09/06/2013 19:09 CEST - Roland Garros

La prima vittoria nel 2005 contro Puerta

Nadal b. Puerta 6-7(8-6), 6-3,6-1,7-5.

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PARIGI _ Quale nuovo aggettivo in rima dopo quelli spesi per la conquista della Coppa Davis _ bestial , brutal, colossal, genial, fenomenal _ scoveranno i periodistas per Rafael Nadal che al suo primo Roland Garros l’ha conquistato a 19 anni e 2 giorni, più giovane vincitore qui dall’anno Chang (1989) e, insieme al “cinesino”, ai vichinghi Wilander e Borg, all’aussie Rosewall, è entrato nell’elite dei cinque mostri teenagers?
Perfino Agassi aveva tremato alla prima finale d’uno Slam. Lui no, mai. Un exploit straordinario. Solo Nastase (’73) e Muster (’95) avevano dominato così la stagione “rossa” (Montecarlo, Barcellona, Roma, Parigi) ma se il rumeno si è fermato a due Slam vinti e l’austriaco a uno solo, accetto scommesse che Nadal ne vincerà di più. Sulla terra e sul cemento.
Gran merito per la miglior finale degli ultimi 5 anni (Kuerten-Norman, ) va dato anche all’irriducibile Mariano Puerta. Diversamente da Mary Pierce, dominata dalla Henin, l’argentino cresciuto nel mito di Vilas (cui assomiglia come gioco e come fisico, dimensione dell’avambraccio mancino incluse), ha fatto di tutto per smentire chi aveva dipinto la semifinale Nadal-Federer come una finale anticipata.
I miglior schermidori sono spesso mancini, ma era scontato che la prima finale tutta mancina degli ultimi 59 anni qui fra “el nino fenomenal di Mallorca” grande favorito e “el gaucho guerriero y luchador di Buenos Aires” non sarebbe stata un duello di fioretto. E difatti da quei bicipiti spaventosi sono esplose tremende sciabolate, per 3h e 24 m e 4 set che poco non sono diventati 5, ma anche spettacolari smorzate, cross e angoli stretti fantastici. Tre sono stati i setpoint mancati in modo quasi drammatico (un tuffo alla Becker ma palla in rete, un corpo a corpo incredibile vicino al net…) e sfortunato sul 5-4 40-15 nel quarto set da Puerta, miracolato anche (dopo il crollo dell’ascensore e il processo per doping con i 2 possibili anni di sospensione che gli avrebbero impeditogli la resurrezione da n.440 a n.37 Atp e la partecipazione a questo torneo) da un infortunio ad un adduttore che, sul 3-1 e 15-40 per Nadal nel primo set, si è poi rivelato ininfluente. Lo stop e l’arrivo del fisioterapista ha soltanto destabilizzato un po’ Nadal che ha perso il break di vantaggio e il set d’apertura al tiebreak dopo una lotta incandescente (1h e12 m.). Poi Nadal ha rimesso le cose a posto, dominando il terzo set più del secondo. Ma nel quarto stava per riaprirsi tutto.
“Ho perso dal giocatore più forte, ma è stato un gran match e per me è come se lo avessi vinto” avrebbe detto il “protetto” di Vilas, campione qui 28 anni fa.
Hanno lottato con tanta intensità e vigoria atletica, con corazon, fra un “vamos!” e l’altro finchè Nadal a seguito di un drittone fuori di Puerta _sotto gli occhi del suo re Juan Carlos, ma anche di tutta la sua famiglia al completo _ si è buttato a terra lungo disteso: “Un match incredibile. Più volte ho pensato di poter perdere. A fine del primo set, sul 5-4 e 40-15 per lui nel quarto, ma ho giocato bene i setpoint”.
E per lui, tifoso del Real Madrid, non poteva esserci coronamento migliore che quello di ricevere la Coppa dei Moschettieri (e gli 880.000 euro) dal suo idolo Zinedine Zidane.
 

Ubaldo Scanagatta

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