29/05/2008 17:56 CEST - Scandalo Scommesse

Nuove indagini 45 match sospetti

Torna all'attenzione generale la vicenda scommesse, a meno di una settimana dal Roland Garros. Andrea Nizzero

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davydenko
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Poco prima dell’inizio degli Australian Open, due ex agenti di polizia britannici furono incaricati dalle 4 massime autorità del tennis (ATP, WTA, ITF e i 4 Grand Slam) di portare avanti un’indagine “indipendente” sulle problematiche legate a scommesse e corruzione nel circuito.
A 5 mesi di distanza, Jeff Rees e Ben Gunn hanno presentato ieri i risultati dei loro sforzi investigativi, in un “report” di 66 pagine. La notizia cattiva è che 45 match degli ultimi 5 anni, nei vari circuiti professionistici, sono stati additati come sospetti. Quella buona è che, in tale intervallo di tempo, i match giocati valevoli per il ranking ATP sono circa 100.000. Ora si tratta di capire se vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.
Nessuna delle due ipotesi, secondo Gunn e Rees: “Non si può dire che il tennis sia corrotto né sistematicamente, né istituzionalmente. Ma si trova ad un potenziale bivio.”, affermano. “Il materiale raccolto indica che ci sono sufficienti ragioni per preoccuparsi della integrità di alcuni giocatori, e di coloro che dall’esterno cercano di corromperli.” Non si esclude quindi che qualche elemento criminale possa essere coinvolto, anche se, tengono a precisare i due investigatori, “elevare questo sospetto a un potenziale coinvolgimento della Mafia significherebbe distorcere i fatti e danneggiare concretamente lo sport.”
Oltre ai risultati delle indagini, nel report sono contenute anche 15 proposte concrete per affrontare il problema, destinate alle stesse quattro autorità “mandanti” dell’operazione, che hanno già dichiarato la volontà di accettarle. Una campagna uniforme e internazionale, una “integrity unit” e l’aumento della punibilità (fino alla radiazione) dei giocatori, sono alcune di queste raccomandazioni.

La questione Scommesse&Corruzione, che da circa 9 mesi torna alla ribalta a intervalli più o meno regolari, è letteralmente esplosa in seguito alla comunicazione dell’ATP di avere indagini in corso su un match potenzialmente “truccato” tra Vassallo Arguello e Davydenko, giocato a Sopot l’agosto scorso, caso ormai diventato celebre. Il russo n.4 del mondo, che da allora afferma senza pause di essere ingiustamente accusato e diffamato, si è fatto sentire anche ieri da Portschach, dove sta giocando, tramite il suo manager Ronnie Leitgeb: “Si sta continuando ad abusare del nome ‘Davydenko’. Se il suo nome continuerà ad essere citato e niente verrà provato nei prossimi due o tre mesi, considereremo la possibilità di intraprendere azioni legali.”
Inoltre, la notizia della pubblicazione del dossier arriva a meno di una settimana dalla partenza del Roland Garros, che nei mesi scorsi ha dichiarato guerra aperta alle agenzie di scommesse. A febbraio gli organizzatori avevano portato in tribunale bWin, Betfair e Ladbrokes, sperando di ottenere il divieto di offrire scommesse sul torneo. Il mese scorso però la corte di Liegi ha dato ragione alle tre agenzie, che quindi potranno continuare a proporre le loro quote prima e durante le due settimane parigine.
Insomma, la situazione appare sempre più ingarbugliata e, nonostante questi 15 “buoni propositi” che ATP, WTA, ITF e tornei dello Slam cercheranno di mettere in pratica, per ora non si intravede la possibilità di fare veramente chiarezza sull’intera vicenda. Troppe le parti e gli interessi coinvolti.
Con ogni probabilità, il tennis non è uno sport corrotto. Ma non è nemmeno sano come un pesce, quale lo si vorrebbe dipingere.
E può apparire singolare il fatto che al momento le uniche conseguenze di tutto questo polverone le abbiano subite cinque italiani.
 

Andrea Nizzero

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