Tra le tante interviste rilasciate da Jannik Sinner una volta vinto Wimbledon 2025, ce n’è stata una molto interessante e lunga, concessa ai microfoni di ‘CNBC’ direttamente in collegamento dagli spalti del Centrale dei Championships. Il n° 1 del mondo è partito subito palando dell’importanza del successo e della vicinanza della famiglia.
“È una sensazione incredibile. 24 ore fa non sapevo cosa aspettarmi ed è proprio questo che la rende ancora più speciale. Avere la mia famiglia e tutta la squadra con me nel box e vincere questo trofeo con loro è davvero bellissimo. A Roma stavo giocando la finale e mio fratello guardava la F1 ad Imola! Ma i tornei dello Slam sono speciali. Anche se ci fosse stata una gara, sarebbe comunque venuto. Mia mamma è arrivata solo la mattina della finale, e già questo per me significa tanto. Vederla emozionata mentre gioco sul Centrale di Wimbledon è stato bellissimo per tutta la famiglia. Lei soffre un po’ durante le partite, ma è normale, è una mamma. I genitori ci tengono molto ai loro figli e di solito non hanno molto tempo, ma ce l’hanno fatta e quindi sono molto felice”.
Interessante anche la risposta alla domanda relativa al suo ingresso in campo contro Carlos Alcaraz: “Ho cercato di pensare positivo. Ogni partita parte da zero, ha una storia diversa. Ce l’ho messa tutta e questa volta l’esito è stato positivo. Mi dicevo che a Parigi ci ero andato vicino, che era stato un gran match. Giocare con Carlos su un Centrale è speciale, c’è tanta gente che guarda, anche da fuori lo stadio. Sono felice di come ho gestito tutto. E come dico sempre lui mi spinge a migliorare, quando perdi da qualcuno vuoi lavorare ancora di più per cercare di cambiare il risultato”.
Poi, incalzato, sul paragone tra i Big Three e la rivalità tra lui e Carlitos, ha risposto così: “Non credo che si possa paragonare. Loro lo hanno fatto per 15 anni, noi da pochi anni, vediamo se riusciremo a fare lo stesso. Ma tra noi c’è rispetto e anche fuori dal campo siamo amici. Ogni grande giocatore ha bisogno di qualcuno che lo spinga oltre i propri limiti e per noi è così. Ci conosciamo anche a livello di team e questo fa la differenza“.
E anche un passaggio su Novak Djokovic in particolare: “Giocare contro Novak è sempre durissimo. Ha un’esperienza che nessun altro ha, ha vinto tantissimo. È incredibile come stia in forma alla sua età ed è fonte di ispirazione per tutti noi giovani. Siamo fortunati a poter continuare a vedere uno come Novak, lui ci rende giocatori migliori. Contro di lui ogni match è un rollercoaster. Devi restare lì mentalmente, punto dopo punto. Ma amo queste sfide: quando scendi in campo e devi superare delle difficoltà. È stato decisamente un match difficile quello contro Novak“.
Molto stuzzicante la questione della pressione: “A me la pressione piace. Se non senti pressione, vuol dire che non ti importa. Mi sento privilegiato ad essere in questa posizione. Certo, hai un bersaglio sulla schiena, tutti si studiano. Ma proprio per questo continuo ad allenarmi duramente. Devo sempre migliorare e per questo ho bisogno del mio team. La pressione è un privilegio”.
Sul miglior consiglio ricevuto: “Sorridi sempre. Lo dicono i miei coach. Viviamo il tennis per tante settimane all’anno, è un lavoro duro ma bisogna anche goderselo, altrimenti diventa troppo pesante. Anche fuori dal campo, le persone con cui ti circondi sono fondamentali. Non puoi pensare al tennis 24 ore su 24, serve anche staccare e per farlo devi stare con chi ti fa stare bene”.
Infine la chiosa su dove metterebbe il successo a Wimbledon nella lista dei traguardi raggiunti: “Considerando l’anno che ho vissuto, è sicuramente in cima alla lista. È un torneo incredibile. E con la mia famiglia, il team, tanti ospiti speciali a supportarmi, condividerlo con loro è stato il massimo. Ora mi prendo qualche giorno per realizzare tutto quello che è successo. Poi si torna a lavorare per preparare lo swing americano e lo US Open. Ora serve un po’ di riposo per il corpo e per la mente”.