15/06/2013 00:11 CEST - Personaggi

Donna Vekic: il successo è nei geni

TENNIS - Sua nonna era l'insegnante di educazione fisica di Davor Suker. Donna Vekic l'anno scorso è arrivata in finale a Tashkent al suo primo torneo WTA. E a 16 è in semifinale a Birmingham. Si allena con l'ex coach di Henman, e sogna di vincere Wimbledon. Alessandro Mastroluca

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Donna Vekic
Donna Vekic

Il successo è nei geni. L'anno scorso Donna Vekic ha raggiunto la finale al suo primo torneo WTA, a Tashkent a meno di 16 anni. Era dal 2006, quando Tamira Paszek conquistò il suo primo titolo WTA contro Maria-Elena Camerin a Portorose, che non c'era una finalista così giovane nel circuito. È diventata la più precoce top-100, adesso è numero 89, ed è in semifinale al suo primo torneo sull'erba, a Birmingham.

Come ha raccontato Brian Dick che l'ha incontrata per il Birmingham Mail, Donna viene da una famiglia di sportivi. Suo padre è stato calciatore, sua madre Brankica era un'atleta, sua nonna Lidija è considerata l'insegnante di educazione fisica che ha scoperto Davor Suker, una leggenda dello sport nazionale e attuale presidente della federcalcio croata. “Grazie a lui sono una grande fan del Real Madrid” ha raccontato Vekic, che era al Santiago Bernabeu durante la semifinale di ritorno di Champions League quando le merengues di Jose Mourinho hanno sconfitto 2-0 il Borussia Dortmund ma non è bastato loro per centrare la finale.

Vekic è sempre stata precoce. Prima di iniziare a giocare a tennis, Donna ha provato la ginnastica per qualche anno. Tra i primi ad accorgersi del suo talento c'è Miodrag Bozovic, organizzatore dello  Smrikva Bowl, un torneo under-10 cui Donna ha partecipato dal 2003 al 2005 ed è ricordata come una delle più giovani partecipanti. A 12 anni, Donna aveva già un agente. Adesso cerca di dividersi tra Osijek, dove è nata e ancora frequenta la scuola, e Londra. “I miei compagni di classe sono molto fieri di me” ha raccontato, “ma mi trattano come una studentessa normale. Mi aiutano con i compiti e sono molto grata a tutti loro per questo”.

Fa il suo ingresso nel mondo del tennis nel 2011. Gioca il suo primo ITF nell'isola di Brac e vince la sua prima partita a livello Futures contro la diciottenne olandese Demi Schuurs che qualche mese prima aveva vinto gli Australian Open in doppio. Perde al secondo turno dalla ceca Jana Jandova, mancando due match point, ma guadagna il suo primo punto WTA.

La prossima tappa è nella pittoresca Hvar dove batte Alena Tarasova, Zuzana Zlochova, Gracia Radovanovic e Marion Gaud prima di perdere da Ema Burgic nella sua prima finale in carriera. La sua prima vittoria arriva a Chiswick. Inizia eliminando tre giocatrici britanniche, Alexandra Walker, Olivia Smith e Jade Windley, batte l'olandese Quirine Lemoine in semifinale e nel terzo anniversario della morte di suo padre supera in rimonta Bojana Bobusic e conquista il suo primo trofeo.

Quello di Chiswick è per lei un po' come il torneo di casa. Si allena infatti nel vicino  Dukes Meadow Club con David Felgate, l'ex coach di Tim Henman. “E' un piacere lavorare con lei” ha spiegato lo scorso gennaio a The Tennis Space. “Lavoro con lei da cinque anni. È un piacere allenarla. L'ho incontrata quando aveva 11 anni. Venne a Londra per un paio di settimane, abbiamo scambiato un po'. A me piace allenare, a lei piace giocare, lavora molto e ascolta. La sua scalata nell'ultimo anno e mezzo è stato incredibile”. Tuttavia, dice, inizialmente non aveva idea di quanto alto fosse il suo potenziale. “Vedevo una grande intensità, un forte desiderio di allenarsi. Ma quando eravamo in Bangladesh a giocare tornei junior non sapevo dove ci avrebbe portato tutto questo”.

Nel 2011 arriva in finale al $10.000 di Westende-Middlekerke in Belgio, perdendo dalla cinese Jing-Jing Lu, e al $25.000 di Lagos, in Nigeria, dove batte in semifinale Nina Bratchikova (che avrebbe raggiunto pochi mesi dopo il terzo turno agli Australian Open 2013) prima di cedere alla vincitrice del Roland Garros junior del 2010, Elina Svitolina. La settimana dopo, sempre a Lagos, perde di nuovo in finale, stavolta contro Tamaryn Hendler, n.224 del mondo: è la decima partita in due settimane.
Nel 2012, dopo le sconfitte nelle qualificazioni a Mosca e Kuala Lumpur, vince il torneo a Bangalore, in finale su Andrea Koch-Benvenuto, di dieci anni più grande, e guadagna 50 punti nel ranking WTA.
Vince il suo terzo titolo ITF, a Fergana a maggio, e perde altre tre finali. Dopo aver perso ai quarti di finale del torneo junior a Wimbledon nel 2012, Vekic ha iniziato a frequentare quasi solo il circuito maggiore. E a settembre vive la settimana più incredibile della sua carriera, a Tashkent. Supera le qualificazione, celebra la sua prima vittoria contro una top-100 al primo turno (batte la testa di serie numero 4, Magdalena Rybarikova, al primo turno), poi supera Lara Arruabarrena-Vecino, Bojana Jovanovski e Eva Birnerova. In finale, però, cede 64 64 contro la rumena Begu. Nonostante la sconfitta, conunque, Donna ha ottenuto un contratto di sponsorizzazione con Nike e ha realizzato il suo primo photoshoot. Eppure nessuna delle sette partite che ha vinto per arrivare a giocarsi il titolo in Uzbekistan figura in cima all'elenco dei suoi ricordi migliori. “La partita più bella che io abbia giocato credo sia la vittoria su Andrea Hlavackova quest'anno al primo turno degli Australian Open” ha detto al Daily Mail. “Non avevo mai vinto una partita nel tabellone principale di uno slam”.

“Il mio gioco si adatta bene all'erba” ha spiegato Donna, che considera il dritto il suo punto di forza e sogna di vincere Wimbledon. “E' lo slam degli slam. Ricordo che vidi giocare Serena contro Venus in finale. Ero molto piccola, avrò avuto quattro o cinque anni. È stata una grande ispirazione per me. È diventato un sogno, ed è quello che mi ha spinto a lavorare sempre più duro negli ultimi anni”.

Per inseguire il suo sogno, non può far altro che seguire il consiglio che dà il titolo alla sua hit preferita, “We can't stop” (Miley Cyrus), “Non possiamo fermarci”.

Alessandro Mastroluca

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