29/03/2013 02:44 CEST - Il diario di Rino Tommasi

Sbagliato parlare di delusione per Errani e Vinci

TENNIS - Definire deludenti le sconfitte di Sara Errani e Roberta Vinci contro Maria Sharapova e Jelena Jankovic è un clamoroso errore di valutazione. Il comportamento delle nostre ragazze è stato eccellente. Rino Tommasi

| | condividi
Sara Errani
Sara Errani

L’impressione è che i brillanti e sorprendenti risultati ottenuti dalla nostre giocatrici nei tornei della primavera americana  abbiano trascinato i nostri giornali in un clamoroso errore di valutazione. Ad esempio ho sentito (mi pare alla radio) definire deludenti le sconfitte subite a Miami da Sara Errani e da Roberta Vinci contro giocatrici di classifica e valore certamente superiori a quelle delle nostre bravissime ragazze.

Forse ci siamo dimenticati che nel tennis femminile non abbiamo mai avuto grandi campionesse. Per trovare un none italiano nelle classifiche  mondiali  dobbiamo risalire ai primi anni Trenta quando Lucia Valerio era faticosamente riuscita  a farsi notare senza peraltro mai raggiungere i quarti di finale di un torneo del Grande Slam .

Il primo nome italiano che troviamo nelle classifiche del tennis femminile è quello di Annelies Ullstein, cittadina tedesca ma diventata italiana dopo un paio di matrimoni con Renato Bossi e Giorgio Bellani.  La troviamo infatti tra le  prime dieci nel 1948 e nel 1949 nelle liste di Bud Collins che le aveva concesso un ottavo ed un nono posto. Da quando le gestione delle classifiche mondiali è stata assunta dalla Federazione  Internazionale  (l'ATP nel 1973 e la WTA nel '75) tra le prime dieci della classifica femminile di fine stagione hanno trovato posto soltanto Flavia Pennetta, non più su del decimo posto, Francesca Schiavone, sesta nel 2010 dopo la vittoria ottenuta al Roland Garros e quarta qualche mese dopo, e Sara Errani, sesta nel 2012 grazie ad una finale raggiunta sempre al Roland Garros.
A poche posizioni dalle prime dieci erano giunte circa vent’anni prima Raffaella Reggi, Sandra Cecchini e Silvia Farina, che aveva poi chiuso alla posizione numero 14 nel 2001.

Tutto questo per sottolineare il significato delle imprese della Schiavone, della Pennetta e della Errani, che sono arrivate in alto senza la spinta di una tradizione e di una scuola  che invece avevano preparato la strada ai successi delle ceke Navratilova, Mandlikova e Novotna, delle tedesche Graf ed Huber, delle belghe Clijsters ed Henin, delle slave Seles e Jausovec, delle bulgare Maleeva, delle spagnole Martinez e Sanchez, delle svizzere Hingis e Schnyder, per tacere dell’armata russa, che ha continuato a produrre campionesse in tutte le discipline sportive.   

Tornando al discorso delle presunte delusioni, credo invece che sia già straordinaria la continuità che la Errani ha saputo dare agli ottimi risultati di Schiavone, Pennetta e Vinci. Preoccupa invece il vuoto che si è creato alle spalle della Errani, che ha già 26 anni. Per il momento mi interessava chiarire che il comportamento delle nostre ragazze a Miami sia stato eccellente e sia... sbagliato parlare di delusione. Fino a quando la Errani perde, giocando una grande partita, contro la Sharapova e la Vinci gioca quasi alla pari con una ex finalista degli US Open.

Rino Tommasi

comments powered by Disqus
QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti