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Rassegna stampa

Rassegna stampa – Sinner ancora Re

La rassegna stampa di domenica 19 ottobre 2025. Sinner ancora Re (Crivelli, Ercoli, Azzolini, Piccardi, Semeraro, Martucci). Paolini, ko dolce. Di nuovo alle Finals anche in singolare (Lenzi)

Last updated: 19/10/2025 8:15
By Alessia Gentile Published 19/10/2025
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29 Min Read

Super Sinner, Alcaraz si inchina (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Jannik d`Arabia. Dalle montagne al deserto, il re è ancora lui, Sinner. Per il secondo anno di fila, l`uomo da sei milioni di dollari (5.200.000 euro al cambio di ieri), il montepremi più ricco del tennis, più di un Major vero. La Six Kings Slam Cup, al momento, ha sempre incoronato lo stesso sovrano e respinto il medesimo delfino: sarà pure un`esibizione, ma una sfida tra Sinner e Alcaraz non può mai annacquarsi nello spirito di un match amichevole, malgrado i bellissimi sorrisi alla fine e gli abbracci di uno con il team dell`altro. E ancora una volta, come accade nel cuore di una rivalità che sta già riscrivendo la storia del tennis, all`azione corrisponde sempre una reazione. Nella finale del Roland Garros, in quella che resta la partita più bella dell`anno, Carlitos si era imposto dopo aver annullato tre match point, e a Wimbledon Jannik si era preso la più dolce delle rivincite conquistando un titolo storico. Perché tra di loro, chi perde, non sta mai fermo. E dunque, dopo che agli Us Open il prodigio di Murcia si era ripreso la scena, stavolta è stata la Volpe Rossa a rialzare la voce, in un continuo inseguirsi, prendersi e superarsi che regala infinite emozioni. Certo, a Riad non si respirava il pathos delle sei finali ufficiali giocate consecutivamente dagli arcirivali tra il 2024 e il 2025, serie ancora aperta, ma era importante, nel sottile equilibrio psicologico della loro contrapposizione tecnica, che Sinner rispondesse alla sconfitta newyorkese. Missione compiuta con una prestazione sontuosa che intanto rassicura sulle condizioni atletiche del numero 2 del mondo e poi conferma che sul veloce indoor probabilmente rimane inavvicinabile. Una considerazione che apre il cuore in vista delle Atp Finals, la chiusura di stagione con i fuochi artificiali e il torneo che in un altro anno da due Slam a testa deciderà una volta per tutte chi è il più forte del mondo (mentre al Masters 1000 di Parigi Carlos potrebbe non andare e Jannik non ha ancora deciso nulla sulla partecipazione alle Finali di Davis). Nel frattempo, per portarsi a casa i milioni e la racchetta placcata d`oro del vincitore in Arabia, Sinner fa esplodere la pallina fin dal primo punto, ottiene il break già nel primo game, scambia da fondo con un ritmo e un`aggressività alla lunga insostenibili per lo spagnolo, serve con percentuali eccellenti (61% e 81% di punti con la prima) e risponde come un ossesso, come non era riuscito a fare agli Us Open. Alcaraz perciò si scopre nudo troppo presto, non conquista nemmeno una palla break e nel secondo set resta dentro la contesa un po` più a lungo perché si prende rischi incredibili, in particolare con la smorzata. Va bene, conterà solo per la soddisfazione personale, ma dopo i patemi (e i crampi) di Shanghai, Sinner si è rimesso al centro del villaggio, lanciando lo sprint verso il caldissimo, ultimo mese di quest`annata già memorabile, che questa settimana proseguirà con l`Atp 500 di Vienna: «Vorrei giocare così bene dappertutto, non solo a Riad. A ogni modo è sempre bello sfidare Alcaraz e farlo in questo torneo, dove c`è una bellissima atmosfera. Mi fa piacere essere protagonista di questa rivalità, affrontare Carlos è importante perché mi spinge a migliorarmi, ma è ancora più importante l`amicizia che abbiamo fuori dal campo». Dentro, tuttavia, prosegue l`edificazione della loro leggenda, un`eterna rincorsa a spremere il meglio dal proprio talento: «Ho avuto sconfitte pesanti e grande vittorie contro Carlos, le grandi rivalità funzionano così, e fanno bene al nostro sport. Per quest`anno non credo sarà possibile inseguirlo per il numero uno di fine stagione, ma sono molto soddisfatto del mio livello di tennis. E poi mi piace giocare indoor, e presto avrò anche la possibilità di esibirmi in casa, con il sostegno della mia gente», strizzando ovviamente l`occhio al Masters di Torino, dove difenderà il titolo del 2024. […]

Sinner ancora Re (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

Per il secondo anno consecutivo, Sinner è il Re d`Arabia. A Riyadh Jannik difende il titolo e fa sua la seconda edizione del Six Kings Slam, ricchissima esibizione che fa da preludio all`ingresso di un Masters 1000 saudita nel calendario (stando alle ultime voci, non prima del 2028). Anche quest`anno il torneo ha premiato il campione con 6 milioni di dollari, cifra da capogiro che rende l`evento il più redditizio del tennis mondiale. Oltre al montepremi, per Sinner c`è anche la soddisfazione di aver battuto di nuovo Carlos Alcaraz nel match per il titolo. Nella finale, durata un`ora e 13 minuti, Jannik è stato in pieno controllo dall`inizio alla fine, imponendosi con il punteggio di 6-2 6-4. Naturalmente non può essere considerata una rivincita della finale dello US Open e non è così semplice valutarne il peso tecnico. Entrando in campo la pressione non è quella di una finale Major. Da un certo punto di vista poteva anche beneficiarne lo spettacolo, godendo di due campioni a braccio sciolto. In effetti i due hanno giocato con spensieratezza, liberi dai dettami tattici delle ultime battaglie. Un qualcosa che ha ricordato alcune delle loro prime sfide, sfociato però anche in parecchi errori gratuiti, specialmente da parte di Alcaraz. L’altoatesino ha breakkato nel primo gioco e subito raddoppiato il vantaggio. Confermate le buone prove fatte contro Tsitsipas e Djokovic, l`azzurro nel secondo set, più equilibrato, ha sfiorato il break in un lunghissimo quinto gioco e nel settimo ha piazzato la sterzata decisiva, chiudendo una vittoria che non cambia gli equilibri della rivalità, ma dà fiducia in vista del finale di stagione. E proprio a ottobre-novembre, negli ultimi due anni, Sinner è sempre arrivato con più energie rispetto ad Alcaraz. Lo spagnolo ha giocato entrambi i match con una fasciatura alla caviglia sinistra, segnale che il problema accusato a Tokyo non è ancora del tutto risolto. E a proposito di problemi, nella finale per il terzo posto Djokovic si è ritirato accusando fastidi emersi già nella semifinale contro Vacherot a Shanghai. Al momento, le quotazioni di una sua presenza alle Nitto ATP Finals appaiono in calo. Ma con Noie, mai dire mai. «Perché gioco così bene a Riyadh? Bella domanda… vorrei giocare così ovunque – risponde divertito Jannik dopo aver sollevato al cielo la racchetta d`oro che gli è stata consegnata come trofeo -. Stare in campo con Carlos è sempre bello, anzi grazie per avermi lasciato un titolo (ride). È bello vivere questa rivalità e questa amicizia fuori dal campo». In un clima disteso queste parole vengono pienamente ricambiate dal numero uno del mondo: «Quando Jannik gioca a questo livello è difficile far qualcosa: a volte sembra ping-pong e non è piacevole essere quello dell`altra parte della rete. Tutto ciò mi motiva a dare il 100% in allenamento». […]

Sinner in versione mostro (Daniele Azzolini, Tuttosport)

Non chiamatela esibizione. Lo è stata nei conti finali, se vi va di credere che ognuno dei 71 minuti trascorsi giocando, ha dato a Sinner 84.507 dollari. Ma non in campo, nel gioco, nei colpi di prima scelta posti in essere da due ragazzi che hanno confezionato un`impresa dietro l`altra. Sinner aveva qualcosa da dire ad Alcaraz, e l`ha fatto nel corso di una finale che ha preso le mosse da un break ed è filata via, fino al match point, sotto il suo dominio. In testa a tutto, la voglia di far sapere al rivale che quattro sconfitte nelle 5 finali giocate prima di Riad, non erano da prendere come il simbolo di una superiorità ormai scontata. Tutto ciò che ha studiato e preparato dopo gli US Open, Sinner l’ha rovesciato addosso allo spagnolo, e stavolta la differenza tra i due è risultata quanto mai marcata: 6-2 6-4 in 71 minuti di un tennis dell`altro mondo, quasi alieno, in cui Sinner è andato a segno con un vortice di servizi violenti, con le conclusioni da fondo che fanno parte del suo repertorio, e ottenendo punti facili anche spostando a rete le trame del gioco. E sono subito botte, Dio che botte… L’incedere di Sinner ha i ritmi sostenuti del Disperato Erotico Stomp di Dalla, con l`Alcaraz delle prime battute che molto somiglia ai personaggi stralunati ai quali offre linfa vitale un testo dove “l`impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale”. Giannik e Carletto la loro normalità la stanno ancora elevando, e fino a dove potranno arrivare, non è nemmeno il caso di discuterne. Non si sa, non c`è risposta. Dite, è uno show prendere a mattonate (tennistiche, s`intende) quello che ti sta di fronte? Il pubblico di Riad da ieri sera ne è convinto, l`arrembare di Sinner è piaciuto moltissimo, al punto da sollecitare cori da stadio italiano. Però sì, è normale, perché Sinner quelle mattonate le tirava con straordinaria calma, forse anche con un pizzico di voluttà. A cominciare dal servizio, che Carlos non aveva mai visto così solido, potente, e preciso nell`incrociarsi con le righe della battuta. Eccola l`arma in più, a favore di Giannik, che farà parlare di sé nei prossimi incontri ufficiali. Ma anche Carletto, nella sua normalità, fa cose dell`altro mondo. Sul 5-1 per Sinner, dettato da una prevalenza fisica ed energetica decisamente pronunciata, Alcaraz si è permesso di recuperare con un`unica vibrazione del polso una scudisciata del rivale sulle righe, e trasformarla in una smorzata talmente improvvisa e imprendibile, da sollevare i sorrisi compiaciuti dell`amico-rivale. […] Sono stati due i break di Sinner nel primo set, se vi pare poco. Ma la disputa è continuata, un miracolo via l`altro, con la completa discesa in campo di Alcaraz nel secondo set, un bel po` impermalito dai progressi mostrati da Sinner e dalla fluidità (una parola che Carlitos ritiene sua, e sua soltanto) con cui ha dato forma alle nuove geometrie del suo tennis, alcune delle quali sapientemente proiettate verso la rete. Così Alcaraz ci ha dato dentro di brutto, cercando
anche lui quei vortici di potenza che avevano gonfiato le vele dell`italiano. Ne è sortito un set stupendo per il livello di gioco espresso dai due, malgrado l`ex numero uno abbia tenuto sempre in mano il pallino del gioco. Ha annullato a rete una palla break per Alcaraz, ma ha avuto la possibilità di staccarsi già sul 2 pari, per poi prendere il largo sul 3 a 3 con un break fortemente voluto. Se l`obiettivo era di non dare il tempo ad Alcaraz di muovere la palla e piazzare al meglio le proprie risposte fotoniche, Sinner c`è perfettamente riuscito, in una sorta di evoluzione (tecnica più che tattica) di quanto mostrato già nella finale di Wimbledon. Sotto quella tempesta di colpi, nemmeno Alcaraz mostra di potergli tenere testa. E se questo match avrà un seguito, è probabile che toccherà allo spagnolo la prossima volta, mettersi a studiare per ritrovare le coordinate del suo tennis. […] I re di Riad tornano in campo subito. Fritz gioca a Basilea, subito contro Vacherot, campione a Shanghai. Djokovic andrà ad Atene, la città in cui si è stabilito e dove ha portato i diritti del suo torneo di Belgrado. È iscritto a Parigi, ma è difficile che si presenti. Lo stesso – ma è un mio pensiero – a Torino, che comincia il giorno dopo la finale di Atene. Sinner e Alcaraz, confermano al momento le loro scelte. Da Riad Sinner vola a Vienna, Alcaraz a Murcia, casa sua. Poi Parigi e le Finals. Ma Riad ha dato una scossa al vertice del tennis. Aspettiamoci novità…

Sinner fiore nel deserto (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)

Il forziere con la racchetta dorata, epitome del premio da nababbo (6 milioni di dollari), entra insieme al principe della corona. Protagonisti della scorribanda in Arabia Saudita sono stati i soldi: da mercoledì, quando la seconda edizione di Six Kings Slam ha aperto i battenti, non si è parlato d`altro. Alla fine, sorride ancora Sinner. Affilato, sontuoso al servizio, granitico. «Quando gioca così, c`è poco da fare» concede Alcaraz. Non c`è l`intensità incendiaria di Parigi né il leggendario pathos di Church Road. Come potrebbe essere altrimenti? Ma, senza scomodare gli Slam, a differenza dell` anno scorso a Riad è mancato proprio lo spessore della partita. L`esibizione più ricca della stagione è un possedimento di Jannik Sinner a cui Carlos Alcaraz partecipa svogliatamente, a corrente alternata. Il prize money di Riad forse, in generale, meritava uno show diverso: nessun incontro invece è andato al terzo, Djokovic ieri è durato appena un tie-break, si sono visti 103 game in tre giorni e 11 set, gli ultimi due sbranati da Sinner con l`appetito che gli faceva gorgogliare lo stomaco da New York. L`inerzia torna dalla parte dell`azzurro anche se la vittoria con jackpot di Six Kings non vale per le statistiche. Però anche conquistare un`amichevole può spostare equilibri sottili. Sinner è subito aggressivo: imposta la partita in modo da togliere tempo ed ossigeno ad Alcaraz, costretto a fronteggiare tre palle break nel primo turno di servizio. Ci mette del suo, con un doppio fallo. 1-0 Italia, in fuga. La curiosità è verificare se il servizio dell`azzurro è al livello (83% di prime in campo) della semifinale con Djokovic, il veterano che si ritira con Fritz nella sfida per il terzo posto: la decisione getta un`ombra lunga sulla partecipazione alle Atp Finals del serbo. I segnali sono positivi: l`azzurro tiene con un ace la sua battuta (2-0). Alcaraz capisce che restare dietro a fare a pallate con questo Sinner è una perdita di tempo. Estrae dalla manica una manciata di
variazioni, ma alla palla corta risponde la contro-smorzata di Jannik. È sfuocato, Harry Potter. La magia gli esplode tra le mani con il secondo break del rivale (4-1), che fiuta l`occasione. Con estrema facilità, Sinner chiude il set 6-2. Manca la reazione di Alcaraz, manca la qualità dell`agonismo che di solito la rivalità tra i due predestinati innesca. Tenuto lontano dalla riga dai traccianti dell`azzurro, Alcaraz non riesce a fare quel passo che gli permetterebbe di anticipare la palla e prendere in mano lo scambio. Ogni tanto trova una soluzione, e spesso è spettacolare. Ma sembra tutto estemporaneo, non frutto di un progetto e Jannik gli è sempre addosso, non lo lascia respirare. Sul 2-2 del secondo set ci sono altre cinque palle break da cancellare per Carlitos (tre con ace), sempre più impiccato alla sua velocità di crociera, non all`altezza dell`arcirivale. Sul 3-3 il match che sale d`intensità restituisce linfa allo spagnolo, ma ci pensa la pressione alla risposta imposta da Jannik a far riaprire le crepe sulla superficie del numero uno. Al settimo game, le palle break sono due: l`esausto catenaccio di Alcaraz non basta ad arginare lo straripante Sinner d`Arabia. 4-3, 6-4 Italia batte Spagna a Riad, palla al centro. Coriandoli nei capelli, foto di rito, arrivederci all`anno prossimo, amici sauditi. Sinner vola all`Atp 500 di Vienna, dove lo aspetta il primo turno di un vero torneo contro Altmaier, come a Shanghai prima del crampo; Alcaraz si prende una pausa. Si rivedranno a Parigi, sotto le volte del palazzetto indoor a La Défense, e poi a Torino per le Finals. […]

Rivincita dorata (Stefano Semeraro, La Stampa)

Tanto rumore – e tanto contante: 6 milioni di dollari per il vincitore, 4,5 erano in ballo ieri – in fondo per poco. La supersfida nel deserto fra Alcaraz e Sinner la vince la Volpe Rossa che ha più energia, più voglia, più dinamite nel braccio, risponde come un ossesso, spinge a velocità disumane e spazza via in due set (6-2 6-4 e in un`ora e un quarto) il Niño platinato e in versione economy run – dieci palle break concesse senza procurarsene nemmeno una. Chi dal Six King Slam si aspettava un match all`altezza delle tre finali di Major che i due hanno giocato quest`anno a Parigi, Wimbledon e New York, insomma si deve accontentare di qualche bollicina. Il bilancio ufficiale dell`anno resta immobile sul 4-1 a favore dello spagnolo. Le buone notizie per Sinner, per il secondo anno King di Riad con tanto di racchetta d`oro massiccio, è che ha recuperato in pieno dopo i crampi letali di Shanghai e che il suo servizio (61 di prime con l`81 % di punti conquistati) ha funzionato alla grande, sia per continuità sia per varietà di angoli. Per il resto non si sono viste grandi novità tattiche, ma va bene così. Il primo set è stato dominato in lungo e in largo da Jannik che, con la prima palla di servizio, ha perso appena un punto, mentre Carlitos, sorridente ma fallosetto, ha fatto spesso flanella, limitandosi a dare spettacolo con qualche palla corta da prestigiatore su cui Sinner, peraltro, si è spesso scapicollato con efficacia. Nel secondo la qualità è cresciuta, Alcaraz si è salvato una prima volta sul 2-2, annullando 5 palle break, ma due game più tardi si è arreso cedendo il servizio dopo uno scambio di molte delicatessen, e il match – tutt`altro che memorabile, nonostante il miele sparso dagli esperti in loco – è finito lì. «Quando Jannik gioca a questo livello, serve così e risponde così, sembra che giochi a ping pong e non è divertente trovarsi dall`altra parte della rete. Ma mi dà una motivazione extra per migliorare ancora», concede il Niño. «Vorrei riuscirci dappertutto – replica ridanciano Jan – Carlos quest`anno ha vinto tanti tornei, spesso contro di me, e ho bisogno di lui e di altri grandi avversari per crescere ancora. Nel golf non sarò mai forte come lui («e io non scierò mai come te», ricambia Carlos) comunque è bello che fra di noi ci
sia un rapporto speciale anche fuori dal campo
». […]

Sinner è stellare, Alcaraz s’inchina (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

Non ci sono prove certe a corroborare la leggenda metropolitana che “L`arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat” dei Fratelli Lumière nel 1896 abbia davvero terrorizzato il pubblico facendolo fuggire in massa dalla sala. E` comprovato, invece, che “il treno in corsa Sinner”, il razzo che schizza dai blocchi di partenza della esibizione da Mille e una notte di Riad – 6 milioni in palio per il vincitore e 1,5 per i sei partecipanti – travolga letteralmente i piani e l`intero apparato del numero 1 del mondo, Carlos Alcaraz, nella finale del Six Kings Slam. Forse tradito dall`ultimo schiaffo che gli ha rifilato nella finale degli US Open, strappandogli anche lo scettro di re della classifica dopo 65 settimane, ed illuso dalla prestazione-monstre due giorni prima contro Fritz, l`erede di Nadal non si immagina il Profeta dai capelli rossi subito così aggressivo non solo alla risposta ma soprattutto col secondo colpo, conquistandosi subito un metro di campo per comandare le operazioni e andare a rete più che mai. Così, nel rubargli insieme al break d`acchito, il tempo e l`iniziativa, il 24enne altoatesino, campione uscente a Riad, si prende in appena 27 minuti il primo set. E, pur con più problemi nel secondo, quando la palla viaggia davvero veloce come in un video game ed atterra così pesante da impressionare il pubblico, Jannik s`impone con un imprevedibile 6-2 6-4 nel match che – come sempre fra star e rivali – non è mai una esibizione fra chi da due anni si divide gli Slam. Anche se Alcaraz domina i testa a testa ufficiali 10-5 (6-4 nei Majors, 2-1 quest`anno), 10-7, contando le finali di Riad, per Jannik è una confortante prova di forza verso Vienna di questa settimana, forse Parigi, e le ATP Finals. «Quando Giannik gioca a questo livello come aveva già fatto contro Djokovic sembra ping pong e non è tanto divertente per chi sta di là del net. Non mi ha concesso di fare un passo in più verso il campo e ha migliorato tanto il servizio e mette tanta pressione sul tuo», dice Alcaraz. «Ma mi dà nuove motivazioni per l`allenamento». Sinner applaude lui e il suo team, poi chiosa: «Mi piacerebbe giocare così bene dappertutto. Le rivalità funzionano così: cerchi sempre di essere migliore dell`altro e sono contento di farne parte. Anche se la cosa più bella fra noi resta l`amicizia, e non è facile anche fuori dal campo». Holger Rune si rompe il tendine d`Achille sinistro nelle semifinali di Stoccolma contro Humbert quand`è avanti 6-4 2-2. Le immagini del 22enne danese in lacrime sono drammatiche come altre, troppe altre, quest`anno, nel tennis sempre più fisico, veloce e senza pause. Il numero 11 del mondo dovrà operarsi e restar fermo per circa 6 mesi, rinviando il tentativo di aggancio al vertice per diventare il terzo uomo. […]

Paolini, ko dolce. Va alle Finals pure in singolare (Claudio Lenzi, La Gazzetta dello Sport)

L`ha rifatto. Per il secondo anno consecutivo, Jasmine Paolini si è qualificata alle Wta Finals di Riad in singolare e in doppio. Nessuna come lei un anno fa, e forse nemmeno quest`anno (può provarci la Andreeva). Come dicono nella sua Bagni di Lucca… chapeau. Vista attraverso la gioia di questo grande traguardo, pure la sconfitta di ieri nella semifinale cinese di Ningbo contro la kazaka Rybakina fa meno male, anche se era una rivale diretta verso l`Arabia Saudita. La vincitrice di Wimbledon 2022 resta in corsa, ma intanto Sabalenka, Swiatek, Gauff, Anisimova, Pegula e Keys si stringono per far posto alla nostra Jas. Non era scontato, va detto. Se l`anno scorso, per qualificarsi, la 29enne tennista toscana aveva messo insieme due finali Slam e la vittoria del primo Wta 1000, a Dubai, quest`anno è diventata la prima regina italiana di singolare femminile a Roma in 40 anni, per poi raggiungere la finale del Wta 1000 di Cincinnati (dov`è stata sconfitta da Iga Swiatek) e la semifinale di Wuhan, mentre in primavera aveva fatto lo stesso a Miami. Ha trascinato l`Italia nel back to back alle Billie Jean King Cup Finals e come se niente fosse si è rimessa al lavoro per conquistare quest`ultimo traguardo importante: tra le azzurre, la doppia partecipazione alle Finals era riuscita soltanto a Sara Errani (2012 e 2013). Curiosità: anche l`anno scorso l`aritmetica era arrivata dopo una sconfitta in Cina, ma nei quarti di Wuhan. Jas, in ogni caso, ha già deciso di prendere parte al prossimo Wta 500 di Tokyo ed è sicura di chiudere la stagione in top 10. Questi ottimi risultati arrivano quasi al termine di una stagione non proprio lineare, se pensiamo che tra la fine di febbraio e i primi di marzo la leader italiana si è separata dal suo storico allenatore Renzo Furlan per approdare un mese più tardi tra le mani dello spagnolo Marc Lopez, ex compagno di doppio di Nadal. Esaurita la stagione della terra rossa, Jasmine ha scelto di cambiare di nuovo e a luglio si è rivolta al 33enne ex tennista italiano Federico Gaio, che poco a poco si è guadagnato fiducia e riconferma. […] Insieme a Sara Errani sono arrivati i successi più importanti come l`oro olimpico a Parigi 2024 e il Roland Garros 2025. Proprio Sara può essere considerata a tutti gli effetti un`allenatrice in seconda, la sua esperienza e i suoi consigli, ormai, fanno parte del bagaglio tecnico della più forte tennista italiana. 


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