L'ITF pensa al passaporto biologico

21.01.2013

Da più parti nel mondo del tennis già da tempo si invocavano maggiori controlli ed esami approfonditi per combattere in maniera approfondita il doping, oggi Stuart Miller, che sovrintende per l'ITF il programma anti-doping è stato più esplicito ventilando in un'intervista alla rivista US Today una novità non da poco, la richiesta del passaporto biologico ai giocatori.
In questo modo sarebbero secondo Miller più facilmente controllabili le variazioni rispetto ai valori medi dei dati biologici di ogni tennista e ciò aiuterebbe in maniera concreta coloro che indagano sulle pratiche del doping.

Questo provvedimento probabilmente sarebbe ben accetto anche dai tennisti visto che molti di loro richiedono indagini che vadano oltre il mero esame delle urine.
E' chiaro che il caso Armstrong non ha fatto altro che sollecitare un'iniziativa del genere per evitare che anche nel tennis ci possa essere un caso similare che ne metta in pericolo la popolarità.

E' anche vero, a detta proprio dello stesso Miller, che introdurre novità come quella del passsaporto biologico comporterebbe dei costi e ciò di conseguenza significherebbe che sarebbero richiesti maggori investimenti nel circuito e nei vari tornei.
Miller però è convinto di questa iniziativa: “Noi vorremmo inplementarla anche se è ragionevole dire che non sarà una cosa semplice”, ventilando che il progetto potrebbe partire nel 2014.

Guy Forget ha detto la sua parlando con la stampa: “Esistono degli sport più esposti al problema come il ciclismo, ma sarebbe folle sottovalutare il problema nel nostro mondo e noi sappiamo che alcuni tennisti sono stato trovati positivi in passato. Il problema non è da sottovalutare, soprattutto oggi che il nostro sport è sempre più fisico”.
 

Stefano Tarantino