15/11/2012 11:29 CEST - Caso Doping

Valencia chiude con Del Moral ITF: più controlli del sangue

TENNIS - Pancho Alvarino, proprietario del TennisVal, annuncia: più nessun rapporto col dottor Del Moral. A Valencia si sono formati, tra gli altri, Errani, Ferrer e Safina. L'ITF dichiara: più controlli del sangue e passaporto biologico. Davide Uccella

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Il sistema Ferrari, la truffa Lance Armstrong, ratificata poche settimane fa dall'UCI:  la pagina del doping, forse la più brutta, per la storia del ciclismo. Che però sembra superare i confini delle due ruote, viste le mille collaborazioni e consulenze del medico ferrarese, e dei suoi colleghi.

Fra tutti l'iberico Garcia Del Moral: come Ferrari ex medico della squadra ciclistica del texano (la US Postal Service), e come Ferrari coinvolto da anni in alcune inchieste sul doping. Per otto anni, Del Moral ha diretto l’Istituto dello Sport di Valencia,con diverse attività aggiuntive al Tennis Val di Valencia, dal 2006. Proprio dove la nostra Sara Errani si è formata e allenata, insieme ad altri giocatori come David Ferrer o Dinara Safina, tutti nell'occhio del ciclone nei mesi scorsi. Tutti, con inutili polveroni.

L'azzurra ha dichiarato, già durante il Roland Garros, di aver interrotto ogni contatto con Del Moral. Per Dinara Safina, secondo quanto riporta il sito russo Sports Express, "Del Moral ha la sola vera clinica a Valencia dove gli atleti possono sottoporsi a test prima e dopo la stagione. E noi abbiamo fatto quei test. Del Moral non ci dava nessuna indicazione. Non ho nulla da temere. Sono pulita".

Controlli cardiologici sotto sforzo, cicli di defatigamento, esami del sangue, e accertamenti clinici vari: queste tra le diverse attività del medico iberico. Oggi però, dopo la squalifica decisa a luglio dall'USADA (Agenzia
statunitense anti-doping), e accanto al probabile avvio di un'indagine dell'ITF guidata dal capo del programma anti-doping Stuart Miller, per Del Moral un'altra bella stangata.

Pancho Alvarino, proprietario del TennisVal, ex giocatore, e capitano della Spagna vincitrice in Fed Cup (nel 1991), ha dichiarato all'Associated Press la fine di una collaborazione iniziata in varie forme dal 1997, e stabile a Valencia dal 2006.

"Se ci fosse stata qualche indicazione che Del Moral stesse somministrando sostanze dopanti ai giocatori dell'accademia, avrei denunciato lui e i tennisti" ha detto Alvarino all'Associated Press. I giocatori pagavano direttamente la clinica, ha aggiunto, specificando che i coach della TennisVal hanno sempre accompagnato i giocatori nelle visite dal dottor Del Moral.

"Lui ha sempre avuto un grande riconoscimento internazionale, le sue ricerche sono state seguite da molti, e noi abbiamo sempre scelto il meglio" ha aggiunto Alvarino. Stavolta però il meglio coincideva con altre scelte da fare, e già da un paio di mesi non c'è più alcun rapporto professionale con Del Moral".

E' un passo importante, ma non basta per eliminare la macchia del doping. Passi in più vanno fatti. Passi che del resto sono stati invocati dalla stampa, come riporta il nostro vice Alessandro Mastroluca, e che pretendono tanti giocatori, da Murray a Federer e Tsonga, se non altro per rendere questo sport meno esposto a rischi e scandali di questo tipo.

Ecco quindi la nuova idea al vaglio dell'ITF, illustrata da Stuart Miller, responsabile del programma anti-doping della federazione internazionale, intervistato dall'Associated Press: controlli del sangue come nel ciclismo, e un passaporto biologico che controli nel tempo i dati ematici (del sangue).

Possibile che tutto questo già trovi sbocco nel 2013? Forse. Anche perché le tecniche di crescita ormonale, trasfusioni, uso di CERA, EPO e HBOC sono sempre  più "raffinate", e servono strumenti nuovi, più potenti.
Del resto gli stessi numeri sembrano allarmanti, e chiedono risposte  d'impatto: infatti gli esami del sangue svolti nella stagione 2011 sono stati una vera rarità: soltanto 21 controlli fuori dalle competizioni nel 2011. Nel complesso, una maggioranza schiacciante dei controlli (oltre il 98%, 2019 su 2150), riguarda solo le urine.

I valori poi nel femminile paiono addirittura sconvolgenti: 3 controlli fuori competizione per le giocatrici WTA nel 2011, e la possibilità che grandissime giocatrici come Serena Williams non vengano mai prese nel mirino fuori dalle  gare, come è successo nel 2010 e nello stesso 2011.

"Sappiamo di dover aumentare i test soprattutto fuori dalle competizioni, anche se le risorse cono quelle che sono". E non è sbagliato ricordare che il  programma anti-doiping ha a disposizione soltanto 1,3 milioni di dollari  (contro i 4,7 investiti dall'Unione Ciclistica Internazionale): una guerra che sembra' quindi abbastanza impari, viste le forze in campo.

Davide Uccella

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