[11] T.Paul b. [30] H.Hurkacz 7-6(4) 6-3
Going back-to-back 🔥@TommyPaul1 defeats Hurkacz for the second year running 7-6 6-3 to reach the last 4 again in Rome#IBI25 pic.twitter.com/rRYDxsyC3p
— Tennis TV (@TennisTV) May 15, 2025
Tommy Paul lo ha fatto di nuovo. L’americano cala il bis al Foro Italico e si guadagna la seconda semifinale di fila a Roma (primo americano a riuscirci dopo Sampras 1993-1994). Il quarto di finale che lo vedeva contrapposto a Hubert Hurkacz è una riedizione di quello dello scorso anno, portato a casa in tre set. Questa volta cambia la forma, non la sostanza. E’ stata una battaglia a metà, con un successo USA viziato senza dubbio da un rovinoso crollo fisico del polacco esausto dai turni precedenti. Dopo un primo set da quasi 80′ culminato al tie break tra alti e bassi, lo statunitense ha la strada spianata con Hubi che rimane in campo solo ad onor di firma, con le ruote palesemente a terra. Lo score a favore dello statunitense recita 7-6(4) 6-3 in due ore di gioco permettendogli di mettersi comodo in poltrona e attendere il vincitore tra Jannik Sinner e Casper Ruud.
Primo set: i servizi non incidono, Paul si ritrova al tie break
(In collaborazione con Margherita Sciaulino)
Hurkacz parte molto nervoso e con un errore di dritto consegna 3 palle break consecutive nelle mani di Paul. Ne annulla una ma perde lo scambio successivo, da più di 20 colpi, mandando un rovescio in rete. L’americano passa subito in vantaggio 1-0 e con un solo errore nel 2^ game sale 2 giochi a 0. Il polacco trova il modo di accorciare gli scambi e muove il punteggio: 2-1. Hubi inizia a spingere con il rovescio e costringe lo statunitense a difendere il servizio ai vantaggio. Hukarcz trova le prime due palle del contro break e alla seconda chance, Paul lo aiuta con un doppio fallo. 2-2. L’andamento on serve dura due game prima che sia il numero 12 del ranking a rimettere la testa davanti, strappando per la seconda volta la battuta al rivale: 4-3. Palle nuove. Il giocatore a stelle e strisce va a correnti alterne, tra buone giocate ed errori abbastanza banali, con il nativo di Breslavia bravo a rimanere attaccato e attendere più di dieci minuti di game dove alla terza occasione arriva il contro break beneficiando di un dritto USA finito in rete. Lo statunitense prova a rinfrancarsi con una giocata sontuosa nel gioco successivo: vincente in risposta staccando la mano e apparecchia una dolcissima smorzata di rovescio che vale il 30-30. Fioccano le palle break, due delittuosi dritti del numero 31 al mondo restituiscono il pallino del match all’americano che va a servire per il primo set. Spalle al muro, il semifinalista di Wimbledon 2021 si gioca il tutto per tutto. Fa suoi i primi due quindici giocando al massimo dell’aggressività mettendo a segno un dritto e una precisa palla corta. Come da consuetudine, anche in questo game ci sono due palle break: Paul si oppone sulla prima, ma il suo muro crolla sotto i colpi dell’avversario: 5-5. Si va a oltranza. Dopo quattro turni al servizio infranti, arriva il tie break come verdetto di un parziale tra alti e bassi. Il secondo doppio fallo di Hurkacz è lo spartiacque che svolta il tredicesimo game sul 5-3. Allora anche grazie a due brutture del polacco, Paul riesce a sfruttare i due servizi a favore per chiudere 7-4 e fare suo il primo set dopo quasi 80’ di gioco.
Secondo set: Hurkacz non ne ha più, Paul sul velluto
Paul torna dagli spogliatoi e inizia il secondo set al servizio. Hurkacz mette a segno un poderoso smash con cui prova a ribellarsi allo svantaggio e alla stanchezza accumulata nella maratona contro Mensik ma non riesce a difendersi sulla palla break a disposizione e così l’americano conserva la battuta nel game inaugurale. Break fallito, break subito e lo sgonfio rovescio mandato in rete sembra far scricchiolare troppo presto il mantra con cui il polacco ha approcciato il secondo round: 2-0 per l’americano. I game corrono via troppo veloce e il numero 12 conferma il break senza patemi, mettendo a referto anche un ace. Il body language di Hurkacz non è il più rassicurante per quanto concerne la tenuta fisica, ma il classe 1997 prova a stringere i denti e riesce a muovere il punteggio. Il proseguo del confronto non è una mattanza ma viene palesemente svuotato di senso, nonostante le titubanze del giocatore del New Jersey nel chiudere la contesa. Hubi continua a mostrare segni di sofferenza nonostante i reiterati sproni del suo angolo a rimanere in campo. Così sarà, il nativo di Breslavia se la cava con un onorevole 6-3 ma è costretto a stendere il tappeto rosso all’avversario che attende l’ultimo dei magnifici quattro per giocarsi la seconda semifinale consecutiva a Roma.