09/06/2013 19:09 CEST - Roland Garros

Il tris nel 2007 ancora contro Federer

Nadal b. Federer 6-3, 4-6, 6-3, 6-4

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PARIGI _ Rod Laver, con il suo doppio Grande Slam (1962-1969), dorma sogni tranquilli per almeno un altro anno ancora. Roger Federer non potrà eguagliarlo, anche se dovesse vincere a Wimbledon per il quinto anno di fila e a New York per il terzo. Resta Sampras (14 Slam contro i 10 di Roger) l’obiettivo più raggiungibile.
Rafa Nadal è indubitabilmente il n.1 del mondo sulla terra rossa. L’ennesimo verdetto parigino è netto, inequivocabile. Rafa, a dispetto di un pubblico piuttosto ingeneroso nei suoi confronti _ nella stragrande maggioranza gli ha fatto il tifo contro, forse stimolandolo ancor più del solito, semmai ce ne fosse stato bisogno_ l’ha dimostrato ancora una volta, la terza di fila qui a Parigi dove è ancora imbattuto. Il suo tris lo appaia a Bjorn Borg. Non so se arriverà ai 6 trionfi dello svedese, ma ha solo 21 anni. Se non spunta un nuovo fenomeno non ancora all’orizzonte, ce la può fare benissimo.
Neppure lo svedese aveva vinto tre volte di fila Montecarlo, Barcellona, Roma e Parigi. Se non è dominio questo!
Tuttavia Federer, in pessima giornata con il dritto _ di solito il suo colpo migliore, ma non ieri, oltre 25 errori gratuiti, nemmeno un vincente nell’ultimo set _ qualche rimpianto lo avrà.
Ha davvero sprecato troppe opportunità per sperare di fermare Nadal. Diciassette volte ha conquistato la palla-break _ ben dieci nel primo set _ ma è riuscito a trasformarne una sola e difatti ha vinto il set, il secondo della finale, l’unico scappato a Nadal nell’intero torneo. Magra consolazione in un 6-3,4-6,6-3,6-4 in 3 ore e 10 minuti. Ma Federer sembra più deluso per gli ultimi due set che per il primo: “Potevo giocarli meglio. Le opportunità perdute prima? Nadal è il più forte sulla terra: un contor è crearle, un altro convertirle. Il brutto avvio nel terzo mi ha ucciso…”.
Insomma Nadal ha giocato meglio i punti che contano, una caratteristica che di solito appartiene a Federer. Importantissime soprattutto le prime dieci che avrebbero potuto dare una svolta al primo set e quindi al match. Tanto più perchè Federer ha poi vinto il secondo. Non sapremo mai se avremmo avuto un altro epilogo.
Certamente straordinario Nadal, mostruoso come grinta e concentrazione. Meno inappuntabile lo svizzero: ben cinque delle dieci pallebreak mancate nel primo set sono stati suoi errori diretti, non provocati da Nadal. Troppi per chi abbia necessità di sovvertire il pronostico.
Nadal sulla terra vince davvero sempre, fatta eccezione per Amburgo dove però le condizioni sono completamente diverse. Il lift è stata l’arma vincente. Federer doveva giocare sempre con la palla sopra le spalle. Difficile, con il rovescio ad una mano. Negli scambi più lunghi Federer dava spesso la sensazione di poter sbagliare da un momento all’altro, Nadal mai. Con le sue traiettorie prende meno rischi, la sua palla liftata passa sempre ampiamente sopra la rete. Alla fine gli errori non forzati dello svizzero sono stati 59, quelli di Nadal meno della metà, 27. Magari i colpi più spettacolari li ha fatti Federer. Ma alla fine conta chi vince. E ha vinto l’infallibile Nadal, che mette continuamente sotto pressione l’avversario. Anche quando questi si chiama Federer ed è il n.1 del mondo ovunque tranne che sulla terra battuta. La classe di Roger, non vale sulla terra rossa, la tigna di Rafa. Il resto sono chiacchiere.

Ubaldo Scanagatta

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