Sports England: Analisi del declino dello sport inglese

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Sports England: Analisi del declino dello sport inglese

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TENNIS – La prima presidentessa nella storia della LTA deve subito fare i conti con i dati di Sports England. Solo 406 mila inglesi giocano a tennis 30 minuti a settimana. E i fondi si dimezzeranno per il periodo 2013-2017.

Calcio e tennis, pilastri del panorama sportivo della Gran Bretagna, stanno perdendo svariati milioni per quanto riguarda i finanziamenti pubblici e questo dopo aver già sperimentato cali preoccupanti in termini di partecipazione attiva nel corso dell’anno passato.
L’analisi di Sports England ha rivelato che rispetto allo scorso anno c’è stato un calo di 288 mila persone tra coloro che giocano regolarmente a calcio ed è ravvisabile un calo del 14% , leggermente superiore rispetto a quello del 9% che ha colpito il tennis (solo 406 mila adulti giocano 30 minuti di partita a settimana).
Cifre scioccanti per un Paese che ancora si crogiolava nella gloria recata da un vincitore britannico a Wimbledon dopo 77 anni; Murray non ha sortito alcun effetto e nell’ambito della Tennis Association londinese non ha evitato drastici tagli nei sovvenzionamenti.

Come dimostrato da Simon Hart, giornalista del  Telegraph, la Lawn Tennis Association ha visto ridurre fortemente il numero degli iscritti nei vari club  e si è anche vista ridurre il finanziamento dai 24 .500.00 £ (con relativo premio di circa 7.100.000 £ spendibile entro l’anno 2013) previsti per il precedente ciclo di 4 anni, fino alla risibile cifra di 10.300.00 £ del ciclo 2013-2017. Il declino pare inarrestabile e la LTA  ha già in agenda per la prossima settimana un incontro con i funzionari che si occupano dello Sport; si discuterà dei risultati negativi e si cercherà di trovare un adeguato piano per la crescita .

Jennie Price, chief executive di Sport England, si è detto entusiasta per la vittoria di Andy Murray a Wimbledon ma ancor di più per l’ottimo sistema che ha permesso di fatturare nonostante gli scarsi finanziamenti . “ Abbiamo ancora pochi dati ma la decisione sui finanziamenti sarà presa presto; nell’ immediato occorreva  dare un premio in denaro valido per un solo anno così da avere il tempo di prendere una decisione sui prossimi tre”.
In seguito, dopo aver parlato delle decisioni da prendere in seno al prossimo consiglio di gennaio, Price ha puntualizzato un concetto : “L’unica cosa che vorrei dire sul tennis è che da quanto sono stati individuati i problemi, c’è stato un cambiamento epocale nell’ atteggiamento del nuovo presidente della LTA, David Gregson , che ha lavorato sodo per comprendere le dinamiche del mercato e scoprire chi e perché gioca a tennis . Hanno un grosso problema , la partecipazione è calata ma credo che occorra catturare l’interesse di coloro che giocano a tennis casualmente perché costituiscono una grande fetta di potenziali fruitori del business che gravita attorno al nostro mondo”.

Nick Humby, chief officer della LTA e CEO agirà ancora per poco fino all’avvento del canadese Michael Downey che prenderà il sopravvento il prossimo mese. Anche se per il momento Humby si è detto ottimista  per gli ambiziosi piani in progetto, va detto che per ora sono solo chiacchiere  perché è ancora tutto da capire cosa si voglia realmente fare per invertire la tendenza, per avere maggiore partecipazione e per invogliare sponsor a investire, facendo nuovamente muovere un mercato cristallizzato attorno ai soliti nomi.
Alcune indicazioni però Humby le ha fornite . “Abbiamo intenzione di avere un calendario nazionale degli eventi sportivi da aprile fino ad agosto così da promuovere lo sport  ma soprattutto il tennis a livello nazionale, così da favorire le relazioni con le persone che vengono portate nei parchi e nei luoghi per giocare sotto quella bandiera nazionale. Abbiamo pensato anche all’aspetto ludico con sessioni di tennis gratuite e discoteche per poter attrarre più persone”.

Anche per la Football Association non ci sono belle notizie: ha ricevuto £ 30.000.000 per il ciclo 2013-17, ma è già in allerta per gli imminenti tagli di finanziamento e per la massiccia diminuzione di calciatori; i numeri più negativi di ogni altro sport inglese anche tenendo in considerazione nuoto, atletica e ciclismo che storicamente non sono mai stati paragonabili al calcio. Mai prima d’ora. Price ha detto: E’ in essere una discussione con la FA per la pensione dei giocatori al termine della loro attività, ma parliamo di un sistema di pagamento per risultati, quindi il calcio è sicuramente nella zona a rischio. La FA ha il potere di ottimizzare al massimo quanto di buono esiste ancora nel calcio e, facendo leva sulle sponsorizzazioni, può lavorare efficacemente . Tuttavia va sottolineato il calo di coloro che tra i 16 e i 25 anni pratica regolarmente sport; questo solleva dubbi sull’ eredità a lungo termine delle Olimpiadi di Londra”.

Effettivamente per quanto riguarda la cifra annuale di coloro che esercitano sport, c’è stato un calo di 51.000 persone e per Price il calo c’è stato soprattutto nel calcio; un’indagine fatta registrare nel mese di aprile aveva già preso in considerazione questi dati ma li aveva estesi anche al tennis, individuando nel lungo e freddo inverno la principale causa della diminuzione dei partecipanti.
Bisogna spronare i giovani a praticare sport ; deve diventare parte della loro vita e bisogna offrire loro una vasta gamma di possibilità . Anche gli sport estremi purchè la deprecabile situazione di stare a casa sul divano  non diventi un’opzione da prendere in considerazione”.

Infine l’indagine di Hart ci si sofferma brevemente su quegli sport che invece godono di ottima  salute: Il ciclismo che continua a raccogliere i frutti del suo successo , dato che poco più di due milioni di persone salgono sulla bici almeno una volta la settimana; atletica e corsa che hanno fatto registrare un incremento di 63.000 sportivi; sport per disabili che anzi vedono crescere sempre di più il numero di partecipanti, a dimostrazione che nonostante si tratti di una nicchia di sportivi, sono proprio quelli che cercano di godersi maggiormente la vita.
Per loro si ,il divano non è un’opzione.

Andrea Pagnozzi

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