05/07/2013 21:35 CEST - Wimbledon

Djokovic: "Vincere al quinto è questione di testa e fisico, l'una senza l'altra non basta"

TENNIS - WIMBLEDON. Traduzione di Alessandro Mastroluca.

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Hai mai dovuto faticare di più di oggi per vincere una partita?
Ho giocato alcune partite epiche e qualche match lungo, al quinto. Soprattutto la finale degli Australian Open contro Nadal che è durata sei ore. Ma ho l'esperienza per giocare questo tipo di partite e so che oggi sia io sia il mio avversario siamo stati spinti a limite. E' stata una delle partite più emozionanti che io abbia mai giocato, soprattutto qui a Wimbledon. E' stato un match di altissima qualità, dal primo all'ultimo punto. Credo ci siano stati tantissmi vincenti e non così tanti gratuiti. Entrambi abbiamo cercato di comandare il gioco. Ho avuto delle occasioni nel quarto, quando mi sono trovato avanti di un break e ho sprecato i match point nel tiebreak, per chiudere prima. Ma merito a lui per il suo spirito combattivo. Ha tirato fuori rovesci e dritti piatti da fondo su cui non potevi dire altro che complimenti. Sono comunque riuscito a restare in partita e sono felice di aver vinto.

Come spieghi il fatto di essere riuscito a diventare un tale maestro nelle partite così lunghe come questa?
Ho perso una partita così al Roland Garros qualche settimana fa. Non puoi vincere sempre. Ma so che quando affronti un top player e sei al quinto set, in un turno decisivo di uno slam, è lì che la tua resistenza fisica e mentale decidono la partita. Perciò sì, sono deluso di non aver chiuso in quattro. Ma sapendo che avevo più chance di vincere gli scambi lunghi, e sentendomi bene potevo avere delle chance sulla distanza. E questo mi ha dato un certo vantaggio dal punto di vista mentale.

In sette degli ultimi otto slam hai giocato un match epico e teso al quinto set. Quando arrivi al quinto, quanto è questione di testa e quanto è questione di fisico?
Penso che siano un po' tutte e due le cose. Naturalmente, quando ti senti bene fisicamente, quando sei in forma e non avverti troppa stanchezza questo ti dà anche una maggiore fiducia, quella forza che serve per essere un top player. Una senza l'altra non può funzionare.

Restiamo sull'arte di vincere match epici. Quanto è analisi dei colpi? Ti concentri sulla respirazione. Parlaci di cosa avviene dentro di te in queste partite.
Ci sono momenti in partita in cui hai dei dubbi, in cui magari esiti un po'. Poi ci sono momento in cui sei in totale fiducia. Ma questo è normale, tutti hanno alti e bassi, è il ciclo della vita. Non puoi sempre essere positivo, anche se in un match così può sembrare che le nostre menti siano d'acciaio. Abbiam i nostri alti e bassi ed è per questo che la battaglia in campo è anche mentale, alla fine. E' sempre importante credere nelle proprie possibilità fino all'ultimo secondo in cui in molti match si decide il vincitore.

Che vi siete detti alla fine?
Era un punto importante. Io ho giocato una palla corta, lui un dritto in corsa finito vicino alla riga. Il giudice di linea l'ha data buona, il giudice di sedia l'ha chiamata fuori. A me sembrava più fuori che dentro ma non ero nella posizione di chiedere la verifica. Stava a lui decidere se chiamare o no il falco. Mi ha chiesto che stava succedendo. Gli ho detto, ascolta, fossi in te chiederei il challenge. Ha detto, No, ma sai che è fuori, lo sprecherei. Ho detto, Ok, come vuoi, ma davvero, non ti sto mentendo, è vicina, non ne sono sicuro.

Traduzione di Alessandro Mastroluca

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