17/05/2013 22:31 CEST - Internazionali d'Italia

Ferrer, il quasi campione. Passa Nadal. Avanza Paire

TENNIS - Soffre ancora Nadal, come con Gulbis. Ma a Ferrer, così come a Madrid, manca l'ultimo scatto. Nadal chiude 64 46 62. 19ma vittoria in 23 scontri diretti. 283ma vittoria sulla terra e 23ma semifinale in un Masters 1000 sulla terra. Benoit Paire, alla sua prima partecipazione agli Internazionali: 61 60 a Granollers. DF (AGL) e AM

| | condividi
Rafael Nadal
Rafael Nadal

Un debutto così a Roma Benoit Paire poteva solo immaginarlo. Alla sua prima partecipazione a Roma ha sconfitto Del Potro in ottavi e scherzato Marcel Granollers nei quarti. Ha concesso allo spagnolo appena un game, chiudendo 61 60 in meno di un'ora con un dritto vincente in lungolinea.

La Spagna ha vissuto anche il derby tra Ferrer e Nadal, che ha rispettato lo stesso copione di Madrid.

Ferrer e Nadal, questioni di... feeling (AM)

David Ferrer gli è davanti in classifica, ma è un effetto dei sette mesi di stop di Nadal. Non bastano però le differenze tecniche a spiegare il bilancio di 19 vittorie a 4 per il maiorchino, come non bastano a spiegare il doppio fallo sul set point qui al Foro e la volée a campo aperto mancata a Madrid, che ha trasformato una quasi-vittoria in una certa sconfitta.

Questione di... feeling, cantava Cocciante. Questione di alchimie, questione forse di quella sudditanza psicologica di cui tanto, forse troppo, si parla nel calcio.

Per Nadal è la settima vittoria contro un top-10 quest'anno (è leader di questa speciale classifica con lo stesso bilancio di Djokovic, 7-1, che è l'unico ad averlo battuto, a Montecarlo), e la 283ma sulla terra battuta. Rafa, che insegue la settima vittoria a Roma, dove ha perso una sola delle sette finali disputate, contro Djokovic nel 2011, raggiunge la 47ma semifinale in un Masters 1000.

Sul rosso, e non è certo una grande scoperta, i numeri raccontano il suo irripetibile dominio: non ha mai perso un quarto di finale in un Masters 1000 sulla sua superficie preferita, che gli ha dato 40 titoli sui 55 vinti in carriera. L'ultima volta in cui ha perso prima dei quarti sul rosso risale al Roland Garros 2009 (k.o. agli ottavi per mano di Soderling). L'ultima sconfitta a quarti risale al 2005, al torneo di Valencia (battuto da Andreev). Da quel momento, è iniziata una striscia di 81 vittorie consecutive sulla terra, interrotta dal successo in finale ad Amburgo di Federer, l'ultimo a rifilare un 6-0 al maiorchino su questa superficie.

Ferrer manca due palle break nel quarto: sulla prima sbaglia lui, sulla seconda è bravo Nadal a trovare l'uncino di rovescio incrociato. Dopo le occasioni mancate è Ferrer il primo a perdere il servizio nel game successivo, chiuso con un dritto largo. Anche nel settimo gioco Ferrer manca due chance di break. Da lì però Rafa non gli concede altre occasioni e completa il 6-4 tenendo a 30 il servizio nell'ultimo game, completato con un servizio molto esterno su cui Ferrer non controlla la risposta.

Il secondo set viaggia in direzione ostinata e contraria. L'ostinazione è quella di Ferrer, che la dura e sogna anche di vincerla, dopo esserci andato davvero vicinissimo a Madrid. Nel secondo gioco Nadal si prende un altro warning per time violation, Ferrer aggredisce la risposta e si procura una palla break che stavolta converte: approccia la rete in lungolinea e chude poi con la volée di dritto. Si ripete poi per completare il doppio break e volare 4-0.

Ferrer non sbaglia praticamente niente da fondo, Nadal è meno esplosivo, più conservativo, ma se le gambe sono di "Ferru", la testa del valenciano certamente è molto meno solida. Sul 5-3 commette doppio fallo sul set point (40-30) e finisce per subire il break.

Ferrer però ce la fa a vincere il set con uno dei punti più belli del match: si difende su due smash poi chiude con un passante in recupero (partiva dall'angolo opposto, all'altezza dell'orologio su cui è indicata la durata del match) su una volée che Nadal avrebbe comunque potuto, e forse dovuto, giocare meglio. Nel finale un po' di fortuna ha aiutato il valenciano, che nel punto precedente è stato aiutato anche dal nastro. Il maiorchino però si lamenta al cambio campo per il secondo warning per perdita di tempo, arrivato stavolta sul set point, e dei raccattapalle che "non portano l'asciugamano abbastanza velocemente".

Nel terzo, Rafa torna in versione "muro" e si procura una palla break nel terzo gioco, che Ferrer salva con un punto che è l'esaltazione del corri e tira, con in più la conclusione a sorpresa: il drop di dritto su cui Nadal non trova la controsmorzata in diagonale. Il valenciano manca una palla game, volée larga di dritto, consegna una seconda palla break con un top di dritto troppo lungo e regala il vantaggio a Rafa con un altro gratuito di dritto. Nadal torna a dominare e allunga allunga agevolmente sul 5-1. Ferrer può solo tenere il servizio e rendere il passivo un po meno pesante. L'ultimo servizio certifica il 64 46 62. Dopo Gulbis, anche a Ferrer è mancato l'ultimo scatto per passare dalla quasi-vittoria alla grande impresa. Senza di quello, contro un campione vero che su questa superficie fa la differenza con la testa prima ancora che con i muscoli, non si vince.

La rivelazione Paire (DF - AGL)

Paire è il decimo non testa di serie in semifinale a Roma negli ultimi 10 anni. Nel 2003 ci arrivarono Kafelnikov e Mantilla, unico "outsider" capace poi di vincere il torneo nell'era Open (in finale su Federer). Nel 2004 ci riuscì Albert Costa, nel 2005 David Ferrer, nel 2007 Filippo Volandri (che battè Federer, Berdych e Gasquet prima di perdere da Fernando Gonzalez) e Wawrinka, nel 2008 Stepanek, sorpreso dal ritiro di Roddick nella prima semifinale e costretto a sua volta dal forfait per indigestione, e nel 2010 Gulbis, che fermò Federer al secondo turno prima di arrendersi, come ieri, contro Rafa Nadal dopo una battaglia durata oltre due ore.

Della partita come s’intuisce facilmente dal risultato finale di 61 60 in appena 56 minuti c’è veramente poco da raccontare a parte la delusione evidente sui volti dei tifosi della Supertennis Arena. E’ sembrato di vedere un allenamento tra un prima categoria ed un serie C e non si è capito bene se più per i meriti del francese o per i demeriti dello spagnolo che oggi aveva una palla più leggera del solito che non lo impensieriva assolutamente.

Gli scontri diretti vedevano lo spagnolo in vantaggio di 2 a 1 ed avrebbero fatto pensare ad una partita più equilibrata tra due giocatori che si inseguivano in classifica; 36 il francese e 37 lo spagnolo, invece cosi non è stato.

Il giocatore di Avignone che con questo risultato diventa il quarto francese in classifica (beati loro) arrivando intorno alla 25esima posizione del ranking e scavalcando Bennetau (sconfitto nel secondo turno in una partita in cui se le sono dette di tutti i colori) e Chardy, diventa, anche, il 4 semifinalista d’oltralpe al Foro italico dopo Noah 1980, 1985 e 1986, Monfils 2006 e Gasquet 2011.

Il 24enne francese è diventato professionista nel 2008 e da quella stagione ha iniziato la scalata verso le vette della classifica creando molte aspettative tra i suoi tifosi per il gioco che s’inspira al suo idolo Marat Safin “genio e sregolatezza” e che comunque come tutti i geni della racchetta è bello da vedere nelle giornate di grazia mentre diventa “osceno” nelle giornate no. I suoi colpi non sono mai facili da intuire (come ha potuto constatare giovedi anche la testa di serie numero 7 Del Potro) e di rovescio è più solido ma di dritto riesce a trovare delle traiettorie imprevedibili sia sull’angolo stretto che ad uscire e molto spesso trova la palla corta vincente che lascia sul posto l’avversario.


Arriva in sala interviste sorridente come un bimbo al quale i genitori hanno appena comprato la caramella che tanto aveva voluto e subito inizia a scherzare con la traduttrice tanto che alla fine di ogni traduzione le fa i complimenti per il lavoro svolto.  A parlare in inglese fa un po’ fatica ed ogni volta che risponde ad una domanda fa il gesto di colui che sta sudando. “Ogni giorno sento che il mio tennis va pian piano migliorando. Oggi mi aspettavo una partita ben più difficile, invece ho giocato benissimo e sono stato quasi perfetto. Finalmente con questo risultato potrete dire (rivolto ai giornalisti presenti ndr) che non sono più solo una bella promessa futura ma sono il presente. Raggiungere una semifinale in un master 1000 è un risultato importantissimo ma comunque sono sicuro che resterò calmo per tutto il giorno e farò le cose che ho sempre fatto in attesa di domani. Tra Roger e Jerzy ovvio che preferisco giocare con il polacco. Roger è un giocatore fortissimo e probabilmente il mio gioco a lui da meno fastidio”.

In semifinale affronterà il vincente tra Roger Federer, grande favorito per raggiungere la finale nella sua metà di tabellone, o Jerzy Janowicz, primo polacco nei quarti a Roma dal 1982, quando ci arrivò Wojtek Fibak.

Se sarà partita con Roger siamo sicuri che il pubblico saprà come divertirsi e non mancheranno le emozioni sul campo centrale del Foro Italico.

 

 

comments powered by Disqus
QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti