui stesso a ricordare che qui ha perso quasi sempre al primo turno (con ieri gli ultimi quattro US open, in totale 7 volte in 9 anni! Nel 2004 fu secondo turno, nel 2008 terzo), a Miami ha fatto cinque primi turni e tre secondi, a Indian Wells 3 primi e 4 secondi, in Canada tre primi turni, a Cincinnati un terzo turno…per sbaglio e il resto eliminazioni al primo o al secondo turno. E anche nello slam australiano non è mai arrivato al terzo turno. Devo dire che è un caso abbastanza anomalo. Abbastanza inspiegabile. Almeno per me. Ma siccome su questo sito si esprimono spesso commentatori assai preparati, sono curioso di vedere un po’ che cosa scriveranno.

Per me resta strano perché i casi di uno Starace, di un Volandri, che non hanno quasi mai vinto al di fuori dalla terra rossa, dimostrano una certa…coerenza tecnica. Ma Seppi sembrerebbe avere caratteristiche diverse da loro che sono tipici terraioli. Andreas è il nostro migliore giocatore sull’erba, lo è anche sui tappeti indoor, quindi ti aspetteresti di trovarlo competitivo anche sul cemento. E invece non lo è. Sul cemento non si può scivolare come sulla terra rossa, ma neanche sui tappeti indoor si può farlo. Anche lì bisogna correre facendo piccoli e frettolosi passetti, senza scomporsi, senza perdere l’equilibrio. E anche sul cemento, come sull’erba e nel tennis indoor, è importante tenere il servizio, rispondere in modo deciso per non perdere campo, superare lo stress di chi si trova sui propri games di servizio 15-30 con la seconda battuta da mettere in campo, o peggio sul 15-40, sul 30-40. Stress che solo chi ha giocato su superfici veloci, o comunque diverse dalla terra battuta può capire. Oggi come oggi io credo che per Seppi sia diventata anche una questione di testa. “Sartori mi dice sempre che sto giocando benissimo, e capisco perché lo fa, mi deve far pensare positivo…ma io su questi campi proprio non riesco a giocare! Tutti gli anni mi dico, dai andiamo che non hai nulla da perdere, lo scorso anno hai perso sempre al primo turno, basta poco e fai un bel salo in classifica. Macchè!”

Devo dire che Andreas con gli anni, oltre ad aver imparato ad esprimersi in un ottimo italiano, è anche diventato proprio simpatico, naturale, estroverso. Sospetto che sia anche per questo che non è più piaciuto troppo a Binaghi e soci… Il fatto, per tornare su argomenti più seri, è che se un giocatore si convince di non sentirsi a suo agio su una superficie, gli basta perdere un game di servizio per…cominciare a scuotere la testa e a dubitare di se stesso.

Poi certo Seppi non ha un dritto naturale, sulla terra rossa ha più tempo di prendere le misure, sull’erba è costretto a giocare d’incontro e senza tanto pensare, i campi in cemento gli danno un timing bastardo: non può giocare d’incontro, e al tempo stesso non può aspettare troppo. Così il dritto se lo perde e ne sbaglia una caterva se rischia, e se non rischia invece _ avendo perso fiducia e sicurezza _ ne rallenta troppo l’esecuzione e addio fichi. Basta un Robredo ritrovato per metà, ma pur sempre con un passato che lo ricorda sette volte in ottavi di finale all’US open, per mandarti a casa. Pensando che Seppi è il nostro miglior giocatore, n.27 del mondo, non c’è di che star troppo allegri. Ha 27 anni e non si può pensare che diventi un tennista capace di far sfracelli un domani.

Nemmeno li farà Cipolla, che ne ha 28 ed è 88 del mondo, anche se io spero proprio che batta Sock.

Ho fatto una lunga chiacchierata con Mats Wilander e ve la riassumo, in un altro articolo che potete leggere in questa stessa home page.

Intanto leggetevi qualcosina di più, se vi va, su I Dieci Piccoli Indiani
Dieci piccoli indiani (film 1989) 
Dieci piccoli indiani è un film a colori del 1989 diretto da Alan Birkinshaw. È una versione cinematografica del celebre romanzo Dieci piccoli indiani di Agatha Christie
Dieci piccoli indiani (film 1965) 
Dieci piccoli indiani è un film del 1965, diretto da George Pollock, basato sul romanzo omonimo di Agatha Christie.

La trama trama del film 10 piccoli indiani
In una villa in cima ad una montagna, raggiungibile solo con una teleferica e priva di mezzi di comunicazione, vengono invitate dieci persone; dopo la cena, alle nove di sera, una voce proveniente da un Registratore a filo, registratore azionato dal domestico Joseph Grohmann, ed appartenente ad un misterioso Mr. Owen (la voce nell'originale è dell'attore Cristopher Lee accusa gli invitati delle loro colpe, spiegandogli il motivo per cui sono stati riuniti in quel luogo, e promette loro una punizione.
Iniziano le prime morti, simboleggiate da una scultura raffigurante "dieci piccoli indiani" che via via vede scomparire i personaggi, e le potenziali vittime dapprima cercano l'assassino nella villa e, avendo riscontrato di essere gli unici occupanti della casa, si rendono conto che l'assassino è tra di loro.
Gli ospiti ad uno ad uno confessano i loro peccati ma questo non ferma l'assassino che continua nella sua opera; il giudice Arthur Cannon ed il dottor Edward Armstrong, rimasti in compagnia durante lo spegnimento delle luci, si auto escludono dalla responsabilità formando un'alleanza per scoprire l'assassino: il giudice finge di essere ucciso per avere la possibilità, al riparo dai sospetti dei quattro superstiti oltre al dottore il detective William Blore ed Hugh Lombard ed Ann Clyde, che iniziano, a dispetto della situazione, una storia d'amore, di individuare Mr. Owen.
Hugh ed Ann, dopo la loro notte d'amore, si confidano la loro innocenza: lei nega con forza l'addebito ascrittogli da Mr. Owen mentre lui confessa di non essere Hugh Lombard ma un suo amico: Charles Morley; il vero Lombard si è suicidato a seguito della morte della fidanzata, preso dai rimorsi della sua colpevolezza e lui, frugando tra le sue carte dopo la sua morte, avendo trovato l'invito di Mr. Owen, spinto dalla curiosità si era recato alla villa.
Dopo la morte del dottore e di Blore i due amanti restano soli ed Ann uccide Charles con la sua pistola; al rientro nella villa trova il giudice ed un cappio dove, secondo la sua teoria, lei si suiciderà: il giudice infatti, dopo averle spiegato le ragioni della sua finta morte, le confessa il suo antico sogno di commettere un omicidio e che, malato senza speranza di guarigione, si suiciderà lasciandola sola, unica superstite e quindi responsabile della morte di tutti gli ospiti, ad affrontare il giudizio che la vedrà ovviamente colpevole.
Dopo che il giudice ha ingerito il veleno Charles compare sulla porta e, prima che egli muoia, si rende conto che l'amore dei due giovani li ha portati a fidarsi l'uno dell'altro e questo evento, da lui imprevisto, li ha salvati e solo allora si rende conto che il suo piano è fallito e nessun altro sarà punito per i delitti commessi da lui.

Ubaldo Scanagatta

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