11/12/2012 18:40 CEST - Interviste

Stepanek: "Che onore le parole di Mourinho!"

TENNIS - Vincere a 34 anni è un grande esempio di voglia di vincere, ha detto Mourinho di Stepanek. "Ammiro molto il suo carisma" ha detto Stepanek a Marca. Joan Solsona, traduzione di Salvatore De Simone

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Radek Stepanek esulta dopo il punto che ha dato alla Repubblica Ceca la Coppa Davis 2012 (Photo by Clive Brunskill/Getty Images)
Radek Stepanek esulta dopo il punto che ha dato alla Repubblica Ceca la Coppa Davis 2012 (Photo by Clive Brunskill/Getty Images)

Sono passati venti giorni da quando Radek stepanek è diventato celebre nel suo paese dopo aver vinto la quinta partita della finale di Coppa Davis. Il ceco, che Mourinho ha posto come esempio di giocatore che vuole vincere, è atterrato la scorsa settimana a Tenerife dove comincerà ad allenarsi per la prossima stagione ed ha parlato con Marca del suo passato più recente.

Prima di tutto, si è reso conto dell'importanza della sua vittoria, che ha dato la Coppa Davis al suo paese?
Me ne sono reso conto subito, perchè era il mio sogno vincere la Coppa Davis. Dopo aver lavorato molti anni
per questo, ci siamo riusciti contro la Spagna. Da quando gioco a tennis, ho sempre notato lo speciale gradimento che avevamo per questa competizione.Noi, come squadra, volevamo essere eroi come lo erano stati all'epoca il quartetto che vinse nel 1980. Lendl, Smid, Kodes e Slozil sono stati un esempio per me.

Fino a che punto l'ha motivata la presenza dei quattro durante la finale?
A me personalmente vederli tanto vicino mentre giocavo, mi ha dato una motivazione in più per vincere.

Si considera un eroe nazionale?
Mi sono divertito quando la gente dagli spalti dopo la quinta partita si è rivolta a me urlando:"Stepanek Presidente". Ho ricevuto tantissimi messaggi in cui c'era scritta la stessa cosa. Si, mi considero un eroe nazionale; mi sono reso conto dopo tre settimane, che in quei tre giorni il paese era paralizzato per la finale di Coppa Davis.

Suppongo che l'avrà chiamata anche il Presidente ceco, Vaclav Klaus...
Mi ha mandato un messaggio in cui mi ha scritto che la mia enorme voglia di vincere mi ha portato al trionfo. Si è complementato con tutto il gruppo. Al Presidente piace molto il tennis e non si è perso una partita dalla prima fila dello stadio.

Aveva più voglia di rivincita per la finale del 2004, dove perse l'ultimo punto contro Nadal o per la finale del 2009 a Barcellona, che finì con un 5-0?
Siamo stati concentrati sul presente. Però le esperienze passate ci hanno reso più forti nella finale di Praga.

Prima della finale, ha avuto la sensazione che fosse l'ultima occasione di vincere la Coppa? Lo dico per via della sua età e per come sia difficile arrivare in finale..
Onestamente, si. Sapevo che era l' ultima possibilità di alzare l'insalatiera. Ho lottato e lavorato molto durante tutta la mia vita per arrivare a quella situazione, a quella partita e volevo vincere. Mi sono detto:" O muori o vinci il trofeo". Non c'era un'altra opzione. Non sono mai stato così nervoso come prima di entrare in campo contro Almagro. Avrei prefertio che Berdych vincesse contro Ferrer, ma devo riconoscere che il tennis di Ferrer è stato il migliore che ho visto nella Davis. Tutto il mio rispetto a lui e alla squadra spagnola.

Da quando è atterrato a Tenerife, la gente la riconosce per le strade?
Ci sono molti aficionados che mi chiedono un autografo o una fotografia quando vado al ristorante o quando mi alleno. Un giorno, mentre facevo colazione, un ragazzo mi ha detto:" Anche se hai battuto i nostri giocatori, ti ammiriamo lo stesso".

Dopo l'ultimo punto della partita contro Almagro, che cosa ha pensato?
All'inizio non sapevo che fare. Non ci potevo credere di aver vinto il trofeo. Poi improvvisamente sono uscite fuori tutte le emozioni. Ho visto mio padre e mia moglie piangere. La squadra che veniva verso di me e tifosi che festeggiavano. E' stata un'estasi toale.

L'idea di stapparsi la maglietta l'ha presa da Djokovic, che fece lo stesso dopo aver vinto gli Australian Open contro Nadal?
E' stato spontaneo. Avevo così tanta energia dentro di me. Alla fine l' ho rotta a metà.

In Spagna è piaciuto molto il suo gesto di salutare tutta la squadra spagnola dopo l'ultima partita...
Come noi avevano lavorato molto duramente per arrivare in finale.

Ha sentito le parole di Mourinho, l'allenatore del Real Madrid, che l'ha presa come esempio di lotta e voglia di vincere per avere giocato tre partite in tre giorni, a 34 anni?
Ho sentito che lo ha detto dopo aver perso contro il Betis. E' un onore che Mourinho, The Special One, mi ponga come esempio. Lo ammiro.  Ho avuto il privilegio di conoscerlo nel 2007 a Los Angeles quando era allenatore del Chelsea. Io giocavo un torneo e loro facevano allenamento per preparare la stagione; andavo a vedere quasi ogni giorno gli allenamenti perchè sono un tifoso del Chelsea. Fu incredibile vedere in diretta
il carisma di Mourinho.

E' cosciente di essere passato alla storia perchè è il giocatore più anziano ad avere vinto l'ultimo punto in una finale di Coppa Davis?
E' una bella sensazione essere ricordato nella storia. Ma è molto più importante aver vinto la Coppa.

Dove ha trovato le forze per giocare tre giorni di seguito?
L'ho fatto altre volte, anche se l'ultima è stata trascendentale. Devo ammettere che il lavoro del mio preparatore fisico,Marek Vseticek, e il calore del pubblico mi hanno aiutato a resistere.

Come ha celebrato la vittoria?
Prima abbiamo fatto la cena ufficiale. Poi siamo andati con i familiari e gli amici ad un bar tirando fino a tarda sera. Alla fine si sono uniti alcuni tennisti spagnoli alla festa.

Ha rivisto la partita contro Almagro?
Il giorno dopo la finale ho iniziato le vacanze e non ho avuto il tempo. Ad essere sincero ho visto solo i punti più importanti su Youtube.

In qualche momento ha pensato che la finale poteva perderla?
E' stato solo per un secondo, dopo aver perso il terzo set contro Almagro. Mi sono ricordato della sconfitta contro Ferrer nel 2009, in circostanze simili.

Lei è un grande imitatore. Qual' è la sua ultima vittima?
Il mio compagno di doppio, Leander Paes.

Perchè è venuto a Tenerife ad allenarsi?
Conosco da molto tempo Michal Novotny. Avevo sentito che era un gran posto per allenarsi e ne sto avendo la prova. Qui siamo al top.

Come le piacerebbe essere ricordato?
Come una persona che ha amato il gioco e che ha messo il cuore sul campo.

Traduzione di Salvatore De Simone

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