06/07/2013 10:24 CEST - WIMBLEDON 2013

Murray, il sogno è di nuovo a un passo

TENNIS - Per il secondo anno di fila Andy Murray raggiunge la finale di Wimbledon: superato Janowicz 67 64 64 63. Il polacco è stato 4-1 nel terzo. Sarà la quarta finale Slam Murray-Djokovic. Da Wimbledon, Nuziale

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Wimbledon 2013 - Andy Murray
Wimbledon 2013 - Andy Murray

Murray b. Janowicz 67(2) 64 64 63
Albione ha temuto il peggio ancora una volta, sebbene i sudori freddi non siano stati intensi come l’altroieri. Ma il tutto è finito nuovamente con un boato di gioia.

Per il secondo anno consecutivo la Gran Bretagna arriva alla domenica della resa dei conti con la speranza tra i pensieri. Di colmare finalmente una voragine imbarazzante.

Andy Murray è di nuovo in finale a Wimbledon, è di nuovo in una finale Slam (la quarta di fila, visto che a Parigi non ha giocato), troverà di nuovo Djokovic, contro il quale giocherà la quarta finale major, delle sette complessive (Nole ha vinto in Australia nel 2011 e 2013, Muzza a New York nel 2012). Questa volta non dovrà contendere il teatro con l’unico giocatore capace di dividere il cuore degli inglesi, Roger Federer; questa volta tutto il Centre Court sarà spudoratamente dalla sua parte. E i tempi sembrano davvero maturi, dopo quanto successo in questi ultimi 12 mesi.

Ma come prevedibile, non è stata una formalità, questo penultimo atto: all’esame della prima semifinale Slam, Jerzy Janowicz ha mostrato, oltre alla terrificante potenza, sensibilità, testa, cuore agonistico, sfacciataggine. Ha perso perché Murray è tennista superiore, oltre che più esperto a certi palcoscenici, ma il polacco esce dal torneo sapendo di non aver regalato la partita. E' vero, non ha trovato dal servizio gli esiti sperati, perdendo nettamente il computo ace (9-20 e 11 doppi falli contro uno solo dello scozzese), esattamente com'era successo a Del Potro contro Djokovic, a dimostrazione che la risposta è ora più importante del servizio, ma per tre set ha giocato alla pari, cedendo per il motivo suddetto, ovvero che anche oggi Murray ha dimostrato perché è n.2 del mondo.

E se è vero che nel terzo set il polacco è stato avanti di un break, è anche vero che il match poteva addirittura finire in tre set: un doppio fallo ha dato nel quarto gioco una prima chance a Murray, ma sul 30-40 il polacco ha scagliato una seconda superiore alla prima di diversi giocatori, scardinando il controllo della risposta dello scozzese. Il parziale, come prevedibile, è stato dominato dal servizio, ma sul 5-4 Murray è riuscito a trovare due letali passanti su altrettante prime di Janowicz, per il 15-40 del doppio set point, annullati entrambi naturalmente con il servizio: impressionante la seconda a 118 miglia orarie a raggiungere il deuce.

E portare questo tipo di giocatori al tie-break, non è una legge di oggi, può essere una realtà assai sgradevole: Janowicz è subito scappato 4-0 (dritto devastante per il minibreak iniziale, schiaffo al volo disastroso di Murray per il secondo) e chiuso a due con il primo doppio fallo del match dello scozzese.

La freddezza polacca è però sparita subito, con Janowicz autore di due doppi falli per il break in apertura di secondo set. E' stato probabilmente l'unico grave errore del polacco in partita, l'aver ridato subito ossigeno all'avversario. Murray ha addirittura avuto la possibilità di chiudere definitivamente il parziale nel quinto gioco, ma il 15-40 è svanito su un suo spento dritto in rete e un ace di Janowicz a sollevare la polvere bianca della riga laterale.

Chance mancata anche dal gigante polacco, che nel game successivo ha avuto il dritto lungolinea per pareggiare i conti nel parziale (orrenda la volee lunga di Murray per il 30-40), ma il colpo è finito mestamente in rete.

Un nuovo spavento è arrivato nel turno successivo, ma Murray ha reagito bene al 15-40 e al 40-A, annullando le tre palle break direttamente con il servizio: è stata l’ultima emozione del set.

In apertura di terzo set, Janowicz ha trovato un nastro fortunato che gli ha dato il 15-40, ma l’idolo di casa, ancora una volta, non gli ha dato occasione di incidere, annullando le due palle dello 0-2 con altrettanti ace.

Ma a forza di giocare con il fuoco…e infatti il pugno di esultanza di Janowicz è arrivato dopo due pregevolissimi rovesci in back, il primo sulla riga di fondo a consigliare l’errore di Murray, il secondo smorzato sulla palla break, in risposta alla mediocre palla corta dello scozzese.

Il controbreak è giunto nel settimo gioco, con un nastro britannico per la palla break, convertita da Muzza con un dritto incrociato a bocciare la smorzata di Janowicz: per la prima volta lo scozzese è riuscito a strappare il servizio all’avversario senza il suo aiuto (nel secondo set infatti il break arrivò con un doppio fallo).

È stato il game che ha cambiato il match: nel nono game Janowicz ha tremato, ha commesso il doppio fallo dello 0-40 e, salvata la prima palla break, nulla ha potuto sul dritto a sventaglio di Murray, che vedendo la pallina oltrepassare la linea di fondo si è sbilanciato in un’esultanza violenta.

Janowicz ha cercato di ridar vita al set intimidendo fisicamente Murray, tirando al corpo per annullare il primo set point, ma lo scozzese ha messo il punto con il 18o ace.

La fine del terzo parziale è stato animato da un’accesa discussione tra Andrew Jarrett, giudice arbitro di Wimbledon, ed Andy Murray, fortemente in disaccordo nella scelta di interrompere il gioco per i 20 minuti necessari alla chiusura del tetto. Per tale disputa rimando al pezzo del direttore Ubaldo Scanagatta.

Così, dopo circa 28 minuti dall’interruzione, si è ripreso a giocare. Ma il match non è più davvero iniziato. Perché la pausa non ha levato la nebbia mentale al polacco, che nel terzo gioco, subito un incredibile passante di dritto lungolinea, ha ceduto il servizio con l’ottavo doppio fallo della sua partita e un dritto in rete. E sul 3-5 Jano, con due doppi falli di fila, ha regalato il match point a Murray, accolto con una risposta vincente.

Domenica c’è un appuntamento non più rimandabile. Janowicz potrà ripassare: l’Inghilterra sta attendendo da troppo tempo.

Da Wimbledon, Riccardo Nuziale

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