Eliminazione diretta, la formula ideale

NON SOLO TENNIS - La formula all'italiana, pur avendo dei pro logistici, rischia di rendere le competizioni sportive prive d'interesse perché praticamente già decise con grande anticipo. Meglio il "vinci o vai a casa". Rino Tommasi

E’ possibile che io mi faccia condizionare dalle mie frequentazioni tennistiche, ma dopo aver visto sport ad ogni livello ed in quasi tutte le discipline mi sono convinto che per determinare il vincitore di una competizione sportiva – individuale o a squadre - non ci sia formula migliore, più onesta e più affascinante di quella dell’eliminazione diretta, che si può riassumere in un semplice principio: chi vince va avanti e chi perde va a casa.

Mi rendo peraltro conto come questo sistema non sia applicabile in tutte le competizioni ed in tutte le discipline. In alcune c’è anche l’esigenza di riempire un calendario e di distribuire con equità i vantaggi del fattore campo.

L’eliminazione diretta ha anche il vantaggio di assicurare ad un torneo incontri sempre più equilibrati ed interessanti. Nel caso particolare del calcio c’è anche l’esigenza di riempire gli stadi e di intervallare il più possibile i confronti tra le stesse squadre.

Ci sono dei tornei (i due Masters sono l’esempio più importante) nei quali convivono a fatica le due formule.
Uno dei vantaggi di una fase finale ad eliminazione è quello di evitare che una competizione perda interesse ancor prima della conclusione. Tre dei maggiori campionati calcistici d’Europa (Germania, Spagna ed Inghilterra) sono praticamente già decisi quando ci sono ancora molte partite da giocare.

In Inghilterra il Manchester United ha 12 punti di vantaggio sul Mancheter City, in Spagna il Barcellona precede di 15 punti l’Atletico di Madrid, mentre in Germania il Bayern ha ben 17 lunghezze di vantaggio sul Borussia. Noi possiamo considerarci fortunati con la Juventus che ha soltanto sei punti più del Napoli.

Rino Tommasi