WTA Madrid: avanti Sharapova e Williams, fuori Errani e Vinci

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WTA Madrid: avanti Sharapova e Williams, fuori Errani e Vinci

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TENNIS – La Williams non ha vita facile contro la padrona di casa mentre la Sharapova, solida e centrata, dispone di Sam Stosur con lo score di 6/4 6/3. Na Li, irriconoscibile nel primo set con la Stephens, vince in rimonta (2-6, 6-3, 6-2). La Kvitova risolve piuttosto agevolmente il derby con la Safarova. Fuori le azzurre Errani e Vinci (solo due game contro Radwanska)

Ascolta Sara Errani dopo il match (2 parti)

 

Ascolta Roberta Vinci dopo il match

Na Li affronta Sloane Stephens per un posto ai quarti di finale del torneo di Madrid. La cinese, rimasta out per un mese e mezzo a causa di un infortunio al ginocchio, si è ripresentata sulla terra rossa spagnola con una vittoria (contro la connazionale Zheng) e incrocia agli ottavi l’americana che non è mai andata cosi’ avanti nel torneo.

Le condizioni di gioco piuttosto rapide a causa dell’altura, favoriscono proprio la 21enne che nel primo set sembra davvero incontenibile: sull’1-1 strappa il primo break e infila 5 giochi consecutivi, annichilendo la sua avversaria con potenti accelerazioni. C’è anche un’evidente complicità da parte della campionessa del Roland Garros, apparsa irriconoscibile sin dai primi scambi, totalmente votata all’errore (alla fine del parziale ne collezionerà ben 19). Sul 5-1, Na Li cancella due set point e si ribella allo strapotere della rivale che chiude pero’ i conti sul proprio turno di battuta.

La cinese rischia di subire un’altra lezione da una giocatrice americana dopo l’uscita di scena al primo turno subita l’anno scorso proprio a Madrid per mano di Madison Keys. Stavolta, il monologo stelle-strisce si interrompe nel secondo set, quando si invertono i ruoli. Sul campo, infatti, si presenta la vera numero 2 al mondo che ha ottenuto in carriera grandi risultati su questa superficie, compreso il titolo del Roland Garros. Rispetto al primo set, Na Li lascia andare il braccio e trova più soluzioni vincenti, pur mantenendo elevato il numero degli errori (18). Sul 3-5, con un break di vantaggio, serve per il set ma commette un paio di imprecisioni, non chiude un punto già fatto, e rischia di rimettere in gioco la Stephens concedendole tre palle break. E’ brava, pero’, a recuperare dallo 0-40 e ad allungare cosi’ la gara al set decisivo.

Dopo un inizio davvero stentato, Na Li si scioglie definitivamente portandosi subito sul 3-0. Appare chiara nella cinese la volontà di non sprecare altre energie per conquistare la vittoria numero 25 in stagione (semifinale a Indian Wells e finale a Miami), a fronte di sole tre sconfitte. Mentre la Stephens non riesce a opporre resistenza, la numero 2 al mondo si porta velocemente sul 4-1, punteggio paradossalmente insidioso, già fatale alla McHale contro la Sharapova. La stessa Li accusa una leggera flessione e subisce il break ma lo recupera immediatamente nel turno di battuta successivo e mette fine alle ostilità, qualificandosi ai quarti di finale dove incontrerà la vincente del match tra Sharapova e Stosur   

[5] P. Kvitova b. L. Safarova 6-4 6-3 (Daniele Vallotto)

Cronaca di un derby che non c’è stato. Ed è un vero peccato perché la somma del talento di Petra Kvitova e Lucie Safarova potrebbe dare vita ad un match spettacolare e pieno di colpi di scena. Invece, come spesso succede nei derby, la pratica è stata chiusa piuttosto agevolmente e con un punteggio anche più generoso rispetto ai valori visti oggi in campo. Petra Kvitova avanza ai quarti di Madrid battendo per la quarta volta (e terza in stagione) Lucie Safarova, mai capace di vincere contro la più blasonata connazionale. Safarova entra in campo molto convinta mentre Kvitova è non pervenuta. Il servizio della numero 6 del mondo non funziona mentre Safarova non sbaglia nulla nei primi game. Se aggiungiamo una mobilità da rivedere per Kvitova, non è una sorpresa il 4-0 iniziale in favore di Safarova. Purtroppo, il bello del match finisce qua. Colpa di Safarova, che all’improvviso comincia a sbagliare colpi interlocutori, e grande merito di Kvitova, che quando si risveglia dal torpore è capace di fare cose impensabili per quasi tutto il resto del circuito. Petra recupera facilmente i due break e alla fine piazza pure la zampata che vale il 6-4. La striscia di sette game di fila viene interrotta ma anche se Safarova ha due palle break sull’1-1 del secondo set il suo destino è segnato. Petra le annulla con autorevolezza e subito dopo manda un chiaro segnale brekkando a 0. Il punteggio finale potrebbe essere più severo ma Kvitova non riesce a brekkare sul 4-1 e quindi decide di affidarsi al pilota automatico: il risultato finale è un 6-4 6-3 grazie ad una Kvitova a tratti brillante e ad una Safarova che è durata davvero troppo poco. Per Kvitova probabile quarto di finale con Serena, primo banco di prova sulla stagione terraiola. La statunitense ha vinto tutti i precedenti, perdendo un solo set.

S. Williams b. C. Suarez-Navarro 6-2 6-3 (Giulio Fedele)

I precedenti non facevano ben sperare Carla Suarez-Navarro, che negli ultimi 3 scontri aveva raccolto la miseria di ben 5 game. Mai come oggi però sembrava che la testa di serie numero 14 del tabellone avesse potuto impensierire Serena Williams, che finora le aveva donato solo sonore lezioni. La spagnola infatti giocava in casa, con il favore del pubblico, pochi giorni dopo aver vinto il suo primo titolo Wta in quel di Oeiras contro Svetlana Kuznetsova, in più l’americana si presentava al torneo di Madrid dopo la pausa presasi a partire da Charleston e con una fasciatura alla coscia sinistra.

E se le credenziali per fare un match alla pari c’erano tutte, anche l’inizio-partita sembrava confermare questa tendenza. Incredibilmente infatti, Suarez-Navarro strappava il break in apertura, addirittura a 0, ad una come la Williams che possiede uno dei migliori servizi del circuito. Purtroppo per la spagnola però, come poi è successo in tutta la partita, non ha saputo capitalizzare le (poche) occasioni concessele dall’avversaria. Infatti Carla non è riuscita a tenere un servizio durante tutto il primo set! Serena dal suo canto faticava altrettanto, se si pensa che il primo parziale è stato indeciso fino al 3-2. La Williams non è apparsa centrata: quando era il momento di entrare in campo con l’attacco, molto spesso e volentieri sbagliava direzione e trovava l’avversaria, o addirittura spediva fuori colpi che di solito divora. Sintomatica è stata la scelta di un serve&volley infruttuoso che è valso alla spagnola il break del 3-2. Ma d’altronde, quando poi mostrava la vera belva che è in lei, dopo piccoli black out, infilava vincenti in serie, che le permettevano di vincere i game dove partiva sotto 0-30. È così che, con buona pace della Suarez-Navarro, Serena conquistava i tre game di fila valevoli per il set, con l’opportunità di servire nel secondo.

La spagnola chiamava il coach, come ormai è solita fare ad ogni fine set. Ciò, apparentemente sembrò essere servito, dato che la Suarez-Navarro strappava di nuovo il break alla americana, in apertura di set. Ma il vero tabù è stato il servizio, che quest’oggi ha annullato tutti i vantaggi acquisiti con i break. Ma la colpa da addossare alla spagnola non era tanto in battuta, quanto nei punti cruciali, dove non ha saputo sfruttare le palle game capitatele sul 0-1 e poi sul 1-2, pur tenendo molto bene lo scambio. Stranamente, è riuscita però a tenere il servizio non appena la Williams balzava in vantaggio 3-2, e per di più a 0. Questo però le è stato per poco tempo di buon auspicio, e non ha contribuito ad invertire la tendenza negativa. Dal 3-3 la Williams-valanga infatti la travolgeva impetuosa, infilando come in chiusura di primo set, una tripletta di game, che le valevano il match. 

Per la Suarez-Navarro questa sconfitta non ha un sapore così negativo, considerato che ha raccimolato in un match quanto era riuscita a fare nei 3 precedenti assieme. Per la Williams la 650esima vittoria in carriera, che la immette nell’olimpo del tennis assieme a giocatrici del calibro di Martina Navratilova, Chris Evert, Steffi Graf, Virginia Wade, Arantxa Sánchez-Vicario, Lindsay Davenport, Conchita Martínez, Evonne Goolagong Cawley, Billie Jean King e Venus Williams. Se dovesse vincere anche domani eguaglierebbe proprio la sorella, a quota 651.

M. Sharapova b. S. Stosur 6-4 6-3 (Laura Guidobaldi)

Masha e Sammy: scende in campo la potenza oggi a Madrid sull’Arantxa Sanchez Vicario. Ma se la prima sfodera un tennis sempre a mille accompagnato da una concentrazione pressoché incrollabile e “glaciale”, l’altra, a volte, vanifica le proprie “fucilate” a causa di una pericolosa fragilità emotiva. In realtà Maria Sharapova e Samantha Stosur, pur essendo entrambe due grandi picchiatrici, sono comunque molto diverse, innanzitutto per temperamento ed emotività.

Maria, quando perde, riesce ad essere ancora più temibile, proprio come una tigre che, ferita, può diventare ancora più pericolosa e mortale. Sammy è invece troppo spesso preda ma soprattutto di se stessa, dei fantasmi che si impossessano di lei nei momenti complicati del match, perdendo così in efficacia e lucidità e lasciandosi così sopraffare dall’avversaria. È accaduto infatti nella memorabile finale del Roland Garros vinta dalla nostra Francesca Schiavone che, dal canto suo, ha giocato una partita perfetta. Tuttavia Samantha ha saputo comunque raggiungere traguardi importanti, come alzare un trofeo dello slam, quello dello US Open nel 2011, disputando una finale impeccabile contro Serena. Certo però che la Sharapova è molto più abituata alle vittorie di quanto non lo sia Sammy.

Oggi quello tra la siberiana, attuale n. 9 del ranking e l’australiana, ora n. 19, è il 15° incontro, con Masha che conduce per 12 vittorie a 2; quindi, almeno sulla carta, la russa parte nettamente favorita.

Il match parte all’insegna dell’equilibrio poiché entrambe le giocatrici dimostrano efficacia e costanza al servizio, evitando così di subire il break fino al 5-4. Sul 2-3 0-30 la Sosur recupera con autorità, piazzando servizi calibrati e pesanti, per aggiudicarsi poi anche il 6° gioco e pareggiare i conti. Sia Maria che Samantha spingono a tutta, scaraventandosi sulla palla con tutto il peso del corpo e mirando gli angoli e alle righe. Concentrate e solide, nessuna delle due intende concedere tregua all’altra. La Sharapova ora sale 4-3, mettendo a segno ottimi servizi e fendenti che non perdonano. La Stosur annulla nuovamente le distanze, dimostrandosi centratissima, sia al servizio che con il palleggio da fondo, alternando “fucilate” micidiali a back che scendono bassi e velenosi. Ma Maria va avanti come un rullo compressore, spara e spara, ritrovandosi 5-4. Comunque, la russa dà prova anche di un notevole tocco, sorprendendo l’australiana con un ammirevole taglio di rovescio che muore dopo la rete. Ed ecco che, nell’attimo che conta davvero, sul 4-5 30-30, la Stosur stecca malamente un rovescio concedendo così alla Sharapova un setpoint; setpoint che poi la tennista di Brisbane trasforma lei stessa a favore della siberiana sbagliando malamente da fondo campo. Insomma, la tensione emotiva gioca ancora un brutto scherzo a Sam Stosur; Maria rimane invece imperturbabile e ottimizza immediatamente l’unica possibilità di intascare la prima frazione, che fa sua per 6-4

Nel secondo set la russa sale in cattedra : ha una palla break sull’1-0, annullata però dall’australiana; ce n’è un’altra che Maria ottiene grazie ad un piazzato contropiede e, ancora una volta, con soluzioni potenti e un dritto al volo, Sam riesce ad azzerarla per poi raggiungere il pareggio sull’1-1. L’equilibrio continua ad essere protagonista fino al 3-2. Samantha si trova 2-3 e servizio e concede adesso ben 3 palle break con Sharapova che sale 40-0. L’australiana ne salva 2 ma, alla terza, un’altra malauguratissima stecca di rovescio, permette alla russa di salire 4-2 e servizio e mettere una seria ipoteca sull’incontro. E invece…ecco che Maria, per la prima volta nel match, vacilla, si mostra fragile, permettendo a Sammy di effettuare il controbreak a zero e salire 3-4 e servizio.

Ma l’australiana, ancora una volta, non riesce ad approfittare dell’attimo di defaillance dell’avversaria: cede nuovamente il servizio e la bionda siberiana si riprende il vantaggio, sale 5-3 con la possibilità di servire per il match. La tennista di Brisbane spinge disperatamente a mille ma i suoi siluri escono inesorabili. Maria sale 30-0. Un impeccabile attacco della Stosur con volé di rovescio finale spiazza la russa che poi caccia a rete un facile rovescio.

Adesso è il servizio a tradire Masha che, con un malcapitato doppio fallo, offre all’avveraria la possibilità del controbreak. Ma anche questa volta l’australiana fallisce e, non solo c’è nuovamente il pareggio, ma con un dritto lungolinea lungo, la Stosur concede un matchpoint all’avversaria. Sulle fucilate della russa, Samantha sbaglia ancora mettendo il dritto a rete e Maria Sharapova chiude l’incontro per 6/4 6/3. Masha continua dunque la sua corsa sulla terra rossa madrilena, terra rossa sulla quale l’anno scorso è arrivata in finale contro Serena Williams. Domani l’aspetta la n. 2 del mondo e del seeding, la cinese Na Li.

A. Radwanska b. R. Vinci 6-1, 6-1 (Oscar Lanti)

Niente quarti di finale a Madrid per Roberta Vinci, ma l’impresa era davvero proibitiva: la 31enne tarantina, numero 20 del tennis mondiale, non ce l’ha fatta a superare Agnieszka Radwanska, che l’ha battuta con un doppio 6-1. Si è esaurito di fronte alla numero 3 del ranking lo slancio della vittorie ottenute contro Hantuchova (all’esordio) e al secondo turno contro la danese ex numero 1 al mondo, Caroline Wozniacki.

Nel primo set la Radwanska parte fortissimo e strappa la battuta fin da subito alla pugliese, portandosi sul 3-0. La Vinci non riesce a trovare contromisure valide e perde ancora il servizio, permettendo alla polacca di volare sul 6-1. Il secondo set è la fotocopia della prima frazione, con la tarantina capace di vincere solo il primo game, prima di subire una serie di sei giochi consecutivi che fanno calare il sipario sul match.

Nessun rimpianto, dunque, per la Vinci che si piega per la settima volta alla 25enne di Cracovia, con l’unico successo datato nel lontano 2006, nel primo confronto diretto. La Radwanska si qualifica così ai quarti di finale dove ora affronterà la Garcia, giustiziera di Sara Errani.

C.Garcia b. S. Errani 6-2, 4-6, 6-3 (Oscar Lanti)

Finisce al giovedi’ il Premier Mandatory di Madrid per i colori azzurri perchè, dopo l’eliminazione di Roberta Vinci, arriva anche quella di Sara Errani. Deludente e inaspettata la battuta d’arresto della bolognese con Caroline Garcia (6-2, 4-6; 6-3), arrivata agli ottavi grazie ai ritiri di Kerber e Kirilenko.

Inizio di partita subito sprint per la transalpina che si porta sul 3-0 e servizio, mentre la Errani tenta di rientrare in partita ma nel settimo gioco spreca quattro palle del contro-break. Sciupate queste occasioni, l’azzurra si demoralizza e consegna il primo parziale con il punteggio di 6-2.

Nel secondo set, Sara reagisce bene imponendo il proprio gioco e riuscendo a portarsi avanti sul 3-1.  La Garcia però è brava a ricucire lo strappo e a ristabilire la parità. Sara si mantiene lucida davanti al tentativo di rimonta, prima si porta avanti 5-3 e dopo va a conquistare la seconda frazione per 6-4.

L’inerzia sembra tutta dalla parte della numero 11 del ranking ad inizio terzo set ed infatti la Errani si involava sul 2-0. Ma Caroline riesce a colmare il gap sino al 3-3 per piazzare poi l’allungo decisivo che le fa alzare le braccia al cielo dopo 2 ore e 10 minuti di lotta. Sconfitta pesante per Sara anche in ottica ranking. La romagnola doveva difendere a Madrid la semifinale del 2013, stessa situazione che si ripeterà anche a Roma e al Roland Garros.

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WTA Ningbo, altra vittoria sofferta per Jabeur. Shnaider fa fuori Kvitova

Jabeur-Podoroska e Fruhvirtova-Shnaider saranno le semifinali del torneo cinese che ha appena visto l’eliminazione di Bronzetti

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Ons Jabeur - US Open 2022 (foto Twitter @usopen)

Non solo la sconfitta della nostra Lucia Bronzetti per mano di Linda Fruhvirtova: la giornata di giovedì metteva in palio altri tre posti per le semifinali del WTA di Ningbo. Ecco com’è andata.

[1] O. Jabeur b. V. Zvonareva 7-5 4-6 6-1

Primo set segnato irrimediabilmente dagli errori di Ons Jabeur. Fin dalle prime fasi di partita, è ben evidente che per la tunisina non sia ancora tempo di tornare ai fasti che l’anno portata a sue finali a Wimbledon, ma che debba lottare su ogni singola palla. Gli errori fioccano, in particolare dalla parte del dritto, e questo consente a Zvonareva di andare due volte in vantaggio di un break, prima sul 2-0, poi sul 4-2. Jabeur, però, non si sottrae alle difficoltà e alla fatica, vince 4 game di fila e recupera tutto il ritardo, tirando fuori alcune magie di livello assoluto – tweener, smorzate e recuperi in corsa vincenti –. Zvonareva, presa dalla frustrazione, commette qualche errore e non può nulla di fronte all’improvviso cambio di passo dell’avversaria. Dopo un’ora e un quarto Jabeur fa suo il primo set per 7-5.

 

L’inizio di secondo parziale vede dominare chi si trova in risposta, con quattro break consecutivi messi a segno. Entrambe le giocatrici commettono errori anche banali, provate dalla fatica del primo set e dalla grande umidità di Ningbo. La prima a tenere il proprio turno di servizio è Jabeur nel quinto gioco, a cui risponde subito la russa. Sul 3-3, Zvonareva si procura due palle break annullate con due numeri clamorosi dalla tunisina: ace di seconda e vincente di dritto incrociato con entrambi i piedi nel corridoio. L’equilibrio, però, non dura molto: Jabeur incappa in un pessimo game alla battuta e subisce un break a 15, che manda la russa  a servire per il set sul 5-4. Zvonareva, a differenza del primo parziale, è cinica e chiude alla prima chance dopo quasi un’altra ora di gioco.

Inizio di terzo set che sorride a Ons Jabeur: dopo aver superato il momento di appannaggio fisico e tecnico della fine del precedente parziale, innesta una marcia superiore, che le consente di trovare con grande continuità soluzioni vincenti e prendere il largo nel punteggio (5-0). Sotto di due break, Zvonareva riesce a muovere il punteggio, nonostante i vistosi fastidi alla spalla sul servizio. Jabuer chiude 6-1 dopo due ore e trentasei minuti di autentica battaglia.

GLI ALTRI MATCH – Non si è salvata, invece, la numero 2 del tabellone Petra Kvitova che, dopo aver raggiunto i quarti di finale grazie al forfait di Putintseva, ha ceduto in tre set e due ore di gioco alla 19enne russa Shnaider. La ceca si era ripresa dopo un primo set da dimenticare (1-6), aggiudicandosi il secondo parziale per 6-4 grazie soprattutto a una buona resa in fase di risposta con tre break messi a segno. Nel terzo, però, la numero 14 del mondo non è stata sufficientemente cinica e non è riuscita a sfruttare il momento di maggiore difficoltà dell’avversaria in avvio di set. Shnaider ha salvato tre palle break nel suo primo turno di battuta e un’altra sul 2-3, prima di brekkare a zero nel game successivo e involarsi così verso la vittoria (6-3). La 2004 russa disputerà contro Fruhvirtova (un’altra giocatrice ceca) la sua seconda semifinale nel circuito maggiore, dopo quella persa ad Amburgo in estate contro Noha Akugue. Intanto, si è già assicurata un nuovo best ranking: ora è virtualmente numero 70 del mondo (il precedente miglior piazzamento era n. 83).

L’ultimo quarto di finale del Ningbo Open ha visto infine la vittoria in due set di Nadia Podoroska su Katerina Siniakova. L’argentina ha prevalso con un doppio 6-1 in un match caratterizzato dall’abbondanza di palle break: la ceca ne ha concesse ben 17 (solo in un turno di battuta ne è rimasta del tutto immune) perdendo il servizio cinque volte, mentre Podoroska si è salvata in tutte e cinque le occasioni fornite all’avversaria. Il punteggio ha così assunto una forma anche più severa rispetto a quanto si sia effettivamente visto in campo, sebbene la numero 90 del mondo abbia ampiamente legittimato il successo. Sarà quindi lei l’avversaria di Jabeur nella semifinale della parte alta del tabellone. Nadia proverà a ribaltare i pronostici per accedere a quella che sarebbe la sua prima finale nel circuito dopo tre semifinali perse. (Andrea Mastronuzzi)

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WTA Tokyo: Sakkari mette fine alla carriera di Doi. Ritroverà Garcia nei quarti. Avanti anche Kasatkina e Pavlyuchenkova

La greca batte nettamente la giapponese Misaki Doi, al suo ultimo torneo della carriera. Affronterà nuovamente la francese, vista in buona forma. Benino le due russe

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Maria Sakkari - WTA Washington 2023 (foto Twitter @mubadalacitidc)

Una giornata, anche se non grazie esplicitamente alle partite giornate, a suo modo indimenticabile, quella appena conclusasi Toray Pan Pacific Open Tennis di Tokyo. Il WTA500, che gode di un parterre di primo livello, ha infatti visto l’estremo saluto alla carriera per Misaki Doi, ex n.30 al mondo e vincitrice di un titolo WTA nel 2015. Un’onesta carriera, con qualche picco, che si è chiusa sbattendo contro il muro greco di Maria Sakkari, che sulla scia del primo 1000 della carriera continua a vincere, trovando il nono quarto di finale del suo 2023 (impressionante record di 7-1, con la sola sconfitta arrivata a San Diego contro Emma Navarro). Affronterà nuovamente Caroline Garcia, che ha avuto vita abbastanza facile contro Anhelina Kalinina. A completare il tabellone dei quarti ci pensano Anastasia Pavlyuchenkova e Daria Kasatakina.

L’ex n.11 al mondo, in netta ripresa (tornerà almeno al n.71 da lunedì prossimo), ha fornito un’ottima prestazione battendo 6-3 4-6 6-0 la giovane ceca Linda Noskova, con l’unico neo di aver servito meno del 50% di prime in campo. Percentuale che dovrà rivedere per giocare al meglio il quarto di finale contro la connazionale Ekaterina Alexandrova, nello spicchio che va ad incrociarsi con quello di Swiatek. Più agevole, per quanto forse meno del previsto, il match di Kasatkina. La n.6 del seeding ha battuto 6-4 6-4 Despina Papamichail, n.220 al mondo, smarrendo per ben 4 volte il servizio e concedendo la cifra assurda di 16 palle break. Prestazione al servizio da dimenticare per Dasha, che nel secondo parziale è stata due volte avanti di due break, e in entrambe ha concesso il rientro alla greca, rischiando anche il peggio. Alla fine la maggior esperienza e la differenza di talento in campo l’hanno aiutata a prevalere, per regalarsi il quarto di finale contro la tds n.2 Jessica Pegula.

[4] M. Sakkari b. [Q] M. Doi 6-3 6-1

 

Il break per la greca è immediato, già nel terzo gioco. Doi prova a lottare nello scambio, ma la differenza di peso e tenuta fisica tra le due è troppo sensibile per pensare di far partita pari con le bordate della greca. Un paio di errori forzati della giapponese la portano in vantaggio, la padrona di casa dovrà rischiare tanto per uscirne a testa alta. La n.331 al mondo riesce a rimanere in scia grazie a una serie di ottimi dritti sia in uscita dal servizio che nello scambio, ben piazzati vicino alle righe e sempre profondi. E, contando una Sakkari a tratti un po’ imprecisa, come spesso le capita, Misaki riesce così a tenere un solo break di distacco e a divertirsi nel giocare. Peccato per lei che a lungo andare la greca inizi a prendere più confidenza e restituire colpi più sostanziosi, e il suo dritto perde un po’ di smalto. Così nel nono game, giocato con una serie di risposte dure e di difficile gestione, coronate da un paio di vincenti sensazionali, la tds n.4 mette a segno il doppio break e porta a casa il primo parziale per 6-3.

Parte malissimo per Doi il secondo parziale, subendo un break immediato, sì grazie alla forza di Sakkari e al suo vigore in risposta, ma anche a causa di un atteggiamento un più remissivo e falloso da parte sua nello scambio. Non a caso sono molteplici gli errori che guidano la greca ad un rapido 3-0 con poca fatica. Nei game della giapponese si lotta, gli scambi sono duri, arriva qualche imprecisione da ambo le parti, mentre in quelli di Maria tutto scorre liscio, come dimostra l’aver perso due soli puntiin quattro giochi al servizio. Un violento dritto vincente (l’ennesimo) al volo di Maria Sakkari, scrive la parola fine alla carriera di Misaki Doi.

Una partita godibile a tratti nel primo set, ma senza storia, soprattutto nel secondo, dove la forza e il talento della greca hanno avuto la meglio. La padrona di casa, abbracciata dagli applausi del proprio pubblico e dalla grande sportività di Sakkari, chiude tra le lacrime un’ottima carriera, nella sua Tokyo. Per la greca ci sarà ora, a neanche una settimana dalla vittoria in semifinale a Guadalajara, il remake con Caroline Garcia ai quarti.

[5] C. Garcia b. A. Kalinina 6-4 6-3

Buona prestazione della francese, non molto spettacolare ma decisamente solida, brava a reggere nello scambio contro una giocatrice dura da fondo come Kalinina, e soprattutto a concedere davvero il minimo indispensabile. A ben vedere tanta differenza l’ha scavata con il servizio la francese, avendo vinto il 79% di punti con la prima (pur non mettendola troppo in campo) e quasi il 60% con la seconda. Non servendo fortissimo, ma scegliendo i giusti piazzamenti per mettere in difficoltà le lunghe leve dell’ucraina. Garcia soffre un po’ nel primo set, dove si fa rimontare dopo esser andata avanti 3-1, per poi ritrovare il break all’ultima chance e chiudere 6-4 per andare in vantaggio, ma alza decisamente l’asticella nel secondo set, in cui fa valere il proprio talento e ranking.

I primi cinque game del secondo sono abbastanza piatti, e solo Caroline ha un’occasione, sprecata, di strappare il servizio. Si procede seguendo la battuta, con scambi da fondo anche lunghi, e pochi rischi, come se entrambe attendessero l’errore dell’avversaria. La prima ad osare un po’ di più, e a trarne anche benefici, è alla fine la n.5 del seeding. In un ottavo game giocato di fine tattica e con una gran dose tecnica, anticipando la risposta e cercando variazioni che muovano l’ucraina, Garcia mette pressione e, sfruttando anche qualche errore dall’altra parte della rete, mette a segno il primo break del parziale. Break che, con gran cinismo e freddezza, saprà rendere decisivo.

Chiude infatti subito dopo, con due ace di fila per arrivare a match point e vincere una gran partita, giocata da campionessa e con tanta maturità ed esperienza, che fotografano il buon periodo che sta vivendo la francese, che per la seconda settimana di fila giocherà i quarti di finale in un torneo. Undicesima volta tra le migliori 8 nel 2023, con record di 3-7 e due finali, entrambe perse, a Lione e Monterrey.

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WTA Ningbo: troppa Fruhvirtova per Bronzetti

La giovanissima tennista ceca in una giornata particolarmente ispirata ferma l’azzurra nei quarti di finale. Appena 3 game per Lucia

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L. Fruhvirtova b. [8] L. Bronzetti 6-0 6-3

Niente da fare per Lucia Bronzetti nei quarti di finale del WTA 250 di Ningbo. L’azzurra, testa di serie numero otto del torneo, viene sconfitta dalla diciottenne ceca Linda Fruhvirtova per 6-0 6-3 in un’ora e diciassette minuti di gioco. Bronzetti, che aveva vinto l’unico precedente disputato nel 2021 al WTA 25K di Jonkoping, non riesce a trovare le giuste contromisure al gioco di un’ispirata e concreta ceca, che vede più da vicino il rientro in top 100 -ora numero 117- e aspetta in semifinale la vincente del match tra Diana Shnaider e Petra Kvitova. Di seguito la cronaca dettaglia del primo quarto di finale conclusosi a Ningbo.

Fruhvirtova in grande spolvero, Bronzetti troppo fallosa

Match che da subito si presenta come una battaglia da fondo campo, dove entrambe le giocatrici cercano di comandare lo scambio e giocare con grande profondità per muovere l’avversaria. Fruhvirtova si dimostra particolarmente a proprio agio in campo e nel proporre questo tipo di soluzioni dominando letteralmente tutto il primo set. A una grande costanza con i colpi a rimbalzo – non si segnalano che 4 errori gratuiti – aggiunge potenza, precisione e un servizio altrettanto difficile da gestire per Bronzetti.

 

L’azzurra prova a resistere alla pressione da fondo della giovane ceca ma spesso perde la misura delle proprie soluzioni. Anche con la battuta, Bronzetti si trova costretta a forzare per non subire le risposte aggressive di Fruhvirtova incappando, però, in 3 doppi falli.  L’azzurra prova a lasciar andare il braccio ormai sotto 4-0, ma nemmeno alcune ottime accelerazioni le consentono di muovere il punteggio nel parziale. Una perfetta e centrata Fruhvirtova chiude per 6-0.

Le prime sbavature di Fruhvirtova non bastano a Bronzetti per rientrare

Nel secondo set, Bronzetti è chiamata a reagire ma Fruhvirtova non sembra intenzionata a lasciare nulla al caso: risponde su ogni palla, dimostrando anche grande intelligenza tattica. La ceca, infatti, non solo spinge da fondo trovando accelerazioni vincenti da ogni angolo del campo, ma riesce anche ad alternare slice e smorzate per spezzare il poco ritmo trovato da Bronzetti. L’azzurra, dopo aver già subito un break nel parziale, muove il punteggio per la prima volta dopo oltre 45 minuti di gioco, grazie a un buon game al servizio e sfruttando un agognato momento di errori dell’avversaria. Sotto 1-3, Bronzetti continua a trovare delle buone soluzioni e si procura 3 occasioni per recuperare il break di svantaggio. Le prime due sfumano, ma sulla terza una contro smorzata che bacia il nastro le regala punto e gioco.

L’operazione riaggancio, però, non si conclude: l’azzurra subisce un altro break a zero. Fruhvirtova è, però, un po’ meno concreta in questa fase del secondo set, commette alcuni errori e concede altre tre chance di contro break. Se sulle prime due la ceca piazza una seconda vincente e un gran dritto lungolinea al termine di un lungo scambio, sulla terza l’azzurra ha qualcosa da recriminare per un errore a metà rete. Fruhvirtova tiene la battuta e poco dopo è chiamata a servire per chiudere la partita sul 5-3. Offre altre due palle del contro break, che l’azzurra, però, non riesce a sfruttare. La partita scivola definitivamente nelle mani delle ceca che chiude 6-3.

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