21/01/2013 10:09 CEST - Rassegna Nazionale

Australian Open, lo Slam della leggenda (Semeraro), Australian Open, Seppi k.o. agli ottavi. Bolelli-Fognini ai quarti nel doppio (Crivelli), Seppi non sfata il tabù (Bisti)

21-01-2013

| | condividi

Rubrica a cura di Daniele Flavi

Australian Open, lo Slam della leggenda

Stefano Semeraro, la stampa.it del 21.01.2013

Il Roland Garros è chic, gli Us Open sono hard, Wimbledon è Wimbledon. Gli Australian Open sono l’Iliade, l’Odissea, un poema variopinto, assolato e neo-omerico. Lasciate perdere l’elefantiasi fulminante che colse Isner e Mahut a Wimbledon tre anni fa, se dovete pensare a match che sconfinano nell’epos – visto che quello è lo sport al suo meglio, una versione moderna dell’epica, qualcosa che si incide nella mente e secerne emozioni, parametri e memoria -, se volete elencare match pantagruelici e sadomaso, allora dovete fare tappa qui, sulla piana di Melbourne Park, sotto le porte scee del tennis. Stanotte la leggenda dello Slam che commuove e scarnifica si è rinnovata, Novak Djokovic e Stan Wawrinka si sono massacrati di splendido tennis per 5 ore e 2 minuti, cinque set (1-6 7-5 6-4 6-7 12-10) che hanno rinfrescato il ricordo di quel teatro della crudeltà che fu la finale dello scorso anno, quelle cinque ore e tre quarti di misticismo e autolesionismo no-limits, qualcosa al confine fra Artaud, la Body art e il bondage che misero in scena lo stesso Djokovic e Rafa Nadal. Anche stavolta, in mezzo a tanto splendore (ehi, avevate mai pensato che il timido Stan fosse capace di tanto tennis?), si è flirtato con il dolore. Novak alla fine, quando in Australia erano quasi le due di notte, si è lacerato la maglietta come un performer scatenato (o come il vecchio Andrew Ilie, se preferite l’understatement), Wawrinka è crollato a terra, stravolto dalla stanchezza e dai crampi, uscendo poi in lacrime dal campo. Sangue, tennis e Rod Laver Arena. Come nel 2008, quando Hewitt e Baghdatis si presero a pallate per cinque set fino alle 4 e mezzo di mattina di Melbourne, o nel 2003, quando Roddick e l’allampanato prence marocchino Younes El Aynaoui finirono solo 21-19 al quinto set, dopo 300 minuti di faida illuminata da un fair-play mitologico, stile Oreste e Pilade. «Sono i match per cui vivi, quelli per cui noi giochiamo a tennis – ha detto oggi Nole -. Però adesso per favore avete qualcosa da suggerirmi per riuscire a dormire?». Non è stata la prima partita estenuante del torneo, probabilmente non sarà l’ultima. A inizio settimana Blaz Kavcic era finito su un lettino nell’infermeria del torneo, stremato dai cinque set, vinti peraltro, contro James Duckworth. Lo avevano anche curato con un farmaco inadatto, e lui aveva creato scompiglio sostenendo (per celia) di essere finito sotto morfina. Ieri invece era toccato a Gilles Simon uscire dal campo dopo l’8-6 al quinto contro le copin Monfils con un luna-park di crampi acceso in tutto il corpo. «Ne avevo persino sul mento, in luoghi dove non ci sono neppure muscoli», ha sorriso il francese che prima di riuscire a trascinarsi a letto è rimasto per quattro ore sul lettino del massaggiatore. Domattina gli tocca sfidare Andy Murray, sotto il sole cocente del più mutevole, ovidiano, feroce e brividoso degli Slam. Hic Australian Open, cari tennisti, hic salta.

Australian Open, Seppi k.o. agli ottavi. Bolelli-Fognini ai quarti nel doppio

Riccardo Crivelli, gazzetta.it del 21.01.2013

Fuori anche l'ultimo azzurro in corsa nel singolare agli Australian Open: non basta il primo set vinto per 7-5. Da lunedì l'altoatesino sarà comunque Top20, miglior risultato in carriera. Impresa del doppio di Davis: sconfitti i fortissimi Bhupathi-Nestor Finisce negli ottavi contro il francese Chardy la corsa di Andreas Seppi agli Australian Open: l’altoatesino non riesce perciò ad eguagliare Cristiano Caratti, l’ultimo italiano ad approdare negli otto a Melbourne, nel 1991. E’ una delusione se si guarda alla classifica (Seppi è 18, l’avversario 32), ma non all’andamento della partita, perché Chardy, già giustiziere di Del Potro nel terzo turno, ha meritato di vincere dimostrandosi più solido e più continuo a partire dal secondo set. Il punteggio finale: 5-7 6-3 6-2 6-2.
UN SET DI SPERANZA — Del francese si conoscono le qualità: grande prima di servizio e un dritto esplosivo quando riesce a prendere in mano lo scambio. Il suo avvio però è da brividi: tre doppi falli e battuta ceduta già nel primo gioco. Seppi non approfitta del piccolo vantaggio e a sua volta subisce il break nel quarto gioco, però riesce a contenere il rivale, servendo bene e facendolo muovere quando può controllare lo scambio da fondo. Sul 5-5, Andreas ha quattro palle break prima di strappare il servizio a Chardy con un gran passante di rovescio. L’ace di seconda con cui conquista il set nel game successivo è il segno che l’azzurro è ben dentro il match.
LUCE SPENTA — D’improvviso, però, la luce si spegne: succede nel sesto gioco del secondo set, in cui con quattro gratuiti Seppi regala il break all’avversario e da lì non sarà più lui. Mentre Chardy sale con il servizio e cambia più spesso rotazione del rovescio, alternativamente o slice o a due mani ("Dovevo cambiare qualcosa, così ho provato a giocare più alto"), l’allievo di Max Sartori comincia ad affogare senza battersi: "Non avevo le stesse sensazioni dei match precedenti, non riuscivo a giocare bene, come volevo, e sono calato al servizio, mentre lui è diventato più aggressivo e mi ha messo in difficoltà". Nel terzo set Andreas subisce di nuovo due break, mentre Chardy serve bordate a più di 210 all’ora (arriverà a 216), poi nel quarto ha un sussulto quando si procura una palla break sul 2-1 (non gli succedeva dal primo parziale) ma il suo diritto bloccato sulla prima di Chardy non scavalca il net per millimentri. Nel game successivo, sul 15-40, il francese gioca un poderoso dritto sulla riga per il break decisivo. Bravo comunque, Andreas: "Mi dispiace, è ovvio, ma devo dare merito al mio avversario, che è stato più forte di me. In ogni caso, per me è stato un torneo eccezionale". Da lunedì sarà tra i primi venti del mondo e a un italiano non succedeva da 17 anni.
CHE DOPPIO — In prospettiva Davis, poi, non va dimenticato che Seppi ha battuto Cilic e che il doppio Bolelli-Fognini sta giocando un torneo incredibile. Stanotte la coppia azzurra ha eliminato negli ottavi le teste di serie numero 5, il canadese Nestor e l’indiano Bhupathi, stagionati marpioni della specialità che possono vantare, tra uno e l’altro, 12 vittorie negli Slam. Ora nei quarti hanno i colombiani Cabal e Farah prima dell’eventuale semifinale con i Bryan: "Vogliamo pensare in grande". Tra l’altro Fognini è stato protagonista di un episodio poco simpatico: dopo il doppio misto vinto insieme alla Hantuchova, ha baciato la partner come si fa sempre per galanteria, ma su Twitter è subito scattato il gossip su un presunto fidanzamento. "Una fesseria, frutto della fantasia di qualche stupido», ha commentato il tennista italiano.

AZZURRINI — Prosegue il cammino di Filippo Baldi nel tabellobne Junior: il 17enne lombardo, testa di serie numero 8 e vincitore lo scorso anno al torneo Avvenire, ha battuto per 7-5 6-2 il tedesco Hannes Wagner. Prossimo avversario il cileno Christian Garin, anche lui classe 1996 e numero 9 sel seeding, che lo scorso a settembre faceva parte della squadra battuta dall’Italia in Coppa Davis a Napoli. Martedì torna in campo anche l’altro azzurrino in corsa, Gianluigi Quinzi. per affrontare il coreano Kim.


Seppi non sfata il tabù

Riccardo Bisti, tennisbest.com del 21.01.2013

Abbiamo rivissuto gli incubi del 1994. Quell'anno ci fu una strana edizione dello Us Open. Pete Sampras, grande favorito, perse da Jaime Yzaga, favorendo una delle tante resurrezioni di Andre Agassi. Ci fu spazio anche per l'Italia: Gianluca Pozzi si issò fino agli ottavi di finale, dove aveva un impegno fattibile contro il tedesco Bernd Karbacher. Sul campo Grandstand si giocò un match pieno di paura. Era il più importante nella carriera di entrambi. Sapevano che un’occasione del genere non sarebbe più capitata (anche se, anni dopo, Pozzi avrebbe raggiunto gli ottavi anche a Wimbledon). Pozzi tremò un po’ di più, e Karbacher ne approfittò. Quel match si ricorda anche perché il box del tedesco era pieno di persone: coach, preparatore, responsabili federali…mentre quello di Gianluca era desolatamente vuoto. Negli anni 90 succedeva anche questo. Stavolta Andreas Seppi giocava ad armi pari. A seguirlo c’era un clan di una decina di persone. Ma non è bastato: Jeremy Chardy è più forte di Karbacher e gli ha negato il sogno, imponendosi con il punteggio di 5-7 6-3 6-2 6-2. Il punteggio dice tutto. Andreas è partito benissimo, ha vinto un primo set che avrebbe potuto chiudere con più agio, poi si è progressivamente spento contro un avversario sempre più in palla. La vittoria contro Del Potro non lo ha scaricato, e nemmeno il piccolo infortunio al ginocchio patito in doppio. Dotato di un servizio potentissimo e un dritto altrettanto mortifero, Chardy ha trovato la quadratura del suo tennis. E ha vinto meritatamente, senza discussioni.

Il match è partito bene, con Seppi subito avanti di un break grazie a tre doppi falli del francese nel game d’apertura. In effetti il sole gli picchiava in faccia. Nel quarto game Chardy firmava l’aggancio e iniziava il testa a testa. Sul 5-5, Seppi andava 0-40 ma aveva bisogno di cinque palle break per strappare il servizio a Geremia. Lo faceva nel migliore dei modi, con uno splendido passante incrociato di rovescio. Il set finiva ancora meglio, con un ace di seconda che lo portava a due set dalla grande impresa. Ma Chardy non si è disunito e ha iniziato a giocare sempre meglio. Un break al sesto game gli regalava il secondo set e faceva ripartire tutto da zero. Seppi aveva sempre meno energie, quasi a smentire le parole del preparatore atletico Dalibor Sirola, che alla vigilia aveva detto che Andreas avrebbe sopportato senza problemi un’altra battaglia di cinque set. Più che fisico, tuttavia, il problema era tecnico. Chardy giocava troppo bene, raggiungendo picchi troppo elevati per l’azzurro. Muoveva bene il gioco, utilizzava con sapienza un rovescio slice che metteva in difficoltà il dritto di Seppi. Un break in avvio di terzo set (sancito da un doppio fallo) firmava il sorpasso. Chardy era sempre più padrone del campo, e un bel dritto lungolinea gli consegnava il secondo break. 4-1 pesante, prodromo al 6-2 finale. Le ultime speranze sono volate via in avvio di quarto set. Lì Seppi ha dato l’impressione di crederci ancora. Sull’1-1 ha cancellato una delicata palla break dopo uno scambio di 23 colpi, chiuso da un bello slice che ha indotto all’errore Chardy. Sullo slancio, Seppi si procurava una palla break che lo avrebbe portato sul 3-1. La rispostina bloccata si fermava sul nastro e restava dalla parte sbagliata, simbolo un pomeriggio-no. Un dritto terrificante in direzione anomala dava a Chardy il break del 3-2 e – virtualmente – la partita. Il resto era accademia, fino alla volèe alta di rovescio che ha messo fine al sogno di riportare l’Italia nei quarti dell’Australian Open a 22 anni di distanza.

La differenza l’hanno fatta i colpi vincenti. A parità di errori gratuiti (44 a 42 per Seppi), Chardy ne ha tirati 47 contro i 34 del nostro giocatore, poco incisivo con il rovescio. Le statistiche aiutano, ma non spiegano la qualità del tennis del francese, belloccio che sogna di fare l’attore quando avrà smesso con il tennis. Ma adesso è tempo di pensare ai quarti, probabilmente contro Andy Murray. Seppi non avrà troppo tempo per riposare: tra meno di due settimane giocherà il primo turno di Coppa Davis contro la Croazia, poi andrà a Zagabria per il torneo ATP che potrebbe dargli altri punti preziosi per migliorare la 18esima posizione conquistata da Omar Camporese e Andrea Gaudenzi, storico limite dell’italtennis negli ultimi 30 anni. La delusione per questa sconfitta non deve oscurare il bel torneo dell’azzurro, uscito fuori da due partite durissime contro Istomin e Cilic. Partite che avrebbe perso fino all’altroieri. E invece, a quasi 29 anni, ha imparato a vincerle. Una consapevolezza che rende ottimisti per il futuro. Se ha saputo migliorarsi fino ad ora, perché non può continuare a farlo? Paradosso: è andato più vicino ai quarti nello storico match con Djokovic al Roland Garros, piuttosto che contro Chardy. Incredibile, ma vero. Seppi sa imparare dagli errori: se gli capiterà di nuovo un’occasione del genere, saprà gestire meglio fisico e paure. E riuscire laddove Gianluca Pozzi aveva fallito.

comments powered by Disqus
QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti