Il 30 giugno 2025, sul regale Campo Centrale di Church Road, il tempo si è fermato. Per 4 ore e 37 minuti, Fabio Fognini ha tenuto milioni di spettatori incollati allo schermo, illudendo persino il popolo azzurro – alla veneranda età di 38 anni – di mettere fuori dai giochi Carlitos Alcaraz Garfia, al primo turno di Wimbledon. Così non è stato. Il fenomeno di El Palmar ha messo la freccia a sinistra nel quinto e decisivo set, eliminando dunque Fabio, il quale, 9 giorni dopo l’epico scontro con lo spagnolo, ha dichiarato al mondo la propria decisione di appendere, una volta per tutte, la racchetta al chiodo.
Cercava questo l’ex numero 9 del mondo. Un finale degno della sua carriera, e non un ritiro mesto e in sordina, magari dopo una sconfitta rimediata nel circuito Challenger, dov’era solito giocare negli ultimi per racimolare punti preziosi. “A bocce ferme penso di aver preso la decisione migliore”, ha dichiarato Fognini durante la puntata del Podcast di Alessandro Cattelan, ‘Supernova’. “Se fosse andata diversamente, sarebbe stato un gran problema. Con la vittoria, il giorno dopo avevo un giorno libero e poi mi toccava un giocatore che era il 700 del mondo. Per me era un problema mentale aprire Wimbledon con il match contro l’allora numero 2 sul campo Centrale e poi finire al campo 14 contro il 700 al mondo”.
Fognini: “Il ritiro era nell’aria, non potevo più rimandare”
Pochi stimoli, tanti infortuni e performance lontane un miglio dall’ultima versione élite di Fogna, che dopo esser uscito fuori dalla top 20 nel 2021, è poi sprofondato in classifica negli anni successivi, toccando persino la 147° posizione. “Il ritiro era nell’aria: più volte mi sono chiesto perché continuassi, negli ultimi tempi avevo avuto infortuni, mi sono operato alle caviglie. Ho sempre lottato e giocato per entrare nei primi 100 alla mia età. Poi mi sono preso quel tempo necessario perché volevo capire se a livello mentale e fisico era una decisione da prendere e ne valeva la pena. Dovevo farlo entro fine anno. Stavo perdendo ranking, stavo perdendo partite, non potevo più rimandare e mi sono detto qual è il momento migliore se non questa partita – ha dichiarato Fabio riguardo il match di Wimbledon con Alcaraz – Sono uscito perdente ma vincitore. Considerate che non ho visto ancora la partita, nemmeno gli highlights, però in futuro vorrei perché gli appassionati sono rimasti colpiti da questo match“.
Fognini: “Sinner e Alcaraz sono giocatori diversi”
Colui che è stato indiscusso numero uno d’Italia per anni (ed ex numero 9 del ranking) ha ormai ceduto – da tempo – il testimone a Jannik Sinner, unico italiano nella storia a vincere 4 Grand Slam (e chissà ancora quanti). “A livello mentale da un ragazzo di 24 anni fa pensare, mostra come vede le cose chiare. Sa che è stato preso a ‘pallate’ e ora deve uscire dalla comfort zone e fare qualcosa di diverso la prossima volta per poterlo battere“.
“Sono due giocatori diversi. Jannik lo conosciamo ovviamente di più noi italiani, lo seguiamo e lo tifiamo di più. Poi come sai in Italia se vinci sei un fenomeno, se perdi, come l’altro giorno (Finale US Open, ndr), cominciano a mettere i puntini sulle i. Mi ricordano Federer e Nadal nella mia epoca. Sinner è ‘quadrato’. Io ho giocato con Seppi, no? Lo chiamavo ‘crucco’ perché di là dai monti. Era mezzo tedesco, mezzo italiano, non si capiva. E Jannik è così, quadrato. Mentre Alcaraz sembra che si diverta. Io ho visto il suo documentario, lui dice che dopo le partite va a Ibiza a divertirsi e a me trasmette proprio quello. Alcaraz è uno che si diverte e ne ha bisogno fuori dal campo. Io ero più così”.