23/01/2014 22:17 CEST - Approfondimenti

Da settembre ufficiale il passaporto biologico

TENNIS - È ufficiale. Da settembre l'ITF introdurrà il passaporto biologico nei circuiti ATP e WTA. Ruggero Canevazzi

| | condividi
Controlli antidoping
Controlli antidoping

A partire dal prossimo Settembre, l'ITF introdurrà ufficialmente il passaporto biologico nei circuiti ATP e WTA. L’ha annunciato in giornata la stessa Federazione Internazionale Tennis. La sperimentazione del nuovo strumento della lotta al doping (nuovo per il tennis, ma già diffuso in altri sport quali il ciclismo e l’atletica leggera) è già stata introdotta negli ultimi mesi del 2013 e ha finora riguardato, nei primi controlli effettuati, circa 50 tra i giocatori più importanti. 
Si tratta di una tecnica avanzata dalla WADA (World Anti-Doping Agency), che consiste nel tracciamento nel tempo dei parametri ematici di uno sportivo. Si ottiene così per ogni atleta un profilo di riferimento che può venire registrato, aggiornato e impiegato allo scopo d’individuare un potenziale imbroglio anche qualora l’atleta non sia risultato positivo al test previsto per una sostanza proibita. Se i parametri ematici rivelano andamenti anomali e ingiustificati rispetto a determinati range stabiliti dalla WADA, l’atleta può essere passibile di squalifica anche se ha superato i test antidoping specifici delle varie sostanze in esame. In altre parole, la tecnica del passaporto biologico, anziché individuare l’assunzione diretta di una sostanza dopante, rileva gli effetti anomali che il farmaco non consentito produce sull’organismo, palesandone in tal modo l’assunzione nel breve, medio e lungo termine.
Il passaporto biologico è maggiormente efficace nel momento in cui l’atleta si è sottoposto a un numero di test del sangue compreso tra tre e cinque. “Anche se la tecnica viene già impiegata, essa raggiungerà la piena efficacia nel momento in cui avremo raggiunto un sufficiente numero di test per ogni giocatore del gruppo sotto analisi”, ha dichiarato il dottor Stuart Miller, responsabile del programma antidoping dell’ITF, a un gruppo di giornalisti presenti a Melbourne. La tecnica prevede diversi test sostenuti in differenti momenti temporali, per cui necessitiamo di altro tempo per avere dei risultati significativi”.
In passato la federazione internazionale è stata oggetto di critiche per aver eseguito un numero relativamente basso di test del sangue, considerati il metodo più performante per scovare chi ricorre al doping.  Nel 2012, infatti, i test ematici hanno costituito il solo 9% dei test antidoping complessivamente effettuati, mentre solo il 15% dei test completi (sangue e urina) sono stati svolti in periodi di tempo non coincidenti con quelli dei tornei.
L’ITF attende però i dati ufficiali riguardanti il 2013, che saranno resi noti entro il prossimo mese, per mostrare un rilevante incremento sia del numero di test ematici sia della percentuale di test fuori dalle gare. Il programma antidoping è finanziato congiuntamente da ITF, ATP, WTA e le organizzazioni dei quattro tornei dello Slam. Nel 2012 sono stati investiti 2 milioni di dollari, compresi i 400000 $ che l’ITF ha pagato per amministrare il fondo. Miller ha detto che gli organismi partner si erano dichiarati d’accordo ad aumentare il loro contributo economico al programma antidoping per il 2014 e, sebbene non abbia voluto sbilanciarsi sulla cifra totale, il presidente ITF Francesco Ricci Bitti ha sostenuto che ognuno avrebbe contribuito in egual misura. “Tutte le quattro istituzioni di governo del tennis sono impegnate nella lotta al doping, convinte che questa rappresenti un pilastro fondamentale per salvaguardare il nostro sport, per cui ognuno contribuisce allo stesso modo”, ha affermato Ricci Bitti.
Si spera in definitiva che questa metodologia consenta a chi governa il tennis un importante salto di qualità nella lotta al doping, sebbene nel tennis come negli altri sport in cui l’aspetto del rendimento fisico è preponderante, tale battaglia veda spesso l’antidoping in ritardo rispetto alle nuove modalità impiegate per migliorare fuori dalle regole le prestazioni atletiche. Ritorna allora d’attualità la diatriba in atto tra chi difende strenuamente la lotta al doping in nome dello sport pulito e chi, con maggiore disillusione, propone di legalizzare il doping a livello professionistico, pur con le dovute attenzioni alla salute degli sportivi. In questo contesto, torna alla mente la nota frase di Rino Tommasi: “Io farei le Olimpiadi per dopati e per non dopati, solo che quelle per non dopati andrebbero deserte”.  Voi da che parte state?

Ruggero Canevazzi

comments powered by Disqus
QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti