10/09/2013 18:39 CEST - Us Open

Nadal da 10, Wawrinka da 9 Bocciati Del Potro e Federer

TENNIS - Pagellone maschile degli Us Open. Nadal festeggia il 2o slam stagionale, il 13mo in carriera. A Djokovic non sono bastati picchi di competitività incredibili nel secondo e terzo set. Wawrinka ha giocato un tennis impensabile contro il serbo. Deludono Federer e Del Potro. Blake avrebbe meritato più rispetto. Claudio Maglieri

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Us Open 2013, Rafa Nadal
Us Open 2013, Rafa Nadal
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La seconda affermazione di Nadal a Flushing Meadows mette la parola fine sul capitolo “tornei dello Slam 2013”: battendo Djokovic lo spagnolo si è aggiudicato il secondo Major stagionale (nonché il tredicesimo della carriera: chi l’avrebbe mai detto?), soprattutto ha riconquistato la leadership mondiale dopo un 2012 pieno di difficoltà (per il momento il computer premia ancora Nole, ma Nadal ha già messo la freccia ed è pronto al sorpasso). Lo Slam newyorkese ci ha dato dei verdetti piuttosto netti: Nadal e Djokovic sono a tutti gli effetti i padroni del tennis maschile, Murray è ancora troppo altalenante, Federer (per quanto straordinario) è ormai in fase calante mentre gli altri tennisti non possono essere considerati valide alternative per dare fastidio al duo di vertice. Eccovi il nostro pagellone in salsa Us Open.

RAFAEL NADAL – VOTO 10
Ci ha fregati tutti ancora una volta: dopo Wimbledon 2012 pensavamo di averlo perduto (qualcuno già stappava le bocce di spumante), poi a Wimbledon 2013 è uscito al primo turno e in pochi avrebbero immaginato che Rafa avrebbe dominato i Master 1000 americani per poi chiudere il cerchio imponendosi nello Slam della Grande Mela. Lo spagnolo ha incontrato le prime difficoltà negli ottavi con Kohlschreiber, poi si è liberato facilmente di Robredo e Gasquet: nella finale contro Djokovic (ormai un classico) si sono visti scambi stellari, ad un certo punto Nole pareva decollato verso vette irraggiungibili, ma Nadal è stato bravissimo a non mollare la presa nel terzo set ed a chiudere la pratica nel quarto. Chi vi scrive ha visto per l’ennesima volta un Nadal inquietante: al di là del solito enorme sforzo psicofisico, in questa finale l’iberico è sembrato a tratti un vero e proprio mostro assetato di sangue, che prima di cedere il tesoro lascia sul campo ogni minima briciola di energia. La sua esultanza dopo aver vinto il terzo set ricordava quella di Melbourne 2012 (dopo essersi aggiudicato il quarto parziale). Ogni anno è la stessa storia: in parecchi dicono <giocando così non durerà molti anni>, poi puntualmente Rafa inizia a sbriciolare gli avversari e a collezionare nuovi grandi trofei. A soli 27 anni ha eguagliato un certo Andre Agassi nella classifica dei tornei vinti (60, ma lo spagnolo vanta nella propria bacheca 13 Slam e svariati Master 1000): l’unico grande torneo che manca alla sua collezione è il Master di fine anno, dovesse vincerlo consoliderebbe maggiormente il suo posto nella storia di questo sport.

NOVAK DJOKOVIC – VOTO 8
Ha giocato un grande torneo e questo bisogna riconoscerglielo. Per la verità ha avuto un tabellone piuttosto semplice fino agli ottavi di finale, poi contro Youzhny ha lasciato per strada un set e nella semifinale con Wawrinka ha dovuto tirare fuori il meglio di sé per tenere a bada un avversario a tratti ingiocabile. Contro Nadal ce l’ha messa tutta: ha sulla coscienza il fatto di aver concesso troppo facilmente il primo set, ma nel secondo e nel terzo parziale ha toccato picchi di competitività a dir poco incredibili. Purtroppo per lui dall’altra parte della rete c’era una macchina da guerra che nemmeno certe armi sarebbero riuscite a demolire: contro qualunque altro avversario Djokovic avrebbe alzato la coppa del vincitore al 100%, togliendo Nadal nessun altro giocatore al mondo è in grado di tenergli testa. Adesso sarà importante recuperare le energie, soprattutto dal punto di vista psicologico: Nadal, dopo le scoppole rimediate nel 2011, è stato monumentale a rimettersi in pista e a macinare nuovi successi, vedremo se Nole sarà in grado di fare altrettanto.

STANISLAS WAWRINKA – VOTO 9
Merita un voto in più di Djokovic, nonostante sia uscito sconfitto dal match di semifinale. Perché? Nel penultimo atto del torneo <Iron Stan> ha spaventato non poco l’attuale numero 1 mondiale, nel corso delle due settimane di gare ci ha mostrato un tennis impensabile (lo svizzero ha fatto incredibili passi in avanti dal punto di vista del gioco) inoltre si è trovato a dover affrontare un tabellone difficilissimo: Stepanek al primo turno, Karlovic al secondo, Baghdatis al terzo, Berdych in ottavi e Murray nei quarti. Diteci se questo non è un percorso a dir poco disastrato, ma Wawrinka lo ha superato senza intoppi ed il modo in cui ha scherzato Murray ci ha riscaldato il cuore. Contro Djokovic avrebbe potuto farcela: che la Provvidenza ce lo conservi intatto.

RICHARD GASQUET – VOTO 8,5
Se il francese mantenesse con costanza questo tipo di tennis gli faremmo una statua: possiede uno dei colpi più belli di tutti i tempi, ma in passato Richard ha ottenuto risultati meno brillanti del previsto a causa di evidenti lacune fisiche, mentali e tecniche (rovescio stupendo, ma il dritto?). Stavolta, però, ci ha esaltati: nei primi tre turni ha rispettato i pronostici (e contro il Tursunov di queste settimane non era facile uscirne vivi), poi ha demolito alla distanza il cannoniere Raonic e nei quarti ha letteralmente preso a pallate un osso duro come Ferrer, distrutto a suon di rovesci lungolinea. Dopo aver vinto i primi due set e perso i successivi due, in tanti credevano di dover assistere ad un film già visto (Wimbledon 2008 contro Murray, giusto per dirne una) invece Gasquet non si è lasciato andare ed ha portato a casa una delle affermazioni più gratificanti della carriera: poi, contro Nadal, lui per primo sapeva come sarebbe andata.

ANDY MURRAY – VOTO 5
Joe Bastianich commenterebbe cosi la prestazione della scozzese: <Una DILUSIONE>. D’accordo, ha raggiunto i quarti di finale ed è stato buttato fuori da un Wawrinka poetico, ma il campione in carica degli Us Open (nonché trionfatore a Wimbledon pochi mesi fa) non può pensare di confermarsi giocando un tennis così remissivo. Murray è un grande giocatore e quando la ruota gli gira diventa un brutto cliente per tutti, ma la sua più grande lacuna è l’incostanza: dal punto di vista dell’allenamento il britannico non si discute, a livello mentale è cresciuto parecchio, ma ancora non è in grado di mantenere un alto livello di gioco per molto tempo, quando lo vedi che si mette a remare a fondo campo senza mai prendere l’iniziativa ti verrebbe voglia di entrare nel televisore e di prenderlo a calci (pensando alle sue enormi capacità). Dopo un estate americana da dimenticare doveva riscattarsi a Flushing Meadows, invece ha fallito clamorosamente.

ROGER FEDERER – VOTO 5
Dopo la scintillante prestazione di Cincinnati contro Nadal tantissimi rappresentanti del mondo dei media si erano lanciati in proclami del tipo <farà come Sampras nel 2002>. I suoi tifosi si leccavano i baffi in vista dei quarti contro il rivale spagnolo, in molti avevano addirittura ipotizzato un suo trionfo finale e lui stesso aveva alimentato questi propositi dichiarando <sono qui per vincere gli Us Open>. Nei primi tre turni lo svizzero ha affrontato avversari talmente inconsistenti da sembrare dei brocchi, poi appena si è trovato dall’altra parte della rete un avversario sul pezzo che non regalava punti a casaccio ha ceduto di schianto. Robredo è un giocatore solido, ma il vero Federer lo avrebbe spazzato via con uno starnuto: questo ko non ci ha lasciati indifferenti, gli stessi giornalisti che prima lo pontificavano hanno cambiato di colpo versione rispolverando il classico <Roger ormai è alla fine, questa volta non si rialzerà>. Qual è la verità? Difficile dirlo, ovviamente anche l’acqua calda si è accorta che Federer è in piena parabola discendente, ma crediamo che sia troppo presto per dichiararlo <finito>.

JUAN MARTIN DEL POTRO – VOTO 4,5
Pensavamo che in un ipotetico quarto di finale con Djokovic avremmo visto scintille, invece è bastato un (quasi) ex giocatore come Lleyton Hewitt a rispedirlo prematuramente a casa. Ultimamente Del Potro non sta convincendo affatto: problemi fisici o no, l’argentino ha giocato un magnifico Wimbledon, poi si è accartocciato senza preavviso e a New York ha deluso le aspettative di coloro che lo definivano l’unica vera mina vagante in grado di rompere il dominio dei primissimi. Se ha intenzione di vincere qualche altro torneo dello Slam è bene che si impegni al massimo per eliminare definitivamente tutti gli acciacchi fisici che lo stanno frenando: un Del Potro al 100%, e quindi carico anche a livello psicologico, può giocarsela alla pari con i primissimi, ma per il momento la situazione è piuttosto negativa.

DAVID FERRER – VOTO 6
Ha raggiunto la seconda settimana del torneo per cui il suo lo ha fatto, poi nei quarti di finale ha trovato un Gasquet particolarmente ispirato e si è fatto impallinare clamorosamente: diciamoci la verità, quando lo spagnolo si è aggiudicato il quarto set tutti noi eravamo convinti che poi l’avrebbe spuntata al quinto, invece le cose sono andate ben diversamente. La sufficienza ci sta tutta, oltre non si può andare.

TOMMY ROBREDO – VOTO 7,5
Un anno fa, di questi tempi, stava cercando di riemergere dopo una lunga assenza dai campi causata da un complicato infortunio, ma nonostante un’età non più giovanissima Robredo è comunque stato capace di tornare su ottimi livelli e a questi Us Open si è tolto lo sfizio di battere per la prima volta Roger Federer: contro Nadal, poi, ha opposto una sterile resistenza ma il suo torneo resta comunque ottimo. Oggi lo ritroviamo nella top 20 mondiale: bisogna fargli un grande applauso.

LLEYTON HEWITT – VOTO 7,5
L’australiano meriterebbe un capitolo a parte, perché in molti (troppi) lo hanno spesso etichettato come giocatore scarso e sopravvalutato, un avversario troppo debole per il Roger Federer numero 1 mondiale. La verità non è questa: Hewitt non ha mai avuto la classe e l’eleganza di certi campioni, la forza bruta e la prestanza atletica di altri, ma indubbiamente ne sono esistiti pochi di tennisti con <attributi> come i suoi. Ai tempi d’oro, in cui si metteva in luce per una certa arroganza, vinceva gli incontri grazie alla sua rapidità in campo e ad una incrollabile voglia di non arrendersi mai, oggi (a 32 anni e con un fisico talmente pieno di ferro che potrebbe avrebbe problemi nei metal detector dell’aeroporto) non è più in grado di sostenere certi ritmi ma nelle giornate giuste può ancora piazzare la zampata: la vittoria contro Del Potro è da antologia e nella sfida con Youzhny, con più benzina nel motore, l’avrebbe spuntata.

MIKHAIL YOUZHNY – VOTO 7,5
I quarti di finale in un torneo dello Slam sono sempre un traguardo considerevole, se poi li raggiungi eliminando in successione Mahut e Dolgolpolov (due spauracchi), Haas e Hewitt (due vecchietti terribili) allora il giudizio è per forza di cose positivo. Il russo si trova sempre bene sui campi di Flushing Meadows (nel 2006 raggiunse la semifinale) e anche quest’anno ci ha deliziato con giocate di grande classe: per battere Djokovic sarebbe servito qualcosa d’altro, ma quel tipo di armi le ha solo Nadal.

TOMAS BERDYCH – VOTO 5,5
Contro il super Wawrinka di questi giorni ci voleva la partita perfetta per avere la meglio, ma siccome Tomas gioca le partite perfette con la stessa cadenza con cui il sottoscritto si esibisce a calcetto senza combinare danni allora il risultato finale era fin troppo scontato. Di questo passo Berdych sarà ricordato come l’eterno incompiuto del tennis, un giocatore dai colpi incredibili a cui però è venuta a mancare troppo spesso la personalità che solo i grandi campioni possono avere.

PHILIPP KOHLSCHREIBER – VOTO 7,5
Insieme a Djokovic è stato l’unico giocatore in grado di mettere in difficoltà Nadal e solo per questo si merita un voto di tutto rispetto. Nella sfida contro Isner è stato eccezionale a rispondere con continuità (in anticipo, per giunta) al servizio bomba dell’americano, poi negli ottavi contro lo spagnolo se l’è giocata a viso aperto indovinando alcuni colpi davvero spettacolari (si parla tanto dei rovesci di Gasquet e Wawrinka, ma sotto questo aspetto il tedesco non ha niente da invidiare a nessuno).

MILOS RAONIC – VOTO 5,5
Gasquet lo ha fatto diventare matto, ma il canadese avrebbe dovuto sfruttare meglio le sue armi e far valere la maggiore potenza: così come Berdych, Raonic continua a rimanere nel limbo delle costruzioni incompiute, il salto di qualità definitivo è un qualcosa che non gli appartiene. Saprà fare di meglio nei tornei indoor di fine anno?

DANIEL EVANS – VOTO 7,5
Ormai conosciamo a memoria la sua storia, inutile ripeterla: l’inglese ha confermato di essere un giocatore di grande talento, a questi Us Open ha superato brillantemente le qualificazioni e nel main draw si è issato fino al terzo turno, eliminando i ben più quotati Nishikori (voto 4), Tomic (idem) prima di perdere contro un avversario troppo più solido per lui come Robredo. Se riuscisse a non perdersi via come in passato allora i tifosi d’oltremanica avrebbero un altro cavallo su cui puntare, oltre a Murray.

ANDREAS SEPPI – VOTO 6
Il terzo turno a New York è un piazzamento accettabile, anche se contro Istomin (ormai ci stiamo abituando ai loro scontri) Andreas avrebbe potuto fare qualcosa di meglio. Fortunatamente per lui la stagione dei tornei nordamericani (a lui indigesta) si è conclusa: ora non resta che ricaricare le pile ed affrontare a tutta birra l’ultima parte di 2013.

THOMAS FABBIANO – VOTO 10
Lo sappiamo, il voto è un po’ esagerato, ma è giusto celebrare alla grande l’ottima cavalcata newyorkese del nostro Thomas: per la prima volta si è qualificato ad un torneo del circuito maggiore (gli Us Open tra l’altro, mica noccioline) e contro Milos Raonic, in un match già chiuso in partenza, ha comunque lottato senza paura e nel secondo set ha costretto l’avversario al tie-break. Lui, alto poco più di 1,70, faceva tenerezza al cospetto del gigante canadese, ma non per questo ha alzato bandiera bianca a prescindere. Davvero bravissimo, ora avanti così.

GRIGOR DIMITROV – VOTO 4
Attesissimo alla vigilia (già pregustavamo il match contro Djokovic al terzo turno), ha perso subito, sul veloce, contro Sousa (non l’ex calciatore di Inter e Juve, per intenderci). C’è altro da aggiungere?

VASEK POSPISIL – VOTO 4
Attesissimo alla vigilia (già pregustavamo il match contro Nadal al secondo turno), ha perso subito, sul veloce, contro Dutra Silva (nel tie-break decisivo c’è stato un overrule dell’arbitro contestato, ma tant’è). C’è altro da aggiungere?

FABIO FOGNINI – VOTO 4
Attesissimo alla vigilia (speravamo di vederlo almeno agli ottavi di finale), ha perso subito, sul veloce, contro Ram (che non è la memoria del computer, bensì un carneade qualsiasi che si è trovato nel main draw un po’ per caso.). C’è altro da aggiungere?

NIKOLAY DAVYDENKO – VOTO 4,5
E’ uno dei pochi ad avere un bilancio positivo negli head to head con Nadal ma ormai da qualche anno va in giro per il mondo a rimediare batoste, mostrando sempre più raramente i colpi del campione che è stato. Con tutto il rispetto: cosa aspetta a ritirarsi?

JAMES BLAKE – sv
Gli organizzatori hanno avuto poco tatto con lui: nell’ultimo torneo della carriera avrebbero dovuto riservargli l’emozione dell’Arthur Ashe Stadium, magari ad un orario di gioco più accettabile, invece lo hanno <scaricato> sul Louis Armstrong a serata inoltrata. Povero Blake: oltre a questo fatto, non deve essere stato bello chiudere la propria avventura con una sconfitta al quinto set, peraltro dopo aver portato a casa i primi due. In ogni caso l’americano ci mancherà: persone gentili e genuine come lui ce ne sono poche, soprattutto sentiremo la mancanza del suo tennis rischiatutto, che nei giorni migliori ha messo in crisi anche i più grandi.

Claudio Maglieri

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