13/03/2013 09:59 CEST - Indian Wells

Djokovic, 20 vittorie di fila. Murray con la sorpresa Berlocq

TENNIS - Djokovic parte male ma poi chiude in scioltezza con Dimitrov, che sul 5-3 commette 4 doppi falli. Finisce 76 61. 20 vittoria per Nole che affronterà Querreym l'ultimo ad averlo sconfitto. Haas annulla un match point ad Almagro. Berlocq elimina Nishikori In aggiornamento. Redazione, R. Salerno e da Indian Wells, Vanni Gibertini

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Masters 1000 Indian Wells, Novak Djokovic
Masters 1000 Indian Wells, Novak Djokovic

(3) Murray b. Hsun-Lu 63 62 (Vanni Gibertini)

Nessuna sorpresa e nessun sussulto nel primo match della sessione serale nel quale, davanti ad un pubblico sparuto e vagamente assonnato, Andy Murray ha regolato la pratica Yen-Hsun Lu in meno di 1 ora e mezzo lasciando all’avversario solamente cinque games.

Non c’è mai stato un momento nel quale si potesse sperare che il risultato potesse essere in bilico: Murray ha messo il cruise control all’inizio del match ed ha portato a casa l’impegno con il minimo sforzo, impostando il match su un’andatura troppo sostenuta perché Lu potesse tenerla con regolarità senza commettere troppi errori.  Due break, uno al quinto ed uno al nono game hanno deciso il primo parziale; nel secondo Lu ha provato a spingere di più sull’acceleratore, trovando qualche brillante soluzione ma finendo inevitabilmente fuori giri in numerose occasioni. Dagli spalti del centrale si potevano sentire distintamente le grida dei tifosi provenienti dallo Stadium 2 dove erano impegnati i Bryans contro Kubot e Tipsarevic, mentre gli spettatori della sessione serale sul campo principale sembravano intenti a tutt’altre faccende che non seguire il tennis. Si sono scaldati per un attimo quando hanno applaudito Charles e Dora Pasarell, genitori di Charlie Pasarell, ex direttore di questo torneo, che hanno celebrato i 70 anni di matrimonio (auguri!); si sono divertiti quando Murray ha fermato il gioco pretendendo che la guardia del corpo di Larry Ellison, seduto in prima fila con la sua incantevole compagna, si sedesse su una sedia anziché sui gradini per non disturbargli la visuale.

Dopo alcuni game combattuti, quattro errori non forzati consecutivi di Lu danno a Murray il break per il 4-2 che fa da preludio al 6-2 finale senza ulteriori sussulti.

Murray affronterà Carlos Berlocq, che a sorpresa elimina con un doppio 62 Kei Nishikori in 72 minuti di gioco (i due non si erano mai affrontati). In conferenza stampa, Nishikori ha detto, pur senza addurlo come scusa per spiegare la sconfitta, che da Delray Beach soffre di un infortunio muscolare agli addominali che lo condiziona soprattutto nel movimento di servizio.

(1) Djokovic b. (31) Dimitrov 76(4) 61 (Vanni Gibertini)

La partita di singolare maschile più attesa della giornata, quella che sulla carta doveva regalare il migliore spettacolo, come spesso accade si è risolta con un non-match, reso interessante soltanto da un inizio pressoché catastrofico del n.1 del mondo Djokovic, che forse scosso dalla rimonta subita in Champions League dal suo Milan al Camp Nou di Barcellona, si è trovato in poco più di un quarto d’ora sotto per 1-4 0-30. Gli altoparlanti del centrale di Indian Wells sparavano la musica degli One Direction, ed era proprio “ad una sola direzione” il gioco che si vedeva in campo: senza far molto di più che tenere gli scambi tesi sul diritto di Djokovic, il giovane bulgaro Dimitrov si è trovato servita su un vassoio d’argento la possibilità di costruire un vantaggio importante contro l’uomo che quest’anno nessuno è riuscito a sconfiggere.
Ed è forse stata questa consapevolezza, quella di essere ad un passo da una potenziale sorpresa, che ha totalmente paralizzato Dimitrov al momento di servire per il set sul 5-3, quando ha servito ben 4 doppi falli che gli sono costati il controbreak e, di fatto, la partita. Perché da quel momento Djokovic, pur senza strafare, ha saldamente preso il controllo del match senza più allentare la presa: portato il primo parziale al tie-break, il campione serbo è andato subito avanti per 5-0, permettendosi anche il lusso di concedere un punto a Dimitrov sul 6-2 (il bulgaro aveva servito un servizio vincente, chiamato fuori dal giudice di linea ma corretto dal “falco”; il giudice di sedia Fergus Murphy aveva ordinato il let, ma Djokovic ha concesso il punto all’avversario) prima di chiudere per 7 punti a 4 in 45 minuti.

Il secondo parziale è durato appena 21 minuti: cinque errori gratuiti di Dimitrov nel secondo game concedevano il break che permetteva a Djokovic di prendere il largo, e di non guardarsi più indietro fino al traguardo.

L’evento degno di maggior nota avvenuto durante il secondo parziale è stato il ritorno in tribuna stampa del decano dei giornalisti di tennis americani Bud Collins, ormai 83enne, assente da tempo a causa di vari problemi di salute. Persino le telecamere di Tennis Channel hanno ripreso l’evento, e Collins è stato accolto non solo da tutta la stampa presente, ma ha addirittura ricevuto la visita personale di Rod Laver, due volte vincitore del Grande Slam, che si è intrattenuto a parlare con lui per diversi minuti.

Prosegue quindi il percorso netto di Djokovic in questo 2013 (15 vittorie e nessuna sconfitta) che al prossimo turno troverà sul suo cammino il neo n.1 americano Sam Querrey (sarà il primo americano in classifica a partire da lunedì prossimo), che ha superato Matosevic 76 67 75. Querrey è anche l'ultimo giocatore ad aver sconfitto Nole Djokovic. In quell'occasione riuscì a rimontare da 0-6 chiudendo 6-4 al terzo.

(8) Tsonga b. (32) Fish 76(4) 76(0)
Pur avendo dimostrato di essere già ora, nonostante i diversi mesi d'inattività, in grado di competere con i migliori, Mardy Fish molto probabilmente non sarà soddisfatto del suo match. Perché pur giocando un ottimo tennis, tanto da aver messo sotto Tsonga in più occasioni, non è mai riuscito a concretizzare, fallendo troppe possibilità.

A partire da subito, con le due palle non sfruttate nel quarto gioco e altrettante nel sesto dall'americano, bravo ad annullare a sua volta una palla break nel game in mezzo. Il parziale ha poi continuato a seguire la legge del servizio, come prevedibile dati i nomi dei contendenti, giungendo all'ovvia conclusione del tie-break. Dove Fish è arrivato al vantaggio di 4-3 e due servizi, non andando però oltre: fatale sul 4-4 il doppio fallo dell'americano, a cui Tsonga ha risposto con due ace che hanno chiuso il set.

Ma chi pensava a una resa di Fish si è dovuto immediatamente ricredere: l'americano è andato avanti addirittura di due break, per un 4-0 che sussurrava terzo set. Non è stato così. Non aiutato dalla prima di servizio (deficitaria in tutto il match, solo il 43% e solo 3 ace con altrettanti doppi falli), Fish ha sciupato tutto il vantaggio, nonostante una palla per il 5-1 e nonostante una palla del nuovo doppio break nel settimo gioco.

Non solo: nel nono gioco Fish è riuscito nuovamente a strappare il servizio a Tsonga, arrivando a servire così per il set sul 5-4, ma nel decimo game non è riuscito neppure a fare un 15. E pur riuscendo a giungere a un secondo tie-break, l'esito del match era ormai segnato.

Tsonga affronterà al prossimo turno Milos Raonic, contro il quale ha giocato finora una sola partita, ma memorabile: sull'erba olimpica di Wimbledon, il francese vinse 25-23 al terzo.

(17) Raonic b. (12) Cilic 36 64 63 (Roberto Salerno)
Reduci uno da un turno vinto senza particolari problemi, Cilic, e l'altro addirittura all'esordio avendo beneficiato dell'indisposizione di Llodra, Raonic, da i due connazionali (fidatevi) ci si aspettava una battaglia di servizi. Ma se è vero che nel primo set ci sono state solo due palle break per Cilic (anche se al croato è bastata la prima), e sulle prime di entrambi praticamente non si giocava, la partita ha offerto - purtroppo -  più scambi di quanto non si temesse per via di una seconda palla attaccabilissima.

E se Cilic è riuscito almeno ad assestarsi su un dignitoso 50%, l'1 su 12 del canadese fa davvero temere la reale possibilità di aver trovato un giovane capace di dar fastidio ai top ten. Terribili erano le difficoltà del canadese a giocare colpi, soprattutto il rovescio, in cui era costretto ad abbassarsi, e ha fatto presto Cilic a comprenderlo, non soffrendo praticamente mai quando si entrava nello scambio. Il problema tattico di Cilic era dunque semplice, se Raonic non tirava la bordata di risposta poteva stare abbastanza tranquillo.

Il secondo set era abbastanza simile con il piccolo particolare che Raonic, dopo essere riuscito a salvare due palle break nel primo game, alzava un po' la percentuale di prime e soffriva un po' meno sulla seconda. Contemporaneamente Cilic peggiorava un po' le prime e insomma, dopo quel primo game pericoloso la partita si riequilibrava e nessuno rischiava più sul proprio servizio. Senza nessun sussulto si arrivava quindi al 5-4 quando improvvisamente Cilic, sentendo forse la pressione, ha sparacchiato prima un dritto in corridoio e poi un altro in rete, offrendo la prima palla break a Raonic. Il set point viene splendidamente sfruttato dal canadese che con un gran dritto lascia di sasso Cilic. Sullo slancio Raonic è subito scappato 3-0 nel terzo e da lì in poi al canadese è bastato tenere il servizio per chiudere i conti e pareggiare gli head to head con il croato.

(19) Haas b. (11) Almagro 63 67(2) 76(2) (Roberto Salerno)
Ci sarebbe quasi da definirla da altri tempi la partita di Almagro e Haas, con un finale palpitante più di un romanzo di Agatha Christie. Tutte le partite di Haas ormai sembrano definite da un canovaccio: o vince i due set o è inevitabilmente destinato a calare alla distanza. Anche oggi sembrava dovesse andare così, e dopo un primo set in cui la classe cristallina del tedesco ha fatto giustizia della ridotta mobilità di un Almagro sempre più in lotta con i suoi demoni e mai completamente ripresosi forse dal terrribile uno-due coppa davis/Australian Open, nel secondo lo spagnolo si aggrappava al servizio e in qualche modo trascinava, nonostante percentuali di prime attorno al 50%, Haas al tiebreak. Il tedesco crollava di schianto e perdeva a 2 il secondo set.

La partita sembrava ormai segnata, soprattutto quando Alamgro riusciva a strappare il servizio ad Haas e a portarsi a servire per il match. Qui accadeva l'incredibile. Almagro si trovava sul 40-30 e nel momento di servire per il match metteva una buona prima e cominciava a guidare lo scambio. Uno sfinito Haas cercava di liberarsi della partita e di procurarsi la meritata doccia con una palla corta più simile ad un pallonetto che ad un drop shot. Si avventava quasi ridendo lo spagnolo e colpiva senza guardare la parte di campo del tedesco. Haas, che si stava avvicinando a rete per stringere la mano all'avversario si trovava la palla sulla racchetta, istintivamente la metteva davanti al corpo mandando la pallina nel campo ormai sguarnito dello spagnolo. Un furibondo Almagro perdeva i due punti successivi e il servizio trovava la forza per portarsi sul 6 pari ma finiva per crollare miseramente nel tie-break. Realtà romanzesca.

Haas affronterà negli ottavi Juan Martin Del Potro, convincente solo nel primo set contro Bjorn Phau, per la prima volta in carriera al terzo turno in un Masters 1000, sconfitto 62 75.  Sul 2-5 nel primo set il tedesco stecca di dritto (deuce) e porta l'argentino a due punti dal parziale. Palito si illude di aver raggiunto il set point dopo aver piazzato un dritto lungolinea vicinissimo alla riga, ma il giudice di linea, con un po' di ritardo, chiama la palla fuori e viene confortato dall'Occhio di Falco. Il secondo break, e di conseguenza il 6-2, sono solo rimandati di qualche punto: Phau colpisce lungo e al cambio campo chiede l'intervento medico per un fastidio al ginocchio sinistro.

Delpo si concede anche un pallonetto in tweener, vanificato, tra gli applausi del divertito pubblico, dallo smash a campo aperto del tedesco che poi con un gran lob firma il break del 5-4. Delpo serve peggio nel secondo set, ma con la risposta e il dritto continua a far male, così matura il controbreak immediato che riporta dalla sua l'inerzia del match. Phau non vince più un game. Salva il primo match point con uno smash a campo aperto dopo un'ottima accelerazione di dritto per prendere la rete. Ma questo fondamentale lo tradisce al punto successivo consegnando la vittoria a Palito. Senza dubbio, Del Potro ha mostrato le caratteristiche del campione, ha fatto quello che serviva per vincere. Ma ha chiuso con un bilancio negativo, 24 vincenti e 26 gratuiti, avendo servito con il 58% di prime e avendo convertito un punto su due con la seconda. Servirà un livello più alto contro Tommy Haas. I numeri sono in ogni caso dalla parte dell'argentino, che ha vinto tutti i tre precedenti confronti diretti, tutti sul duro (due outdoor e uno indoor), in due set.

 

Tutti i risultati:

Novak Djokovic (1) def. Grigor Dimitrov (31), 7-6 (7-4), 6-1

Andy Murray (3) def. Yen-Hsun Lu, 6-3, 6-2
Juan Martin del Potro (7) def. Bjorn Phau, 6-2, 7-5
Jo-Wilfried Tsonga (8) def. Mardy Fish (32), 7-6 (7-4), 7-6 (7-0)
Tommy Haas (19) def. Nicolas Almagro (11), 6-3, 6-7 (2-7), 7-6 (7-2)
Milos Raonic (17) def. Marin Cilic (12), 3-6, 6-4, 6-3
Carlos Berlocq def. Kei Nishikori (16), 6-2, 6-2
Sam Querrey (23) def. Marinko Matosevic, 7-6 (7-5), 6-7 (7-9), 7-5

 

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