Esordio vincente per il campione in carica del Roland Garros Carlos Alcaraz, che lascia anche un po’ allo spettacolo prima di prendere il largo contro Giulio Zeppieri. Una prestazione maiuscola, frutto di costanza e una maturità tennistica sempre maggiore, come confermato in una conferenza stampa fatta anche nel nome di Nadal.
D: “Un giorno riesci ad immaginare di tornare qui con 14 titoli?“
Alcaraz: “Onestamente non ci riesco (sorride). Voglio dire, è qualcosa a cui non si può pensare…un solo uomo al mondo è stato in grado di farlo, e non riesco a immaginarlo“
D: “Nel corso della tua carriera hai giocato su molti campi diversi, oggi giochi sui migliori. Ma qual è il campo peggiore sul quale hai giocato?“
Alcaraz: “È difficile rispondere a questa domanda, onestamente. Ogni campo ha una sua bellezza. Ma all’inizio ho giocato in campi diversi, soprattutto non giocavo negli stadi principali, ma sui campi esterni. Onestamente, non ricordo nemmeno il peggior campo su cui ho giocato. Tutti hanno la loro bellezza. Molti stadi sono molto meglio dei campi all’aperto, ma ognuno ha le sue cose belle, bellissime“
D: “Volevo chiederti di Flavio Cobolli, che ha appena vinto un 500. Vi siete allenati insieme la scorsa preseason, cosa pensi di lui come giocatore e come persona?“
Alcaraz: “Flavio è una persona davvero gentile e simpatica. Ha il livello per essere lì, davvero. È anche un ottimo giocatore. Ho avuto l’opportunità di allenarmi con lui un paio di volte. È venuto in accademia per fare la preseason qualche settimana. Non ha potuto farlo la scorsa, perché si è infortunato. Ma sono davvero molto contento di tutto quello che sta facendo ultimamente. Sono molto contento del suo titolo ad Amburgo di recente. Ha già vinto due titoli in questa stagione, quindi sono sicuro che continuerà a costruire il suo percorso. Continua a crescere come persona e come giocatore, e diventerà un ottimo tennista.
È un giocatore di grande talento. Ha ottime mani, un ottimo tocco. Anche dal punto di vista fisico è fantastico. Si muove benissimo. Insomma, le sue difficoltà consistevano nel trovare i colpi giusti al momento giusto. Probabilmente era un po’ incostante, come me a volte (sorride), ma credo che ci stia riuscendo e che stia diventando un grande giocatore“
D: “Hai appena menzionato l’idea della costanza. Mi chiedo, nel corso di una lunga stagione, come cambiano l’intensità e la concentrazione, se cambiano, e se sì, cosa può influire? L’avversario, il torneo, il turno di un torneo?“
Alcaraz: “Conosciamo tutti gli alti e bassi che mi hanno accompagnato quest’anno, con ottimi risultati, poi la sconfitta al primo turno, poi la vittoria…. Ma ora penso di aver ritrovato una strada molto buona e sto cercando di avere un buon livello durante l’intero torneo o addirittura durante l’intera partita. Quindi penso che sto iniziando a capire, a sentirmi più a mio agio nell’affrontare le partite. Una volta iniziate le partite, penso di mantenere un livello elevato per tutto l’incontro e per tutto il torneo. Quindi spero che durante la stagione che mi resta cercherò di mantenere questo livello, ma sento che sto iniziando a capirlo“
D: “Ieri sera eri presente alla cerimonia di Rafa. Anche l’anno scorso, quando ha giocato il suo match di primo turno, eri presente. Hai assistito anche a quello. Per te è importante essere presente in momenti come questo nel suo percorso tennistico?“
Alcaraz: “Rafa è stato il mio idolo fin dall’inizio della mia carriera e del mio interesse per il tennis. Per me, poter assistere alla sua ultima partita qui al Roland Garros e poter essere lì per quell’addio è stato davvero speciale. Penso per tutti, ma per me è stato un momento speciale. È stato emozionante ieri vederlo dire addio nel modo in cui lo ha fatto, è stato incredibile. Mi è piaciuto molto il modo in cui il Roland Garros ha organizzato la cerimonia. È stato tutto incredibile, e alla fine vedere i Fab Four insieme sul Philippe Chatrier è stato incredibile. Per me è stata una grande esperienza l’ultimo match per lui sul Philippe Chatrier e la cerimonia di ieri. Bellissimo essere in qualche modo con lui negli ultimi passi al Roland Garros“