Leconte: "Tsonga può vincere Wimbledon"

TENNIS - Henri Leconte, in vista dell'imminente inizio di Wimbledon, a "The Tennis Space" si è pronunciato su Jo-Wilfried Tsonga ("Jo è felice di giocare sull'erba") su Andy Murray ("Mi aspetto faccia bene") e su chi sia superiore sull'erba tra Federer e Sampras. Traduzione di Tino Cianciotti

Henri Leconte dice a The Tennis Space che Jo-Wilfried Tsonga può vincere questa edizione di Wimbledon: "Jo è felice di giocare sull'erba" ha dichiarato l'ex tennista francese in occasione del BNP Paribas Tennis Classic al London’s Hurlingham Club.

Leconte su Tsonga: "Credo che Jo abbia le capacità e il tennis per fare bene a Wimbledon" ha continuato Leconte "è arrivato alle semifinali in altre occasioni e può produrre un buon tennis. E' felice di giocare sull'erba ed oggi è più forte fisicamente e mentalmente. Molto dipenderà dal tabellone, ma credo sia capace di vincere uno Slam. Magari Wimbledon o gli Australian Open, cioè sulle superfici a lui più adatte. Ha fatto molto bene a Parigi raggiungendo le semifinali nonostante pensasse di non essere capace di giocare così bene sulla terra".

Leconte su Murray: "Andy Murray ha giocato bene al Queen's e se un tennista vince quel torneo è lecito aspettarsi che possa far bene anche a Wimbledon. Ha vinto le Olimpiadi sull'erba di Wimbledon e, dopo la sua vittoria dello scorso anno agli U.S. Open, sa cosa significhi vincere uno Slam".

Leconte su Federer, che tenterà di vincere un ottavo Wimbledon da record: "Difficile dire se Federer sia o no un tennista da erba migliore di Sampras. Fare paragoni tra tennisti di generazioni diverse non è facile. Inoltre i due hanno giocato a Wimbledon su erbe differenti: ai tempi di Sampras le condizioni di gioco erano molto più veloci; adesso l'erba è molto più lenta. Bisognerebbe ricordare anche il Borg dei tempi migliori, era incredibile e giocava con una racchetta di legno. Davvero, non si possono paragonare generazioni diverse. E non dimentichiamo che quando Laver giocava i rimbalzi erano molto bassi, era molto difficile giocare".

Traduzione di Tino Cianciotti