01/04/2013 13:21 CEST - MASTERS 1000 MIAMI

Ferrer a un punto dal titolo. Ma alla fine trionfa Murray

TENNIS - Murray salva un mp, chiude 26 64 76 un match con quasi 100 gratuiti, vince per la seconda volta Miami e torna numero 2. Per Ferrer 13o ko su 13 in finale contro un top 5. Da Miami, Vanni Gibertini

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Andy Murray con il trofeo di Miami 2013
Andy Murray con il trofeo di Miami 2013

Murray b. Ferrer 26 64 76(1)

Un centimetro. Forse meno. Questa la differenza tra la vittoria e la sconfitta nella finale del Sony Open 2013. David Ferrer è arrivato al match point sul 6-5 del terzo set, e dopo uno scambio ad alta velocità da fondo il diritto di Murray è atterrato negli immediati dintorni della riga di fondo. Sul Challenge chiamato da David Ferrer, sicuramente il più importante del torneo e della stagione fino a questo momento, si è vista la palla lambire una porzione di linea, salvando in extremis un Andy Murray fino a quel momento erratico come non mai, e condannando Ferrer all’ennesimo secondo posto. Da quel punto in poi infatti ci sono stati 10 punti a 1 in favore dello scozzese che ha così potuto conquistare il suo secondo titolo a Miami, che ormai è la sua seconda casa. Si discuterà a lungo sulla decisione di Ferrer di fermare il punto: ha fatto bene? Ha fatto male? Mille opinioni, tutte giuste e tutte sbagliate allo stesso tempo. “Ho fatto quello che ho sentito al momento  - ha detto Ferrer – non si può tornare indietro”. Murray ha fornito una spiegazione più scientifica dell’episodio: “Ferrer aveva scentrato il colpo dopo il mio diritto, e presumo che ciò sia stato dovuto alla palla che era scivolata sulla riga, per cui avevo subito pensato che la mia palla fosse buona”.

L’insolito orario d’inizio delle 11.30 era stato voluto dalla CBS per poter trasmettere il match prima della finale regionale del campionato NCAA di basket da Dallas. Certo speravano che sarebbe durata un po’ meno di 2 ore e 45 minuti, cosa che li ha “costretti” (se così si può dire) a passare il testimone a Tennis Channel proprio sul 6-6 del terzo set, privando il pubblico americano che non era abbonato al canale tematico della fine del match. La CBS ha difeso la propria decisione dicendo che hanno comunque ritardato di qualche minuto il tip-off della partita di basket, ma non potevano fare altrimenti; anzi hanno suggerito al torneo di considerare l’inizio alle 11.00 per gli anni a venire per evitare altri conflitti di questo tipo. Traduzione: “Se non riuscite a finire una partita di tre set in 2 ore e tre quarti, è un problema vostro e non nostro". L’ultimo punto del tie-break è poi stato mostrato durante il primo time-out del match di basket, in modo da informare gli spettatori su chi avesse vinto il torneo, ma non si può certo dire che il network americano abbia brillato per elasticità. Evidentemente sono lontani i tempi in cui la stessa CBS cancellava tutta la programmazione del giorno per trasmettere il Super Saturday del 1984: ma quelli erano gli US Open, mentre anche un torneo importante come quello di Miami impallidisce in termini di attenzione mediatica davanti allo strapotere del basket NCAA.

Non è stata una bella partita, inutile nasconderlo: tanti, troppi errori, da entrambe le parti, occasioni mancate, capovolgimenti di fronte in una partita che è diventata avvincente man mano che il tempo passava, e nei 74 minuti del terzo set ha regalato emozioni a go-go nonostante otto break su 12 giochi ed una vittoria che nessuno sembrava voler acchiappare.
Nel primo set si è visto subito che nessuno dei due era in giornata di grazia, anche perché gli stili di gioco dei due si accoppiano molto male: ci sono stati lunghi tratti nei quali nessuno dei due spingeva i colpi, gli scambi si allungavano inesorabilmente e lo spettacolo altrettanto inesorabilmente ne soffriva. Le imprecisioni di Murray da fondo mandavano subito Ferrer sul 5-0, con lo spagnolo molto bravo a tenere i colpi profondi ed a provocare l’errore dell’avversario. I due doppi falli (parte dei 16 gratuiti commessi in tutto il set) con cui Murray ha ceduto l’ultimo game a zero sintetizzano molto bene il set.

Nel secondo parziale il livello drammatico della partita inizia a salire, mentre quello tecnico langue ancora: Ferrer annulla una palla break alla fine di uno scambio da 36 colpi, ma questa diventerà più un’eccezione che una regola, con l’avanzare del match. E’ Murray infatti ad uscire vincitore con maggiore frequenza dagli scambi più lunghi, e con un break al terzo gioco si costruisce un vantaggio di 3 giochi a 1, che poi diventa 4 a 2 con due palle break salvate benissimo. Poco dopo però il britannico ha un altro calo che potrebbe risultargli fatale: un doppio fallo e tre errori gratuiti siglano il 4-4, ma Ferrer non approfitta e ricambia il favore con altri 4 gratuiti consecutivi e manda Murray a chiudere il set con il servizio “Quel game è stato molto importante – ha confermato Ferrer rivisitando il match – ho giocato molto male in quel gioco, ma alla fine ho avuto le mie chances anche nel terzo set, con un match point, per cui non credo che la partita sia girata lì”.

Nel parziale decisivo succede di tutto: sei break consecutivi nei primi sei game, Murray si lamenta perché Ferrer ci mette troppo tempo a servire (e sarà poi lui nel drammatico finale a prendersi un warning per aver indugiato troppo a dissetarsi tra un punto e l’altro), c’è un principio di rissa sugli spalti sedata a fatica dagli addetti alla sicurezza. Murray scivola su un contropiede e prende una storta ad una caviglia (“Buon per me che indosso sempre le mie cavigliere rigide”), e soprattutto comincia a vincere qualche scambio lungo in più. Ferrer inizia ad avere problemi alla coscia sinistra e si fa massaggiare ai cambi di campo, ed il supervisor (che Murray sostiene di non aver chiamato) spiega la situazione allo scozzese. Sul 5-4 e servizio, quando serve per il match, Murray va 15-0 ma poi subisce l’iniziativa di Ferrer, che capendo di non avere più molta benzina in corpo inizia a cercare qualche angolo in più. Si va 5-5, e poi l’episodio del Challenge sul match point che di fatto chiude la partita.

E’ la sconfitta più dura della tua carriera?”, viene domandato a Ferrer. “Puede ser” dice lui, “può essere”. “La mia vita però non cambia. Anche se trovarsi in una posizione così favorevole per vincere un torneo importante come Miami e non realizzarla è molto difficile da accettare, perché è complicato ripetere l’impresa, rimango positivo e guardo al futuro con fiducia”.

A parziale giustificazione per la scadente qualità del gioco, comunque, bisogna notare come entrambi i giocatori abbiano sottolineato come le condizioni ambientali fossero molto difficili: quasi 30 gradi, umidità elevata, condizioni diverse rispetto ai giorni precedenti, parecchio vento. Murray ha persino detto che questo match è stato più duro della semifinale in Australia con Djokovic. Ma scommettiamo che il risultato gli è piaciuto molto di più.

Commento di Ubaldo Scanagatta:

Per la prima volta dal 10 novembre 2003 nè Roger Federer nè Rafa Nadal sono n.1 oppure n.2 del mondo. Lo sono infatti Novak Djokovic e Andy Murray. Un cambio della guardia nel giorno di Pasqua sarà più facile da ricordare. Ciò detto devo dire, senza aver assolutamente nulla contro Andy Murray _ del quale sono profondo estimatore fin da quando all'Australian open di diversi anni lo vidi giocare un match starordinario contro Rafa Nadal e lo paragonai a Gattone Mecir per i suoi cambi di ritmo e le improvvise accelerazioni _ devo dire che mi dispiace da morire che David Ferrer non ce l'abbia fatta stavolta, perchè era stato più coraggioso, perchè pur avendo meno mano aveva cercato di tenere lui il pallino del gioco, perchè ha avuto doppia sfortuna sia sul matchpoint -(dove peraltro Ivan Ljubicic dice che si sarebbe comportato alla stesso modo e avrebbe chiamato anche lui il challenge...per non avere rimorsi in futuro; io invece sono convinto che David era nella condizione di vedere bene quella palla e non mi sarei fermato, anche perchè Murray con la lingua di fuori e un servizio che da tempo non riusicva a tirare a più di 100 km orari (e mai una prima!) sembrava groggy e avrebbe potuto benissimo sbagliare o comunque non chiudere quel mezzo rigore che poteva tirare - sia poi sul primo punto del tiebreak quando è stato David ad avere il rigore ma un nastro beffardo ha bloccato il suo dritto vincente con Murray nell'impossibilità di recuperarlo. Temo che Ferrer non si dimenticherà mai un'opportunbità simile. Ljubicic dice anche che Murray ha vinto perchè ha avuto più fisico per il solo fatto di non avere avuto i crampi, ma io credo che quando uno ha più mano e più anticipo naturale e gioca un tennis meno sforzato, più fluido e meno operaio _ questo è Murray nei confronti di Ferrer _ fatica di meno e corre anche di meno. Quindi la tesi che Murray sia più forte fisicamente di Ferrer non mi convince. Spende meno e si affatica di meno. Detto questo se Murray avesse giocato al 100 per 100 avrebbe vinto più facile. Perchè ci sia equilibrio, per tutte le cose dette qui sopra, bisogna che Murray giohi al di sotto delle proprie possibilità e invece Ferrer dia il massimo.


 

Da Miami, Vanni Gibertini

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