18/01/2013 13:10 CEST - Australian Open Donne

Masha easy Elementare Aga Buona Ana

TENNIS - Troppo ampio il divario con Venus. La Watson ha ancora molto da imparare. Con la polacca non ha giocato male ma è subito caduta nella ragnatela delle geometrie della Radwanska e non ne è più uscita. Goerges rimonta e vince, Bartoli rimonta e perde. Vincono Li e Ivanovic. Da Melbourne Angelo Lo Conte, Daniele Malafarina, Roberto Salerno

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Agnieszka Radwanska
Agnieszka Radwanska

M. Sharapova b. V. Williams 61 63

Quando dopo 20 minuti di partita la Sharapova ha messo in rete la risposta sul servizio di Venus, la Rod Laver Arena si è lasciata andare ad un applauso di sollievo. Il rischio che la russa riservasse alla più grande delle Williams lo stesso trattamento della Puchkova e della Doi, senza nessun rispetto per ciò che è stato – e che Venus farebbe bene a rendersi conto che non è più – aleggiava sullo stadio dal primo punto della partita, da quando la statunitense aveva iniziato come peggio non si poteva, con un doppio fallo. Neanche il dritto vincente del 15 pari aveva avuto un effetto consolatorio perché Maria faceva 5 punti di fila e si portava rapidamente sul 4-0 e senza bisogno di giocare il suoi miglior tennis, tant'è che doveva affrontare persino la prima palla break del suo torneo. Insomma il quinto gioco e quel dritto in rete hanno almeno evitato troppe commiserazioni.
Dopo la parentesi però, la partita ha proseguito come doveva e cioè con Venus che cercava di tirare fortissimo ed evitare di muoversi e  Maria che invece di rendersi conto del livello della giocatrice che aveva di fronte sembrava ugualmente in preda a qualche preoccupazione tant'è che non si esimeva dal mostrare un inutile pugnetto alla chiusura del sesto gioco. Un ultimo break a 15, con una gran risposta da segnalare sullo 0-30 perché di cose belle ne abbiamo visto pochine, dava alla siberiana il primo set.
Nel secondo le cose non cambiavano di una virgola - se non in un finale che vedeva la Sharapova stranamente contratta - e la Rod Laver Arena tornava a raffreddarsi. Neanche il cretino di turno, che grugniva credendo di fare il verso alla Sharapova, quando sembrava piuttosto lo stridore dei gabbiani che cominciano a volteggiare su Melbourne Park, scaldava nessuno. Maria continuava a macinare game su game, col pugnetto a questo punto mostrato più per abitudine che per reale convinzione. Venus teneva un servizio da 0-40 e firmava una miniserie di 6 punti di fila, ma sembrava tutto molto casuale. Meno casuale invece, sia il già accennato timore della Sharapova sia l'orgogliosa reazione di una Williams che non ci teneva a farsi travolgere e allungava il match fino a ben oltre l'ora di gioco. 
La Sharapova passa al quarto turno dove affronterà la Flipkens e quindi può già pensare alla Kerber. Di Venus, per oggi, meglio non dire nulla e ammirare l'umiltà con la quale prova ad adattarsi alla sua nuova condizione di giocatrice di seconda fila.

(Roberto Salerno)

Ascolta l'audio della conferenza stampa di Maria Sharapova

 

A. Ivanovic b. J. Jankovic 75 63

In una Hisense Arena abbastanza gremita Ana Ivanovic e Jelena Jankovic hanno dato vita ad una partita molto tesa e a tratti molto bella, soprattutto nel primo set. Le due ragazze, per quanto si siano salutate alla fine con il più classico dei bacini, non hanno molto in comune e la loro turbolenta relazione non sarà aiutata dall'incontro di oggi. Che non è filato via del tutto liscio, soprattutto nel primo set caratterizzato da un andamento abbastanza curioso. La Jankovic - che ha scelto un vestitino blu in omaggio forse al colore predominante sul terreno di gioco - è partita forte e dopo aver facilmente tenuto il servizio si è trovata 0-40. Finalmente anche Ana - molto vezzosa col suo vestitino giallo - entrava in partita, annullava le palle break, teneva il servizio e sullo slancio brekkava a 15 l'avversaria portandosi sul 3-1. Dopo due turni interlocutori la partita si infiammava sul 4-2 Ivanovic, servizio Jankovic. Prima una risposta profonda costringeva all'errore la Jankovic, poi due fantastiche risposte portavano la più givoane delle serbe 0-40. Altro break conquistato alla fine di un punto lunghissimo gestito tatticamente molto bene con un rallentamento di rovescio che annunciava uno splendido vincente di dritto. La Jankovic adesso sembra in balìa dell'avversaria e anche in perdita secca di di fiducia. Ma il tennis è un gioco particolare e improvvisamente la luce dalle parti di Ana si spegne, sul 52 30-0. Forse aiutata da un po' di fortuna e da un doppio fallo dell'avversaria, Jelena, che da par suo era tanto in confusione da sbaglire il lato su cui posizionarsi sulla risposta, si porta sulla palla break grazie ad un attacco concluso con una volée stilisticamente rivedibile ma troppo semplice per poterla sbagliare. Lo scambio sulla palla break è spettacolare: la Ivanovic a corre a destra e a sinsitra per  alzare pallonettoni difensivi, seguita dagli ooohhhh del pubblico e dagli smash molto trattenuti della Jankovic. Al quarto smash Ana è costretta ad arredenrsi e a cedere uno dei due break. Adesso la Ivanovic è in rotta. Non tiene più in campo la risposta e rapidamente ci si ritrova sul 5-5 40-0, con una sequenza di 15 punti a 0 (!) a favore di Jelena. Davvero nulla avrebbe potuto far presagire una svolta così clamorosa e ancora meno quello che succede dopo. Quando Jelena sembra aver trovato il bandolo della matassa subisce 5 punti di fila e stavolta Ana non trema e chiude con un ace un altro gioco ad alata tensione in cui la Jankovic aveva avuto due opportunità per portarsi al tiebreak. Il primo set forse tecnicamente avrebbe fatto inarcare qualche sopracciglio agli esteti ma è stato davvero molto appassionante

Il secondo set è più regolare, si apre come si era aperto il primo, con la Jankovic che mantiene il servizo agevolmente. Ma una Ivanovic ormai in fiducia all'inizio del terzo gioco andava in forcing sul servizo di Jelena. Aggredita la Jankovic prima sbagliava uno smash semplice e poi sulla palla break regala il servizio all'avversaria con un doppio fallo.
Da qui in poi non c'è più storia, le due ragazze seguono il servizio fino al 5-3, qui la Jankovic ha la possibilità di avvicinarsi sul 5-4 anzi, per il tabellone dell'Hisense Arena ci sarebbe anche riuscita. La Ivanovic non è d'accordo, è sfortunata sul primo match point, con la palla che viene corretta dal nastro e finsice in corridoio ma sul secondo chiude senza problemi. (Roberto Salerno)

Ascolta l'audio della conferenza stampa di Ivanovic

 

Radwanska - Watson 63 61

Agnieszka Radwanska approda al quarto turno degli Australian Open irretendo la britannica Heather Watson al termine di una partita giocata benissimo, una delle migliori prestazioni individuali fin qui viste nello Slam australiano. Aga ha dato fondo a tutto il suo repertorio tecnico, imbastendo una tattica di gioco fatta di colpi sempre diversi, sapienti, frutto di una intelligenza tennistica che è merce più unica che rara nel tennis femminile moderno.

A fare le spese della prestazione della numero quattro del mondo è Heather Watson, numero 50 al mondo, unica giocatrice britannica a vincere un torneo WTA (Osaka 2012) negli ultimi ventiquattro anni, già sconfitta nell’unico precedente, a Wimbledon (2012), con il punteggio di 6-0 6-2.

Dopo i primi quattro games in cui si rispetta l’ordine dei servizi, la Radwanska innalza improvvisamente il livello di gioco, strappando il servizio grazie ad un lungo-linea di dritto. Nel settimo gioco Aga si inventa un game da favola: gioca colpi con pesi e rotazioni sempre diverse e chiude i quattro punti con due passati incrociati strettissimi di rovescio, un drop shot e un dritto lungo-linea a chiusura di uno scambio intenso. L’immediato contro-break della britannica non cambia le cose: Radwanska vince facilmente il primo parziale con il punteggio di 6-3.

Nel primo game del secondo set la Radwanska conserva il servizio ai vantaggi giocando tutti i punti a rete (!). Durante il cambio di campo la polacca chiama il medical time out per un piccolo problema alla mano destra (la stessa che operò nel 2009) mentre cinque minuti dopo inizia a piovere e sulla Hisense Arena si chiude il tetto. L’interruzione, durata circa 10 minuti, non cambia la musica del match: la Radwanska continua a fare quel che vuole e la Watson, allibita, da l’impressione di capirci davvero poco. Giusto il tempo di evitare il bagel e Aga chiude in 6-3 6-1 in 1 ora e 24 minuti. Al quarto turno troverà Ana Ivanovic, che ha battuto la connazionale Jelena Jankovic con il punteggio di 7-5 6-3

(Angelo Lo Conte)

 

La suggestiva imprevedibilità del gentil sesso (ovvero gli altri match)

Il tennis femminile non si smentisce mai. Nella sessione mattutina due partite d'alti e bassi e continui ribaltamenti di fronte. La Goerges va avanti un set con la Zheng, semifinalista qui nel 2010, poi va sotto nettamente nel secondo e nel terzo. La Zheng serve per il match sul 5 a 4 del terzo, si imballa e perde tre game consecutivi.

Nel frattempo una Marion Bartoli evidentemente sovrappeso vince un primo set tirato con la Makarova, perde il secondo di misura e cede di schianto il terzo. Sul 5-0 30-0 però la francese si sveglia, la russa trema ed inizia la rimonta. La Makarova sciupa match point e Bartoli si ritrova a servire sul 4-5 per riequilibrare la partita. Ed invece ecco arrivare il braccino della francese che con un paio di errori gratuiti cede il servizio e la partita.

Nessun problema per Li Na che supera in due set la rumena Cirstea. L'unico piccolo patema nel primo set quando la cinese non ha chiuso servendo in vantaggio 5 a 2. Poi nel secondo set cinque game consecutivi ed il break subito quando serviva per il match non ha cambiato l'inerzia dell'incontro.

 

 

 

Risultati

Makarova b Bartoli 67(4) 63 64

Goerges b Zheng 63 16 75

Kerber b Keys 62 75

Radwanska b Watson 63 61

Li - Cirstea 64 61

Ivanovic b Jankovic 75 63

 

Angelo Lo Conte, Daniele Malafarina, Roberto Salerno

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