28/01/2013 15:08 CEST - Australian Open

Allarme "Equipe": cinque anni di finali senza magia?

TENNIS – I giornali di tutto il mondo ai piedi di Djokovic trionfatore in Australia per il terzo anno di fila. Il quotidiano francese rimpiange le rivalità del passato. Commentatori inglesi unanimi: Nole troppo forte per Murray. Alberto Giorni

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Australian Open 2013, Novak Djokovic
Australian Open 2013, Novak Djokovic

C’è un elemento che accomuna stamattina molte prime pagine dei giornali di tutto il mondo: la foto di Novak Djokovic con il trofeo degli Australian Open. E tutti sottolineano il fatto che sia il suo terzo titolo di fila a Melbourne; nessuno c’era riuscito prima nell’Era Open. I quotidiani australiani dedicano ovviamente molto spazio al torneo e The Age spara in apertura “Djokovic tre di fila” esaltando Nole che ha ottenuto la “tripla corona”. Foto a tutta pagina per l’Herald Sun e “Super Novak” a caratteri cubitali; all’interno si parla di sfida brutale vinta dall’ “indistruttibile serbo”. The Australian suggerisce “Hat trick”, espressione utilizzata anche nel calcio per indicare la tripletta.

Passando alla stampa americana, l’analisi più interessante è quella di Christopher Clarey, firma di punta del New York Times. “Nessuno copre gli angoli del campo come Djokovic – scrive –. A metà del secondo set si è tuffato alla sua destra per colpire un dritto dietro la linea di fondo: in questo periodo tennistico di suprema difesa è l’evoluzione dei tuffi di Becker a rete. Ciò che non ci si aspettava è che due dei più grandi ribattitori per due set e mezzo non ottenessero neanche un break, e Murray non ci riuscisse in tutto il match. Di finali Slam, Andy ne ha vinta una e perse 5: una statistica che non passerà inosservata in Gran Bretagna, dove analizzano ogni dettaglio su di lui quasi come fanno con le previsioni del tempo”.

In Francia, L’Equipe apre con “Sua maestà Djokovic” e un commento firmato da Julien Reboullet lancia un grido l’allarme: “Il duello tra Djokovic e Murray non è leggendario come Federer-Nadal, Sampras-Agassi e Borg-McEnroe. Il serbo e lo scozzese giocano allo specchio come Lendl-Wilander, manca la magia. Per cinque anni ci aspettano finali così? Bisogna sperare che Nadal torni quello di prima, che Federer sia immortale, che Murray cerchi la vittoria per vie diverse e che emergano i giovani”.

I quotidiani spagnoli dedicano le aperture alla vittoria della loro nazionale al mondiale di pallamano e nella pagina del tennis “Marca” accentua un fatto: erano otto anni, dal 23 marzo 2005, che Nadal non scendeva al quinto posto in classifica. Grande attesa per il suo ritorno a Viña del Mar, dove giocherà anche il doppio insieme a Juan Monaco.

Ampi resoconti sui giornali inglesi. “Andy stava volando finché una piuma l’ha riportato sulla terra”, strilla il Daily Mail, colpito dal curioso episodio capitato nel tiebreak del secondo set. Il commento è affidato a Martin Samuel, uno dei più autorevoli giornalisti d’Oltremanica: “I campioni sono quelli che sfruttano le occasioni e sanno rompere l’equilibrio al momento giusto. Murray è il secondo giocatore del mondo e non è un disonore se il primo posto è occupato da un fuoriclasse come Djokovic. Ma è una sensazione frustrante che Murray rischia di provare ancora a lungo”.

“Agony” titola a tutta pagina il Telegraph con una foto sofferente dello scozzese. All’interno, l’analisi di Boris Becker è improntata all’ottimismo: “La rivalità con Djokovic può aiutare Murray. Si incontreranno in molte finali e Andy sarà spinto ad alzare l’asticella e il livello del suo gioco”. Djokovic è “troppo forte per Murray”, sottolinea il Guardian. Sulla stessa frequenza l’Independent: “Nessun rimpianto per Andy”.

Alberto Giorni

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