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WTA Marrakech: Finale Oprandi- Torro Flor

TENNIS FLASH – La tennista naturalizzata svizzera centra la prima finale della sua carriera battendo in tre set Daniela Hantuchova (7-5 3-6 6-3). La spagnola domina la Muguruza (6-0 6-3).
WTA Marrakech, Semifinali
Oprandi b. (1/wc) Hantuchova 75 36 63 in 2h e 26′
Bellissima impresa di Romina Oprandi, attualmente nr. 101 del mondo, che nella semifinale del torneo Wta di Marrakech batte in tre set Daniela Hantuchova con il punteggio di 7-5 3-6 6-3 dopo 2 ore e 26 minuti e raggiunge la prima finale della sua carriera, premio ampiamente meritato dalla tennista svizzera (ma fino ad inizio 2012 era italiana), dotata di grandissimo tocco ma al contempo martoriata da una lunga serie di infortuni.
La Oprandi incontrerà in finale la vincente del derby spagnolo tra la Torro-Flor e la Muguruza (con entrambe ha perso l’unico precedente giocato)
Il match era iniziato benissimo per la Oprandi, subito avanti di un break in apertura. La svizzera allungava sino al 3-1, ma la Hantuchova pareggiava i conti sul 3 pari centrando il controbreak. Il finale di set era pieno di emozioni. Sul 5-4 Hantuchova la tennista slovacca arrivava un paio di volte a due punti dal chiudere il parziale ma la Oprandi alla fine teneva la battuta.
Nel game successivo era allora la svizzera a centrare il break. La Oprandi si procurava 3 palle break consecutive sullo 0-40, ma la Hantuchova le annullava tutte. Alla quarta occasione però arrivava il break con una splendida palla corta (la prima davvero ben riuscita) giocata con un rovescio alto sulla seconda palla della sua avversaria.
Il break scioglieva la Oprandi che con un altro paio di palle corte ed un fantastico passante di rovescio chiudeva il 1° set 7-5.
Il secondo set procedeva sulla stessa falsariga del primo, la Hantuchova continuava a martellare con il diritto da fondo campo mentre la Oprandi giocava in difesa alla grande, rintuzzando ove possibile tutte le accelerazioni della slovacca.
Era proprio la Oprandi ad avere le prime due palle break del set sul 2 pari 15-40, ma la Hantuchova era brava ad annullarle ed a tenere la battuta.
La nr. 30 del mondo centrava invece il break nel game successivo, annullava altre due palle break nel game seguente ed alla fine pareggiava i conti vincendo il parziale 6-3.
Terzo set che procedeva inizialmente all’insegna dell’equilibrio, ma nel quarto game arrivava il break che decideva il match. La Oprandi sfrutta l’unica palla break di tutto il set ed allunga sul 3-1.
La tennista svizzera non permetterà mai all’avversaria di rientrare nel match e con autorità chiude i giochi nel 9° game prima di esultare raggiante per la prima finale raggiunta della sua carriera.
Torro-Flor b. (5) Muguruza 60 63 in 56′
Seconda semifinale senza storia in terra marocchina.
La Torro-Flor dilaga nel derby contro la Muguruza e raggiunge anche lei come la Oprandi la prima finale della sua carriera nel circuito principale.
Partita come detto senza storia, la Torro-Flor sommerge dall’inizio alla fine la più quotata connazionale e guadagna con pieno merito l’atto conclusivo del torneo.
Il primo set vola via in un amen (20 minuti), la Muguruza è disastrosa al servizio (ben 5 doppi falli), la Torro Flor impallina la sua avversaria da tutte le parti con un diritto violentissimo.
La Muguruza non entra mai nel match e subisce un veloce 6-0.
La nr.42 del ranking, già due finali quest’anno, chiama il suo coach e cerca di capirci qualcosa.
La cosa sembra sortire l’effetto sperato, la Muguruza tiene finalmente la battuta e al contempo conquista anche il 1° game del match.
La spagnola sembra fare sul serio, break nel secondo game e allungo sul 3-0.
Stavolta è la Torro-Flor a chiamare il suo coach, al rientro in campo si ricomincia come nel primo set.
La nr. 71 del ranking torna padrone del campo, la Muguruza sparisce, altri 6 giochi di fila della Torro-Flor ed in 56 minuti la semifinale è risolta.
L’unico precedente tra Torro-Flor ed Oprandi è stato giocato nell’ITF di Bucarest nel 2012 con la vittoria della spagnola in due set
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Roland Garros, Fognini: “Pettorale stirato, ho giocato perché un’occasione così non capiterà più”
“Sono stufo di farmi male, a 36 anni è dura accettare certe cose”. Sconfitto solo al quinto da Ofner, Fabio Fognini non nasconde l’amarezza

Fabio Fognini ha perso al quinto set contro contro Sebastian Ofner, apparentemente limitato da un problema fisico. Così è, infatti, come conferma l’azzurro al termine del match. “Dopo la partita con Kubler mi sono stirato il pettorale. Ho deciso di giocare perché un’occasione così non mi capiterà più. Ultimo o penultimo Roland Garros, senza ombra di dubbio”.
D. Al di là di questo aspetto sfortunato, hai dimostrato in queste ultime settimane che il tennis c’è.
“Sì, peccato perché i treni passano e non tornano più indietro. Ho perso un’altra grande occasione, senza nulla togliere al mio avversario – chi vince merita sempre. Nelle condizioni in cui ero, in cui stavo giocando, sarò sbruffone, non mi interessa, ma difficilmente avrei perso questa partita.”
D. Ora naturalmente recupero, poi la stagione su erba che, avevi detto, non giocherai…
“Mi ero iscritto ai Challenger di Perugia e Parma. In questo momento, non voglio dire cose che non vorrei dire, ma avrei voglia di cancellarmi sia da Perugia sia da Parma e andare da qualche parte a rilassarmi, ho bisogno di quetso. Arrivato a 36 anni, non ho più voglia, forse non lo accetto più, ecco. Non ho più voglia suona male, anche perché mi sono rimesso in sesto nelle ultime due settimane e ho fatto vedere cosa posso fare. Però sono parecchio stufo di farmi male, non lo accetto più. Di sei mesi, ne ho giocati tre. Una volta ho perso con Alcaraz, un’altra con Djere, c’è stata discontinuità.”
D.La scintilla che ti ha fatto ritrovare Corrado [Barazzutti] e anche il tifo del pubblico in questi giorni non sono uno stimolo a provarci malgrado…
“Sì, sì. È il bello e quello che mi mancherà di questo sport una volta che mi ritirerò. Io sono senza dubbio un emotivo che gioca e vive anche per queste partite qua. Oggi il pubblico era dalla mia parte, mi conoscono, mi rende orgoglioso riuscire ancora a riempire un campo come questo, a creare un bell’ambiente. Ma sono stufo, non accetto più determinate cose e, come ho già detto, la decisione finale verrò presa davanti a una birra o a un bel bicchiere di vino in totale tranquillità, guardandomi allo specchio e decidendo il da fare.”
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Roland Garros, Sabalenka risponde solo a pochi giornalisti: “Mercoledì non mi sono sentita al sicuro in conferenza stampa”
Il Roland Garros ha permesso ad Aryna Sabalenka di limitare le presenze al suo incontro con la stampa. “Devo proteggere la mia salute mentale”

Non mancherà certo di far parlare la decisione presa da Aryna Sabalenka sabato dopo la sua vittoria al terzo turno del Roland Garros. La giocatrice bielorussa, n. 2 del seeding, dopo aver battuto piuttosto facilmente la russa Rakhimova per 6-2, 6-2, non ha svolto la sua tradizionale conferenza stampa post-partita come reazione a quanto accaduto due giorni prima durante il suo ultimo incontro con la stampa.
In quell’occasione, dopo il suo match di secondo turno, le erano state poste due domande a proposito del suo sostegno dimostrato durante alcune apparizioni pubbliche al dittatore bielorusso Alexander Lukashenko e sulla sua posizione in relazione al conflitto in corso in Ucraina. Sabalenka si è rifiutata di commentare a quelle domande in quella occasione, ma l’episodio apparentemente l’ha fatta sentire “non al sicuro” durante la conferenza stampa, e di conseguenza venerdì pomeriggio dopo il suo match di terzo turno ha risposto ad alcune domande davanti a un ristretto gruppo di giornalisti invece di partecipare alla solita sessione “plenaria” alla quale tutti i reporter accreditati al torneo possono prendere parte.
“So che mi può capitare di dover rispondere a domande di carattere politico e non necessariamente riguardanti il mio tennis – ha detto venerdì pomeriggio – Nel corso degli ultimi mesi ho risposto a queste domande e sono stata molto chiara a proposito di quello che penso e di quello che provo. Non ho alcun problema a rispondere a queste domande, e so che fa parte del mio lavoro, ma mercoledì scorso non mi sono sentita al sicuro durante la conferenza stampa”.
“Dovrei essere in grado di sentirmi al sicuro davanti ai giornalisti durante la conferenza stampa, e per salvaguardare la mia salute mentale ho deciso di rimuovermi da questa situazione oggi, e il torneo ha supportato questa decisione. Le ultime giornate non sono state semplici e ora vorrei concentrarmi solamente sul mio tennis qui a Parigi”.
Qualcuno sicuramente ricorderà come durante il Roland Garros 2021 Naomi Osaka annunciò prima del torneo che non avrebbe partecipato ad alcuna conferenza stampa nel corso dell’evento, e in quel caso venne multata $15.000 per il rifiuto di parlare con la stampa dopo il suo primo turno, ma poi si ritirò dal torneo, scusandosi poi per il suo comportamento qualche mese più tardi.
In quel caso il torneo non fece alcuna concessione alla giocatrice nipponica, mentre in questo caso le richieste di Sabalenka sono state accomodate per mettere l’atleta bielorussa nelle migliori condizioni possibili e per salvaguardare la sua salute mentale. Non è stata messa di fronte alla scelta di pagare la multa oppure affrontare tutti i giornalisti e le è stata data la chance di parlare solamente a un piccolo gruppo di reporter che evidentemente non avrebbero posto domande “scomode”.
La faccenda fa sorgere qualche domanda: è giusto “filtrare” i giornalisti presenti alla conferenza stampa per evitare che vengano toccati certi argomenti? Per fortuna la salute mentale è ormai considerata come una cosa seria, ma esiste il rischio che questa wild card venga utilizzata con un po’ troppa facilità, sminuendone il significato? E se un’altra giocatrice avesse espresso lo stesso disagio, sarebbe stata accomodata oppure questo trattamento è stato permesso a Sabalenka solo in virtù del suo rango di n. 2 del mondo?
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Roland Garros, Sonego: “L’esperienza degli Slam passati mi ha aiutato nella rimonta”
Le parole di Lorenzo Sonego dopo la rimonta contro Andrey Rublev

D. Hai detto che stai giocando un match dell’anno, ma forse anche forse anche della carriera. C’è qualcosa dietro questo momento di di così?
Devo dire che sicuramente le esperienze in tutti gli Slam, le partite, anche soprattutto quelle perse negli altri anni, mi hanno aiutato a crederci. E nonostante 6-0 nel secondo set, non era facile rientrare in campo poi con la giusta determinazione. Però ce l’ho fatta e ho creduto di potercela fare, quindi sono molto contento di come sto gestendo anche queste difficoltà.
D: Vorrei onorare la rispettabilissima categoria di tennisti ‘cazzuti’. Secondo me tu sei parte di questa categoria e oggi forse era una sfida per la top 10 in questa categoria. Hai coltivato questa tua, questo tuo modo di essere in campo hai oppure ti viene naturale?
No, sono son nato abbastanza così. Ehm, mi piace proprio la lotta, essere in quella situazione lì e tirarmi fuori dalle difficoltà. Mi piace proprio essere arrivare in quella situazione lì è più sono in difficoltà, più trovo qualcosa che mi dà energia e mi dà voglia di stare in campo. Sono sempre stato così, cazzuto, mi piace essere.
D: Tu hai detto prima ‘sono riuscito a ritornare in campo con la determinazione nonostante il 6 0’. Dov’è che hai trovato la forza mentale, cioè lavorato sopra, prima dell’incontro, che non è facile dopo un 60 ripartire, poi dal break la partita è cambiata.
No, volevo dire che anche guardando anche le altre partite, è successo anche in passato, che qualcuno ha preso 6 0 poi riuscito a vincere queste partite, quindi non è qualcosa di nuovo. Ovviamente mi posso aspettare di essere due sotto con Rublev e ho dovuto fare il mio massimo e giocare da una grandissima partita per portarla poi a casa, quindi sono stato bravo a reagire p, poi a mantenere quella a quel livello perché non era facile anche al quinto set continuare a mantenerlo. E sono molto contento.
D: Nei primi due set, da quello che ho contato io, 9 dei 18 game sono finiti a 30, quindi alla fine non c’era un’enorme differenza a livello di gioco. Era la stessa cosa che sentivi anche tu, oppure credi che il click tra il secondo e il terzo set sia stato mentale?
Sì, infatti è una cosa che mi ha dato fiducia e sapevo che bastava poco per poterla ribaltare, cioè mi sentivo molto vicino a lui e mi sentivo di poterlo breakkare più volte e quello mi è servito per avere quella fiducia che poi mi è servita negli altri tre set.
D: E poi un’altra cosa, se potessi scegliere un campo su cui giocare la prossima partita, quale sceglieresti?
Diciamo che tutti i campi sono speciali, e più vai avanti più giochi su campi, sempre più belli. Quindi di sicuro è una bella esperienza, nel mio caso tutti questi campi. Oggi c’era un un’atmosfera incredibile in quel campo, quindi sarebbero rigiocare lì, o anche sulle Chatrier.
D: Oggi sul campo hai detto di aver pensato a divertirti durante la partita. Ieri Jannik invece ha detto che forse il problema è che non si stava divertendo. Si sentono spesso questi ragionamenti ultimamente, forse perché il tennis è diventato molto faticoso, ci sono molte cose anche fuori dal campo, molte pressioni, allora alla fine la cosa che fa la differenza e dire beh ‘vabbè insomma sono qua me la me la gioco, mi diverto e sono contento di stare qui e di fare questa cosa.’
Ovvio che godersela in un vantaggio. Io cerco di godermi ogni partita, però non mi è facile perché poi entri in campo e ci sono delle pressioni di diverse ogni volta e un avversario che ti mette in difficoltà. Magari ci sono dei giorni dove non trovi soluzioni e ce la metti tutta lo stesso e non riesci a trovare sorriso, perché magari l’avversario non te lo permette o perché è una giornata storta. È facile dirlo prima o dopo, ma quando sei durante il match trovare il match non è semplice, non te lo puoi imporre, ti deve venire naturale ed è importante cercare di godersi di più queste situazioni.