Robredo: "Ho pensato al ritiro, ora voglio una semifinale a Wimbledon"

24/12/2013

Il 2013 è stato l'anno di tante cose, tanti fatti, tante sorprese: una di queste è stato il ritorno di Tommy Robredo. Una vera e propria resurrezione, per il catalano, che dopo gli infortuni a valanga del 2010 e del 2011, partiva a gennaio dal n.113 mondiale, dopo che nel maggio 2012 era finito fuori dai 400. Un crescendo quasi rossiniano, coinciso con l'arrivo della primavera, Robredo non è stato soltanto il più vincente sulla terra quest'anno dopo Nadal e Fognini (con 25 successi), o il primo giocatore dell'Era Open a vincere tre partite consecutive rimontando due set di vantaggio (Parigi), e non solo ha chiuso al n.18, ma si è "permesso" anche di sgambettare Federer a Flushing Meadows, per il suo primo quarto di finale oltre oceano. Due titoli nel suo palmarès come ciliegina sulla torta (Casablanca e Umago), il bilancio che l'ex top ten traccia a Radio Marca è dei più raggianti, anche in vista del ritorno in campo.

"Fino ad aprile ho pensato anche al ritiro, non riuscivo a decollare dal punto di vista dei risultati, e sentivo che forse, dopo 13 anni, poteva arrivare il momento di smettere. Poi però la vittoria in Marocco ha cambiato tutto". Altro momento chiave però è stata anche la vittoria su Federer a New York: "Sapevo di avere sempre più fiducia, ma quando giochi contro il più grande, e hai tutti gli scontri diretti a sfavore, non pensi mai che quella sera sia quella giusta. Dopo averlo battuto ho pensato anche di poter vincere il torneo, ma è stata ahimé una sensazione che è durata pochissimo".

Il futuro? "Ho risolto del tutto il problema al polso, sono al 90% oggi e spero di continuare bene sulla terra: è la mia superficie, anche la meno pericolosa. Comincerò però con la Hopman Cup: ho vinto due volte questo torneo (nel 2002 con Arantxa Sanchez e nel 2010 con Maria José Martìnez Sanchéz, ndr), ed è utile per preparare al meglio l'Open d'Australia".

Obiettivi?: "E' complicatissimo, ma una semifinale Slam a Wimbledon sarebbe il mio sogno, più realistico invece provare ad arrivare in tutti alla seconda settimana. Non so se è il momento migliore della mia carriera, ma mi diverto, questo conta".

Davide Uccella