05/10/2012 18:03 CEST - COPPA DAVIS

Cosa può imparare il tennis dalla Ryder Cup?

TENNIS -GOLF  L'epica rimonta europa a Medinah ha portato l'attenzione di molti sull'eccezionalità della Ryder Cup. Il tennis, più precisamente la Davis, può trarre insegnamento dall'esperienza golfistica? Molto probabilmente sì, ma bisognerà passare sopra a capricci ed interessi dei giocatori e dell'Itf. Karim Nafea

| | condividi
L'Europa festeggia la vittoria in Ryder Cup
L'Europa festeggia la vittoria in Ryder Cup

Ha fatto sensazione la rimonta europea in Ryder Cup. Mai nessuna squadra aveva recuperato un tale svantaggio (10-6) in trasferta, c’erano riusciti solo gli USA nel ’99 sul suolo amico di Brookline. Ancor più eccezionale il fatto che il recupero sia avvenuto nei singoli (8 vittorie europee, 3 americane ed il pareggio di Chicco Molinari con Tiger Woods), che da sempre sono stati terreno di conquista statunitense.
Una vittoria che ha tutti i crismi della leggenda: la redenzione tedesca di Kaymer (fu Bernard Langer, altro tedesco, a sbagliare il putt che nel ’91 costò la coppa all’Europa), le vendette di Olazàbal e Lawrie (in campo nel ’99, subirono la rimonta USA), la dedica a Severiano Ballesteros e, soprattutto, l’unità dimostrata da uomini di varie nazionalità sotto il vessillo con le stelle dorate.

Ha fatto sensazione, tanto che, su The Tennis Space ci si domanda se la Ryder potesse insegnare qualcosa alla “nostra” Coppa Davis.
Negli sport individuali, la Ryder è la manifestazione a squadre migliore dal punto di vista del formato: due giorni di doppi che conducono alla giornata finale decisiva in cui l’individualità viene esaltata pur tendendo ad un concetto di squadra.
Fino a qualche anno fa una competizione Europa vs. Resto del Mondo, nel tennis, sarebbe stata eccezionale, magari utopica, ma teoricamente formidabile. L’Europa avrebbe schierato i proprio assi e USA ed Australia (ps. ci mancate davvero) avrebbero risposto con i loro talenti.
Al momento, una competizione del genere vedrebbe squadre (in stretto ordine di classifica e mettendo 8 partecipanti per squadra) di questo tipo:

- Europa: Federer, Djokovic, Murray, Ferrer, Berdych, Tsonga, Tipsarevic, Almagro (Nadal infortunato)

- Resto del Mondo: Del Potro, Monaco, Isner, Raonic, Nishikori, Fish, Querrey, Anderson

Nello stesso periodo del 2001 avremmo avuto squadre di questo tipo (i russi sono stati inseriti nel Resto del Mondo):

- Europa: Ferrero, Henman, Grosjean, Corretja, Federer, Clement, Ivanisevic, T. Johansson

- Resto del Mondo: Kuerten, Agassi, Hewitt, Rafter, Kafelnikov, Safin, Sampras, Roddick

Così nel ’91:

- Europa: Edberg, Becker, Stich, Forget, Bruguera, Novacek, Ivanisevic, Hlasek

- Resto del Mondo: Courier, Lendl, Sampras, Agassi, Wheaton, Cherkasov, Gilbert, Chang

Nell’ultimo caso, con ogni probabilità il Resto del mondo avrebbe scelto McEnroe (allora numero 27) al posto di uno dei nominati. Non mancherete di notare che nel ’91 sarebbe stato Europa vs. USA a tutti gli effetti.
Il tennis attuale dipende dall’Europa ed una competizione del genere finirebbe in un massacro, ma in un bel discorso da bar non manca mai qualche formazione da sogno.

Recuperando il senno e prendendo in esame la nostra cara vecchia Davis: cos’è che ha determinato il calo d’interesse nei confronti della massima competizione tennistica a squadre?
Molto probabilmente il fatto che molti dei giocatori di punta si facciano vivi solo agli stadi finali del torneo e per evitare la retrocessione della nazionale.
Quasi tutti i top-players impostano i periodi di preparazione ed i carichi di lavoro relativi per arrivare al massimo in determinate settimane; cambiare completamente contesto (superficie, clima, palle) per giocare un match di Davis è un fastidio e, solitamente, coincide con i periodi fondamentali nella “gestione” dell’annata: il primo turno cade durante quello che per molti è il periodo di richiamo atletico in vista della terra rossa europea, la semifinale nell’importantissimo periodo di stacco tra New York e la tourneè asiatica.
La distanza dei cinque set è un altro degli elementi che i giocatori preferirebbero cancellare: troppo tempo in campo, troppe energie sprecate.

Innanzitutto, il 3 su 5 è componente importantissima del fascino delle maggiori competizioni sportive come distinzione dai tornei “ordinari”. D’altra parte la Ryder Cup funziona sulla base del match-play, mentre nella quasi totalità dei tornei vige lo stroke-play (tra match-play e stroke-play esiste una differenza paragonabile a quella tra i tre ed i cinque set).
Cosa che andrebbe davvero seguita dell’esempio golfistico sarebbe l’intervallo tra una Davis e l’altra. Chi vincerà la Davis quest’anno avrà solo 5/6 mesi prima di scendere nuovamente in campo per difenderla. Questo, in un certo senso, toglie importanza al trofeo e non smuove di certo i giocatori a darsi da fare per conquistarlo. Porre un anno sabbatico tra una Davis e l’altra, potrebbe aiutare a risollevare l’interesse e le motivazioni dei giocatori, che avrebbero tutto il tempo di prepararsi all’annata di Davis, e conseguentemente del pubblico.
Problema: pur avendo un calo d’interesse la Davis permette a quasi tutte le Federazioni di riempire uno stadio per una media di 2/3 week-end l’anno volte l’anno. Per le Federazioni più ricche la differenza sarebbe irrisoria per quelle dei paesi meno fortunati sarebbe un problema.
L’itf poi, avrebbe dalle tv meno soldi in quanto, sostanzialmente, offrirebbe meno ore di tennis (anche se, auspicabilmente, di qualità superiore).

Quello che l’Itf deve capire è che i punti di forza della Davis (permettere a dei grandi individualisti di giocare per qualcosa di più della loro realizzazione) stanno rapidamente svanendo di fronte a quelle che sono le difficoltà e le possibili perdite per le carriere dei giocatori.
Ogni tennista reprime il desiderio di avere una squadra, qualcuno con cui condividere le vittorie sul campo.
L’Itf, con un po’ di coraggio nel rivoluzionare la Davis, potrebbe far leva su questo desiderio per riportare la manifestazione ai fasti del passato.

Karim Nafea

comments powered by Disqus
QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti