31/01/2013 11:16 CEST - Doping

Doping, Fuentes: "Da me anche tennisti e calciatori"

TENNIS - "Ho lavorato anche con tennisti e calciatori" dice il dottor Fuentes al processo seguito all'Operacion Puerto. Fuentes, principale imputato, è accusato di reato contro la salute pubblica per pratiche dopanti su 58 ciclisti tra cui Basso e Contador. "Potrei fare i nomi di tutti". Ma il giudice non li chiede. E scoppia la polemica. Alessandro Mastroluca

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Il dottor Eufemiano Fuentes
Il dottor Eufemiano Fuentes

“Da me venivano ogni genere di atleti: tennisti, calciatori, corridori”. È la confessione di Eufemiano Fuentes, principale imputato nel processo seguito all'Operacion Puerto, la maxi indagine condotta dalla Guardia Civil spagnola nel 2006, che ha portato all'arresto dello stesso Fuentes, di sua sorella Yolanda, dei medici José Luis Merino e Alfredo Cordova, degli ex direttori sportivi di squadre di ciclismo Manuel Saiz, José Ignacio Labarta e Vicente Belda.

Al termine dell'indagine la polizia ha sequestrato 116 sacche di sangue e 99 di plasma, ognuna delle quali era identificata da un codice numerico o da un soprannome dell'atleta cui apparteneva. La Guardia Civil ha decifrato 58 di questi nomi, tutti di ciclisti, tra cui Alberto Contador, Jan Ullrich e Ivan Basso. “Nel 2006 lavoravo soprattutto con ciclisti” ha aggiunto Fuentes in aula, “ma non come medico di una specifica squadra”. Fuentes e gli altri imputati sono accusati di reati contro la salute pubblica, in quanto in Spagna la somministrazione di sostanze dopanti non costituiva reato penale all'epoca dei fatti contestati. Di conseguenza, i procuratori dovranno dimostrare che Fuentes e gli altri hanno consapevolmente condotto pratiche che avrebbero potuto mettere a rischio la vita degli atleti.

Fuentes si è detto disponibile a collaborare: “Potrei identificare tutte le sacche di sangue, se mi date una lista posso dire a chi corrisponde ciascun nome in codice, senza alcun dubbio”.

Immediatamente il Coni, che si è costituito parte civile, ha sollecitato il giudice Julia Patricia Santamaria a richiedere l'identificazione di tutti gli atleti che hanno avuto rapporti con Fuentes. Ma il giudice ha respinto la richiesta. “E' incredibile. Fuentes si è offerto di fare i nomi, e il giudice non ha chiesto niente” ha commentato Ignacio Martinez Arroyo, l'avvocato che rappresenta il CONI.

Il solo nome che Fuentes ha rivelato è quello di Jose Javier Gomez, recentemente eletto in un consiglio governativo che si occupa di sport giovanile. Tra il 1996 e il 2002, Gomez era un ciclista della Kelme, e Fuentes era il medico della squadra. “Lo frequentavo solo per questo motivo” ha detto Gomez, “mi sono sempre opposto al doping e anzi ho proposto delle strategie per migliorare la lotta contro queste pratiche che danneggiano il nostro sport”.

Fuentes si è difeso sostenendo di aver compiuto autoemotrasfusioni solo a titolo individuale e per tenere sotto controllo i valori di ematocrito, non per consentire ai ciclisti di barare. E ha respinto ogni addebito per le otto sacche di sangue in cui sono state trovate tracce di Epo. "Nessun prodotto illegale è stato mai aggiunto al sangue. Quelle tracce di Epo potevano essere solo il risultato di un trattamento anteriore, non c'è altra spiegazione".

Uno dei grandi accusatori di Fuentes è il ciclista Jesus Manzano. “Consumava cocaina e questo è molto pericoloso nello sport ad alti livelli” ha detto Fuentes. “Sua madre mi chiamò per informarmi. Il consumo di cocaina può causare danni cardiovascolari, per questo non l'ho incluso tra i miei pazienti. Non ho mai messo a rischio la salute degli atleti". Il legale di Manzano, Juan Carlos Sanchez, ha chiesto al giudice Santamaria di poter ricorrere penalmente contro il medico, dopo queste dichiarazioni.

Il giudice Santamaria ha anche ammesso la testimonianza di Tyler Hamilton, il ciclista americano che ha puntato il dito sia contro il suo ex compagno di squadra Lance Armstrong che contro il dottor Fuentes. Non possono più testimoniare, invece, il braccio destro di Fuentes, il dottor Jose Luis Merino, cui è stato diagnosticato l'Alzheimer, e Alberto Léon, ex ciclista diventato l'aiutante dei due medici, che si è suicidato.

Il processo è stato aggiornato a venerdì quando il giudice potrebbe decidere se consegnare o meno le sacche sequestrate alla WADA, l'agenzia mondiale antidoping. “Per noi è essenziale sapere l'identità di tutti gli atleti che si sono rivolti al dottor Fuentes”, ha dichiarato al Guardian il direttore David Howman.

Alessandro Mastroluca

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