Giorgi: "La tattica era 'mira le righe e tira'!"

Traduzione di Francesca Moscatelli

D. Che cosa ti aspettavi scendendo sull’Ashe per la prima volta in serale con una ex numero uno?
CAMILA GIORGI: Lo desideravo, voglio dire, era il mio obiettivo essere li. E’ stato fantastico giocare lì, per  me è così bello. Non avevo mai giocato sull’Ashe, quindi è stata una bella esperienza.

D. Quali pensi siano i motivi principali per cui hai vinto?
G.: Penso di aver giocato meglio, tatticamente forse. Non lo so (Sorride).

D. Quali erano le tattiche che…
G.: Quando arriva la pallina mandala negli angoli (Sorride).

D. Hai fatto bene negli ultimi due Slam, ma forse non così bene nei tornei minori. E’ perché ti senti più motivata per i grandi tornei?
G.: Si, si, soprattutto questo. E, voglio dire, nei nove mesi passati ero infortunata, ho giocato ogni torneo infortunata, così mi sono fermata per due mesi dopo Wimbledon quest’anno. Quindi questo è stato il mio primo torneo da quando sono rientrata e mi sento bene adesso. La mia spalla va bene, quindi sono molto contenta anche per questo.

D. Sei sorpresa di essere riuscita a superare le qualificazioni e poi aver battuto una numero una come la Wozniacki per accedere alla seconda settimana, o hai sempre saputo di portercela fare?
G.: Penso di si, voglio dire, me l’aspettavo. Il mio primo obiettivo era di entrare nelle top 100 e poi ritrovare la fiducia, perché quando non giochi tornei, voglio dire, non riesci ad avere questo ritmo negli incontri, quindi non è facile. Ma alla fine penso partita dopo partita, non guardo troppo avanti.

D. Riesci a sentire tuo padre tifare quando sei in campo? Stava tifando molto forte oggi.
G.: Si, certo, lo sento sempre.

D. Lo ignori? Cerchi di non guardarlo quando è così entusiasta?
G.: No, no, non è così. Sto pensando – so che è sempre li, ma non è che non voglio – voglio dire, molte volte lo guardo.