03/11/2012 14:59 CEST - ATP Finals

Masters 1988: una finale, una leggenda

TENNIS - Una notte di dicembre del 1988, un adolescente che tifa per Lendl contro Becker, la finale del Masters, la telecronaca di Tommasi e Clerici: ricordo, da telespettatore, di una partita leggendaria e indimenticabile. Luca Pasta

| | condividi
Master Cup 1988, Lendl v Becker
Master Cup 1988, Lendl v Becker

Le ATP World Tour Finals sono alle porte. Una volta non c’era bisogno di fare tante storie, il torneo era semplicemente il “Masters”, il torneo dei maestri, dei migliori del mondo. Cambiò nome dal 1990, quando fu inaugurato il circuito ATP Tour, gestito in maniera più diretta dall’ATP anziché dalla Federazione Internazionale, l’ITF.

Ma “Masters” è rimasto nel linguaggio comune degli addetti ai lavori e degli appassionati. Un appuntamento da sempre molto ghiotto, una specie di Gran Gala finale, i primi 8 giocatori dell’anno, le luci sfavillanti di un grande torneo indoor, e la consapevolezza che non si tratta certo di un’esibizione, ma di un torneo prestigioso, in pratica il quinto dell’intera stagione, con la certezza che i grandi non si risparmieranno per conquistarlo. Non parliamo poi dell’eccitazione che si provava, quando il “Masters” era il Masters davvero, primi di dicembre, atmosfera già quasi natalizia, e sede al Madison Square Garden, New York, altro che Germania o, ancor peggio, Asia o quant’altro. Se poi il proprio idolo sportivo era stato protagonista in tale competizione di pagine leggendarie e fino al 1987 aveva raggiunto 8 finali consecutive vicendone 5, l’esaltazione non poteva che essere al massimo. E allora la voglia di ricordare quei momenti e di condividerla con i maniaci di "Ubi” sale imperiosa.

Siamo alla fine del 1988, un anno molto deludente per Lendl. Aveva chiuso il 1987 da numero 1 e dominatore, ed invece quest’anno tutto è andato storto, fino alla bruciante sconfitta nella finale degli Us Open, una battaglia di 4 ore e 55 minuti contro Wilander, che, vincendo, gli ha soffiato la prima posizione mondiale. Ivan non ha più giocato un incontro ufficiale da allora, è stato operato a fine settembre alla spalla, ha giocato in seguito solo alcune esibizioni ed affronta questo Masters da convalescente. E si vede. Nel Round Robin perde subito con l’emergente svizzero Hlasek, che sta vivendo il suo breve momento di gloria; poi, con il ragazzino in jeans stinti che si è inopinatamente issato fino alla terza posizione mondiale, cede di schianto il primo set. Nel secondo riesce faticosamente a raggiungere il tiebreak. E qui si trasforma, lo vince, per poi mandare il giovanotto coi capelli lunghi a casa, sì insomma quel bullo diciottenne di Agassi, avete capito bene. Con il gentile yankee Mayotte, Lendl non perderebbe neppure da seduto, e infatti vince, anche se in tre set, facendo più fatica del lecito. Le cose sembrano cominciare a girare bene, ed in semifinale mi esalto nel vedere Ivan che sembra tornato il padrone del Garden: Edberg viene spedito fuori in due set da un Lendl nuovamente autoritario. Che questo Masters sia l’occasione per riscattare questa stagione dannata? Comincio a sperarlo.

Peccato che ci sia ancora la finale... E chi c’è in finale ad attendere? Beh, ma che domande, c’è il solito armadio teutonico biondo che da 3 anni ci sta rompendo le scatole, con la sua sfrontatezza, la sua arrogante incoscienza e il suo servizio. Era andato via Mac, se non altro il vero Mac, doveva proprio venire questo Becker ad infastidire… E’ anche vero, mi dico, che qui al Masters lo abbiamo sempre rispedito a capo chino, a piangere dal suo mentore guru baffuto, ah, che godimento quei momenti…Aveva vinto Wimbledon nell’85, Boris, sembrava il nuovo Dio in terra, ma nel Masters del gennaio ’86, quando già tutti auspicavano il sorpasso del più mediatico tedescone, Ivan gli aveva dato una stesa memorabile, ricordo ancora l’istantanea, per me quasi orgasmica, di Becker a sedere a terra tra le fioriere del Madison dove il mio idolo lo aveva spinto dopo uno scambio fantastico, con Bisteccone sulla RAI, che non sapeva più cosa dire…

Poi certo, c’era stata la finale di Wimbledon, nella quale sull’erba BB aveva scatenato tutta la sua prepotenza e, tocca dirlo, il suo gran gioco di volo, nel senso letterale del termine, perché questo tipo volava sui passanti avversari come i portieri sui rigori. Ivan, ahimè, si era dovuto inchinare in 3 set. Ma nel dicembre ’86, al Masters, nuova magnifica stesa, e nuovo momento orgasmico nel sentire Galeazzi, stavolta affiancato dal compare Panatta, dover con voce spenta prendere atto che il suo boy doveva ancora aspettare, perché il padrone del tennis era, piacesse non piacesse a loro ed a molti altri, Ivan Lendl.

Nel 1987 e nel 1988 il ragazzone tedesco aveva continuato ovviamente ad abitare nelle prime 5 posizioni mondiali, a far faville sui campi veloci, ma di Slam non ne erano più arrivati; anzi, a Wimbledon, in particolare, dopo la distrazione dell’87 con il carneade Doohan, era arrivato nel 1988 lo schiaffo più bruciante: in un pomeriggio di inizio luglio, un educato gentleman svedese lo aveva soffocato con le sue regali voleè di rovescio ed il suo servizio composito, dando al povero Bisteccone, che aveva etichettato l’angelo svedese “tacchino freddo”, un altro colpo durissimo. Ad ogni modo il Becker che si profila minaccioso sull’orizzonte di questa finale del Masters 1988 è in forma spaventosa, ha appena vinto una caterva di tornei indoor autunnali, Bercy compreso, le sue bombe di servizio, il dritto devastante, il suo delicato tocco al volo che solo la sua potenza nasconde ai profani, mi mettono gli incubi.

Torno in me, e vado a riprendere le due cassette polverose, che sarebbe meglio trasformare in dvd prima di perdere un simile cimelio, e mentre le prendo è come se mi risiedessi sulla poltrona in quella sera dei primi di dicembre del 1988. Oggi, come allora, appare Rino, perché la Fininvest si era presa il Masters lasciato da mamma Rai, mandandolo in onda su Italia 1, in differita di qualche ora (la diretta per le televisioni private non era consentita). Dirà qualcuno: Rino chi? Mi rifiuto di rispondere…Gli incauti imberbi si documentino. L’ignoranza non è ammessa, come per la legge.

Vabbè lasciamo perdere…Primo piano di Tommasi, ahilui ed ahinoi più fresco di adesso, ed impeccabile pistolotto iniziale di presentazione della finale. E poi ecco che appare il mitico tappeto blu del Madison Square Garden di New York, la scritta “Nabisco Masters” sullo sfondo, il campo senza corridoi disegnato solo per il singolare, il giovane (ma non privo di attributi) giudice di sedia australiano Richard Hings…Il passato si confonde con la realtà, ormai mi sento nel 1988. Ecco Ivan con la sua strana e per alcuni orrenda t-shirt Adidas rossa, che la mia memoria associerà per sempre a questa finale, ecco lì il Becker, possente, baldanzoso, fa paura…I due posano insieme vicino alla rete per la foto di rito... Ma poche smancerie, non siamo mica nel 2012, con i gentiluomini di oggi tutti pacche e sorrisi (almeno all’apparenza)… Intanto la voce flebile ma ironica del sommo Clerici ha cominciato ad affiancare quella meccanica ed implacabile di Tommasi.

Il primo set fa subito capire che il match sarà lungo, molto lungo. Dopo quattro games vinti da chi era al servizio, non ho il tempo di esultare per il break di Ivan per il 2-3, che subito BB lo recupera, 3-3. La qualità del gioco è notevole, Lendl pare tornato quasi quello dei giorni migliori, mentre Becker tiene i sostenuti palleggi da fondo come raramente aveva fatto in passato.

Sul 5-5 finalmente, Boris commette un paio di errori, poi Ivan blocca la risposta di rovescio e Becker sbaglia la demi-voleè, 3 palle break! Sulla prima lo scambio è fantastico ed è Lendl a sbagliare per primo di dritto, sulla seconda Becker mette la prima, sulla terza servizio e voleè vincente di Bum Bum. Si soffre... Ma c'è un'altra palla break su un bel dritto di Ivan in pressione. In tribuna, sornioni, ci sono nientemeno che Connors e Nastase. Sul servizio da sinistra, Ivan risponde vincente di rovescio coperto, è break! Mi sto esaltando...Sul 6-5, al servizio, Lendl è implacabile, e vince il game a zero chiudendo con il dritto al volo dopo il servizio! Allora, di dritti al volo se ne vedevano raramente, e lui era uno dei pochi a giocare un colpo che oggi vediamo tutti i giorni. Sono passati 59 minuti.

Il secondo set è, se possibile, ancora più intenso del primo. Ma questa volta entrambi non cedono un servizio. Siamo al tiebreak. Cominciamo subito male, overrule di Hings sulla prima di servizio di Becker chiamata fuori, poi Ivan manda fuori una voleè di rovescio...Mi è sembrato, rivedendolo, mi duole dirlo, uno dei soliti giocatori di oggi che non sono capaci di giocare una voleè lungolinea ma la giocano solo in cross di opposizione, anche se quella è la direzione verso la quale si trova l'avversario. Nel punto successivo però, gioiello di Ivan, passante di tocco in cross di rovescio! Purtroppo il minibreak recuperato viene subito perduto con un errore. Poi sul 4-3 BB è, lo dico a denti stretti, meraviglioso: attacco di dritto molto dinamico e splendida voleè di rovescio in avanzamento, cose che oggi ci sogniamo. Sul 6-3 Becker, Ivan mette due prime, ma adesso la palla in mano ce l'ha lui, BB, ed io tremo... La prima non entra, ma quel diavolo di un panzer mette una bellissima seconda esterna che butta Ivan fuori dal campo, poi attacca con un delicatissimo slice di rovescio che non si alza dal terreno e sulla quale Ivan non riesce a giocare il passante. Magnifico, ma un set pari. Dopo 2 ore e 7 minuti è tutto da rifare.

Nel terzo set Becker è un po' scarico, sul 2-1 Lendl ottiene il break, che mantiene fino al 5-3, quando serve per il set. Inutile dire che anche qui si vedono cose interessanti. Sul 15-0 per esempio, lo scambio di rovesci slice in diagonale è una delizia. Sarò un nostalgico, sicuramente le velocità non sono sempre quelle di oggi (peraltro in parecchi scambi ci si avvicinano), ma la varietà e la qualità del gioco mi sembrano notevolissime, per non dire superiori. Con qualche errore di troppo da parte di Bum Bum, Ivan chiude il terzo set 6-3. Dopo 2 ore e 52 minuti torno a respirare. E faccio male.

Nel quarto set è Lendl a cedere, vittima di una pausa che forse un paio di anni prima non avrebbe avuto. Subisce due break, ne recupera uno, ma cede sul 2-5 il servizio ed il set: Boris lo chiude con un fantastico lungolinea di rovescio piatto, quasi “schiaffeggiato”, tipicamente suo. La fucilata che si stampa vicino alla riga è come una pugnalata per me. Siamo al quinto, dopo 3 ore e 32 minuti. E sarà durissima.

E' Becker che comincia a servire, vola 40-0 con tre splendidi attacchi, per poi chiudere il game a 30 dopo altri scambi notevoli. Sul punto che chiude il game BB gioca un meraviglioso slice di rovescio su cui è praticamente impossibile giocare il passante. Per Lendl è fuori, ma non per Hings, che anche in quest'occasione dimostra un'autorità che oggi raramente si vede da parte dei giudici di sedia. Altra lite Lendl-Hings nel game successivo, con Lendl che gioca un taglio di rovescio in recupero basso, che transita accanto al paletto ed atterra 5 cm fuori. Il livello è sempre fantastico, l'attitudine offensiva di Becker produce meraviglie, anche se a volte non riesce a finalizzare. 1-1.

Purtroppo continua anche a servire prime devastanti, chiude il game per il 2-1 con una voleè bassa di rovescio che nel tennis di oggi verrebbe salutata come un mezzo miracolo. Comunque serve bene anche Ivan, 2-2. Nel game successivo, sul 40-0 Becker, Lendl gioca prima un fantastico lungolinea di dritto vincente, poi fuori dal campo, con le spalle quasi alla rete, gioca un incredibile passante di dritto incrociato che sembrava impossibile. E' (era) notte fonda, salto sul pavimento, chissà se il tizio del piano di sotto condivide il mio entusiasmo per un passante...Sul 40-30 la violenza bruta del servizio di BB cancella le illusioni. 3-2. Dopo i due circoletti rossi del mitico Rino giocati da Lendl nel gioco precedente, eccone un altro qui sul 40-30: voleè in tuffo di rovescio di Boris, Ivan arriva in corsa e riesce a passare in recupero di rovescio giocando di tocco, ma coperto. Non riesco a contenermi, il tizio di sotto si sarà senz'altro svegliato...3-3 dunque, ma poco dopo 4-3 con l'implacabile Bum Bum che tiene a zero la battuta. La sofferenza aumenta. Servizio tenuto a 15, 4-4. Di palle break nemmeno l'ombra. Poi 5-4 Becker. E ora sono dolori.

Ivan è al servizio, BB s'inventa un attacco in controtempo da favola, 0-15. Nello scambio successivo Becker è beffato sul passante di Lendl dal net, Tiriac, inquadrato, impreca alzando gli occhi al cielo. “Siamo fortunati stasera”, penso. Poco dopo siamo sul 5-5. Sul 15-15 il net prende in giro Becker per la seconda volta: BB è correttamente schierato sul lungolinea, ma è impossibile reagire all'impennata della palla sul passante lungolinea di Lendl. Boris neppure si rammarica, appare rassegnato. Due punti più tardi è break, con doppio fallo del tedesco.

Non sto più nella pelle, probabilmente il sottostante inquilino ha imbracciato un bastone e sta venendo su...6-5: Lendl serve per il match. Un gratuito. È 0-15, poi sul 15-15, BB mostra il suo solito coraggio e gioca una voleè di opposizione, 15-30. Ivan mette la prima, 30-30. Due benedetti punti ed è fatta. Il battito cardiaco aumenta. Ma sulla seconda, BB carica con il dritto e gioca lo smash, c'è una dannata palla break...Un minuto dopo BB con un passante di rovescio clamoroso ottiene il break. Ed io mi faccio male alla mano, sbattendo il pugno sul duro bracciolo della sedia di vimini. E' tiebreak. E, anche se non me lo voglio confessare, questo cocciutissimo Becker lo merita.

Dopo il primo minibreak per Ivan sto un po' meglio. Ma dopo che Becker a rete ha respinto l'impossibile sto malissimo. 1-1. Gran passante di dritto a sventaglio di Lendl, 2-1. Andiamo avanti. 2-2, non hai fatto tempo a riaverti che il panzer è a rete. Ma c'è un altro minibreak, perché la risposta bloccata di rovescio d Ivan rimane in campo. “Sono segnali”, penso. “Questa sera gli dèi hanno deciso che Ivan vincerà”. Poco dopo è 3-3, quel diavolo di un Becker ha recuperato il minibreak con uno schema offensivo stupendo. Ed attacca ancora BB, Ivan sbaglia il passante di rovescio, è 4-3 Becker con due servizi, sono allo stremo. Il rovescio che sbaglia poco dopo è una boccata d'aria fresca, 4-4. Arriva un missile aria-terra, 5-4 Boris, serve Lendl. Mi sto contorcendo in modo indegno. Servizio, schiaffo al volo di dritto e volèè di dritto, 5-5! La resa dei conti si avvicina... E Becker non conosce la paura, prende la rete con un dritto aggressivo, costringe Lendl a sbagliare, di pochissimo, il passante lungolinea. Sono quasi in coma. Serve lui, è come essere di fronte al plotone d'esecuzione.

Prima in rete. Non siamo ancora morti. BB stavolta ha paura. Serve una seconda timida, Lendl può cominciare lo scambio con il taglio di rovescio dall'alto in basso. Ogni volta che colpiscono è un colpo al cuore. Tutti e due cercano di soffocarsi nell'angolo del rovescio; ma Ivan spostandosi, riesce a giocare un paio di dritti anomali, uno violentissimo a pochi centimetri dalla riga di fondo, ma Becker si salva. Si continua. BB rischia di svirgolare un back di rovescio giocato dall'alto in basso, ma la palla rimane dentro, poi accelera all'improvviso sul dritto di Lendl con uno schiaffo piatto di rovescio dei suoi: dentro di me, penso, è finita. Questo scambio finale è come l'ultima lotta disperata di due pugili che se le sono date di santa ragione per 4 ore 32 minuti, cercano di sferrare il pugno decisivo, ma anche di non incassarlo. E' un'esaltazione dell'agonismo e dello sport che non avevo mai visto. Su quella accelerazione, Lendl si salva con scatto felino, agganciando la palla con il lift di dritto. Si torna sulla diagonale “rovescia”: è come se dopo aver tentato reciprocamente di mettersi ko, tornassero a studiarsi, guardinghi, timorosi; rovescini prevalentemente tagliati sorvolano di non molto la rete.

Ed arriva il 37mo colpo dello scambio, scolpito nella mia memoria, anche se non rivedessi le immagini sarebbe lo stesso: BB gioca quel suo backhand coperto, un po' strappato: ricordo tutto, la palla che viaggia verso la rete, che colpisce il nastro, che ricade due centimetri dopo, inerte, priva di vita, morta. E' finita. Non ci voglio credere. Gianni e Rino sottolineano come il net abbia restituito a Boris ciò che gli aveva tolto. Sì, ma con gli interessi, penso io. Vola una bandiera tedesca sulle spalle di BB, i genitori esultano in tribuna. BB gioisce in modo contenuto, guarda in basso mentre si avvicina, dà ad Ivan una piccola pacca sul (fondo)schiena e poi la mano ad Hings. Lendl, frastornato, gli fa solo un cenno, che Hings ricambia mestamente. Due minuti fa eravamo in piena bagarre, e ora è tutto finito (male). BB abbraccia suo padre.

Mentre il tizio del piano di sotto pensa forse che mi sono finalmente addormentato, mi avvio dimessamente a letto, domani ci sarà da studiare...E se mi scoprono i miei ancora in piedi...Dicevi prima...Domani?? Oggi vorrai dire, saranno le 3 o 4 di notte...Torno in me...Siamo nel 2012, non nel 1988, non c'è più da studiare...Casomai da lavorare...

Beh, allora mi sembrava che la mia sofferenza di tifoso durata 4 ore e mezzo fosse stata inutile, perché il mio idolo aveva perso. Oggi, rivedendo quella partita, mi rendo conto di essere stato testimone di una finale leggendaria, una delle più belle della storia del nostro amatissimo sport.

Luca Pasta

comments powered by Disqus
QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti