24/02/2013 22:20 CEST - Atp Marsiglia

Tsonga, altro MP annullato! Marsiglia è sua

TENNIS - Nel tie-break del secondo set Tsonga annulla un match point a Berdych e trionfa a Marsiglia 36 76 (6) 64. 10o titolo in carriera per lui. Il ceco rimane insieme a Federer l'unico top ten senza trofei 2013. Da Marsiglia, Guidobaldi e Turba

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Jo-Wilfried Tsonga
Jo-Wilfried Tsonga

Con la finale vinta da Jo Wilfried Tsonga su Tomas Berdych si è infine archiviato l’Open 13 di Marsiglia.
Un Open 13 che quest’anno ha catturato l’attenzione del pubblico e delle televisioni grazie a un tabellone folto di nomi altisonanti, degno di un ATP 500 più che di un ATP 250.

In tempi recenti, si fatica a ricordare un ATP 250 che contasse nel suo seed tutti i tennisti della parte bassa della top 10 mondiale, nonché il finalista dell’ultima edizione di Parigi Bercy ed altri ex top 10 (Monfils, Davydenko…); inoltre i nomi in tabellone erano ben distribuiti, così che è stato possibile assistere a primi e secondi turni di tutto rispetto come Berdych-Gulbis. Benneteau-Janowicz, Dadydenko-Tsonga o Llodra-Del Potro. L’acme lo si è però raggiunto nel fantastico venerdì con 4 match combattuti e di altissima qualità, che non avrebbero sfigurato –almeno 3 dei 4-come ottavi o quarti di Slam: incontri pieni di emozioni, capovolgimenti di fronte, match.point annullati con grande freddezza. Last, but not the least, il Gerflor massaliota è terreno fertile per i “creativi”, i tennisti come un Llodra o un Muller, per mostrare il meglio del loro gioco e incantare la platea a suon di chip-and-charge, serve-and-volley o vincenti di puro tocco: certo, alla fine la vittoria è arrisa ai più forti, ma le emozioni migliori le hanno fornite loro..


Insomma, l’Open 13 è in piena salute, come testimoniano i commenti entusiasti di alcuni dei nostri lettori. Il merito va certamente alla rodata equipe organizzativa presieduta dall’ex pro Jean Francois Caujolle, che ogni anno attrae un folto pubblico - sempre molto caloroso e colorito nel sostenere i propri beniamini- creando così attorno ai giocatori un quadro idillico che li invoglia a tornare anno dopo anno. In un periodo posto tra il primo turno di Davis e i due Master 1000 americani –senza scordare l’Atp 500 di Dubai che segue a ruota, offrire così tanti big al pubblico è senz’altro un fatto notevole. Un plus, a nostro avviso, è anche il tabellone a 28 giocatori con bye per le prime 4 teste di serie, tabellone che consente ai più forti di entrare il lizza il giovedì sera, dando loro più tempo di recuperare nel caso di finale disputata la domenica precedente (vedi Del Potro). Una possibile miglioria da apportare a tutti gli ATP 250?


Quest’anno, oltretutto,l’ATP 250 provenzale festeggiava  il suo ventesimo compleanno. Inutile dire che,  per l’occasione, tutto il complesso del Palais du Sport è stato rinnovato, dalla sala stampa fino all’”Agorà” e al “Village”, il “villaggio” del torneo che con i numerosi stand e le serate a ritmo di musica e champagne porta in un palazzetto sportivo anche i più refrattari a qualsiasi approccio con il tennis.. I risultati si sono visti: spalti affollati –complici anche le vacanze scolastiche in Francia- e tennis di qualità, “premiato” dalla vittoria dell’idolo locale Tsonga..
Approfittiamo quindi, del ventennale per tracciare una breve storia dell’Open 13.
Due sono i personaggi “icona”, giustamente intervistati per la rivista ufficiale: Marc Rosset e Arnaud Clement. L’olimpionico di Barcellona 1992 è stato colui che ha aperto l’albo d’oro nel 1993 (6-2 7-6 in finale l’olandese Jan Siemerink), nonché l’unico –con Thomas Enqvist- ad avervi iscritto il proprio nome tre volte: nel 1993,l’anno successivo e soprattutto nel 2000, sconfiggendo –in un simbolico passaggio di consegne- un giovane connazionale alla prima finale ATP, un certo Roger Federer.. Quanto al “pirata” transalpino, beh, è semplicemente il detentore del record di partecipazioni, con 15 presenze nel tabellone principale dal 1997 al 2012: vero e proprio “enfant du pays” (essendo nato a Aix-en-Provence, a 30 km da Marsiglia), l’attuale capitano dei Bleus ha disputato al Palais du Sport la prima finale della carriera –perdendo da “Le Magicien” Santoro nel 1999 – e vinto in seguito nel 2006, dopo aver superato in semifinale Rafael Nadal,  in quella che forse resterà la sua vittoria più bella
 

A sottolineare l’importanza dell’Open 13 nel calendario (il torneo è dal 2004 nel circolo prestigioso dei 25 tornei più grandi del circuito ATP) basti pensare che i Fab Four vi hanno tutti partecipato almeno una volta. Re Roger, dopo la summenzionata finale, ha ottenuto la vittoria alla sua quarta e ultima partecipazione, nel 2003, ai danni di Jonas Bjorkman; Rafa, sconfitto da Clement nel 2006, non si è invece più fatto vivo in Provenza; Djokovic ha partecipato per 3 edizioni consecutive (2007-2009) ma senza mai vincere; Murray, infine, ha vinto a Marsiglia uno dei primi tornei della carriera (2008, vincitore più giovane dell’Open 13) ma  poi ha declinato all’ultimo momento per le due edizioni successive, scatenando all’epoca non poche polemiche da parte di Caujolle..
Federer,ad oggi, è uno dei 3 numeri  1 del mondo ad aver sollevato il trofeo del vincitore, insieme a Becker (1995) e Kafelnikov (2003): tanti altri vi hanno partecipato, come Lendl, Moya, Rios, Kuerten, Safin, Ferrero e Hewitt, oltre a Nadal e Djokovic ovviamente..Nutrita, e non poteva essere altrimenti, la presenza locale: in totale, dal 1993, 54 figli della Rivoluzione Francese hanno tentato la loro chance, 14 sono giunti in finale e 6 alzato le braccia al cielo (Forget nel 1996-più vecchio vincitore del torneo, Santoro nel 1999,Clement nel 2006, Simon nel 2007, Tsonga nel 2009 e 2013 e Llodra nel 2010). I nostri tennisti, notoriamente non avvezzi all’indoor, non hanno invece lasciato il segno nella città focese: i migliori restano i due mancini Diego Nargiso –semifinalista nel 1994 battendo Pioline- e Gianluca Pozzi, vincitore di Lendl nell’edizione inaugurale..
 

Ma torniamo ora al racconto della finale

Luci psichedeliche, discomusic a tutto volume e il Palais des Sport gremito di tifosi che acclamano l'idolo di casa Jo-Wilfried Tsonga opposto al n. 6 del mondo Tomas Berdych: questa l' "ambiance" della finale del ventesino Open 13 di Marsiglia. Nei 5 precedenti tra il francese di Le Mans e il ceco, questi è in vantaggio per 4 vittorie a 1; Tomas dunque parte favorito sulla carta. Ma attenzione a Jo che, in questa settimana marsigliese, ha prodotto un buon tennis, è apparso capace di risollevarsi nei momenti delicati, in particolare riuscendo a salvare 5 matchpoint contro Bernard Tomic nei quarti di finale. Ma ora tutto è pronto, si comincia....Berdych al servizio.

Entrambi cominciano bene, studiandosi a vicenda e ingaggiando un solido palleggio da fondocampo. Tra i due, forse, Tsonga appare leggermente più teso e falloso. Tuttavia, appena può, il francese aggredisce il ceco entrando in campo e guadagnando la rete. Si comincia dunque con un certo equilibrio e sia Tomas che Jo tengono il proprio servizio e si ritrovano 1-1. Ad ogni punto del transalpino, il pubblico ovviamente è alle stelle così come esprime un mormorio sconsolato ad ogni suo errore. Il ceco, dal canto suo, non perdona con il servizio. Ma non solo. Martella impietoso da fondo campo, solido, con colpi pesanti e profondi. Sale così 2-1. A questo punto si procura subito 2 palle break aggredendo il francese. Ma Jo le annulla entrambe, prima con un servizio vincente, poi con un passante lungolinea di dritto sulla riga, micidiale. Ne arriva un'altra, a causa di un dritto fuori giri del francese. Il ceco conduce il gioco, spinge e spinge ancora ...il transalpino recupera e recupera ancora, in affanno ma, alla fine, è Berdych a sbagliare. Dopo tre salvataggi, accompagnati dal boato del pubblico, Tsonga pareggia 2-2. I due spingono a più non posso da fondo e, di solito, nello scambio prolungato, è il francese a sbagliare per primo. Comunque al momento non ci sono break, con Tomas in vantaggio 3-2. Jo sbaglia spesso da fondo, affossando a rete, rigido sulle gambe. Sul 2-3 15-40 il pubblico urla all'impazzata "Allez Jo ! allez Jo !" ma, arriva un altro rovescio affossato in rete da Tsonga, rigidissimo sulle gambe. C'è il break e Tomas sale 4-2. Il n. 6 del mondo è estremamente solido nel palleggio, attento, concentrato. Ed è così che allunga le distanze, portandosi sul 5-2. Il francese tiene con autorità il proprio turno di battuta, fa così un passo in avanti sul 3-5. Ma Tomas continua imperterrito il suo cammino. Al servizio non perdona e si aggiudica così il primo parziale per 6/3 in 36 minuti.

La reazione del francese non si fa attendere. Jo si aggiudica subito il proprio turno di battuta in apertura di set. Ma Berdych non si scompone e porta a casa il secondo gioco a 0 : 1-1.Tomas si procura un altro break point. Una palla del ceco è chiamata out, Berdych chiede il falco: la palla è invece buona; si rigioca il punto ma il ceco a questo punto pare aver perso un po' quella concentrazione finora così solida. Tsonga, sostenuto senza sosta dal suo pubblico, si salva e sale 2-1. L'equilibrio dei servizi sembra dominare la seconda frazione. Si arriva così sul 4-4. Jo salva un palla break e sale 5-4. Ma Tomas non fallisce la battuta e pareggia 5-5. Il francese salva ancora rocambolescamene un break point con un rovescio lungolinea in corsa. Il pubblico in visibilio acclama "Tsonga Tsonga !!" e, alla fine, il transalpino non lo delude: con una smorzata spinge Berdych all'errore e va al cambio di cambio in vantaggio 6-5. Il ceco pareggia subito tenendo a 0 il servizio.

Si va al tie-break e Jo si porta immediatamente in vantaggio 2-0. Sale ancora 4-1, giocando benissimo il jeu décisif, aggredendo Tomas che, invece, appare preso un po' alla sprovvista. Il ceco reagisce e si avvicina 3-4. Un incauto doppio fallo del francese pareggia i conti (4-4), seguito poi da un servizio vincente. Jo sale ancora : 5-4. Ma Tomas affonda col servizio. Ancora parità. E arriva il matchpoint per Berdych, avanzando a rete. Ma...non è ancora finita poiché Jo lo salva con un Ace: 6-6. Un secondo ace dà adesso a Tsonga il primo setpoint : Tomas non controlla il rovescio che finisce in corridoio e il transalpino prolunga il match al terzo set.

La "guerra" dei servizi sembra ricominciare : 1-1 nel terzo parziale. Berdych sembra leggermente in calo poiché al servizio è meno incisivo, concede un palla break, la salva ma Tsonga se ne conquista un'altra prendendo la rete. E questa volta il transalpino non fallisce. Berdych affossa a rete il dritto e Jo sale 2-1, accompagnato dal boato del pubblico del Palais des Sport. Tsonga è lanciatissimo : 3 ace nello stesso gioco e subito 3-1. Ora il ceco sembra un po' troppo passivo: non varia la tattica, restando troppo ancorato alla linea di fondo e perdendo in precisione, potenza e forse anche un po' in lucidità. Comunque riesce a fare un passo in avanti e ad avvicinarsi 2-3. Ma Jo continua a servire senza sbavature : 4-2 per lui. Berdych si fa rimontare 40-40 dimostrando alcune defaillance soprattutto nella seconda palla. Comunque, alla fine, il ceco porta a casa il suo gioco e fa un ulteriore passo in avanti nello score: 3-4. Ma Tsonga sembra davvero inarrestabile adesso. Anche se Berdych cerca di restargli attaccato, il francese resta concentrato, lucido e ottimo al servizio, allungando le distanze 5-3. Tomas, che perde progressivamente in profondità e potenza, ce la fa comunque a stargli dietro. Tsonga adesso è carico e lanciatissimo e, sul 5-4 e servizio, al primo matchpoint per lui, grazie ad un dritto di Berdych affossato a rete, chiude l'incontro 3/6 7/6 6/4 in 2 ore e 10 minuti. Il pubblico marsigliese esplode in un boato senza fine. Jo trionfa all'Open 13 per la seconda volta dopo la vittoria del 2009. In conferenza stampa Berdych ha riconosciuto che il francese ha servito meglio nei momenti chiave dell'incontro ed è stato più bravo a recuperare. Dal canto suo, Jo ha espresso tutta la soddisfazione per questo decimo titolo in carriera, nonché secondo all'Open 13: "Entrambe le vittorie sono bellissime e importanti anche se una diversa dall'altra. Non ho mai mollato. Soprattutto all'inizio lui giocava benissimo, non sbagliava niente ma sono rimasto lì a tentare di servire sempre meglio e di fare il mio gioco. Poi alla fine sono stato migliore". Gli viene chiesto poi se sia stato un miracolo il fatto di aver vinto dopo essere stato dominato per quasi 2 set: "Sostanzialmente me lo sono meritato e sarebbe stato un "hold up" se lui avesse fatto più punti", ma Christian gli ricorda che in effetti Berdych ne ha vinti una decina in più : "Ah, allora è stato un hold up" risponde scherzoso Tsonga.

Dopo la conferenza stampa dei due finalisti, abbiamo chiesto un rapido bilancio del torneo a Jean-François Caujolle, che si è detto soddisfatto dell'evento, avendo avuto, inoltre, una finale combattuta, con un matchpoint salvato, un tie-break e con due giocatori dagli stili opposti. Insomma, ancora una volta lo spettacolo è stato al rendez-vous all'Open 13.
 

In aggiornamento
 

Laura Guidobaldi e Christian Turba

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