ATP Madrid: tre spagnoli in semifinale, Nishikori rovina la festa

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ATP Madrid: tre spagnoli in semifinale, Nishikori rovina la festa

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TENNIS ATP MADRID- Delude le attese, quella che doveva essere la partita più bella dei quarti di finale al Master di Madrid. C’è partita solo all’inizio, poi un Nadal straordinario, che pare essersi ritrovato, ha ragione abbastanza agevolmente, in due set, di uno stoico Berdych. In semifinale derby con Bautista Agut che batte in 2 set Giraldo. Ferrer doma un falloso Gulbis e sfiderà domani Nishikori che ha eliminato il quarto spagnolo, Feliciano Lopez, con un doppio 6-4 assicurandosi l’ingresso in top 10.

Nadal: “Ho giocato bene, sfruttato le occasioni e concesso poco”

Nadal: “Mi piacerebbe che ci fosse un Master 1000 in Sudamerica”

Nadal: “La miglior notizia è aver giocato bene: sono stato aggressivo e ho fatto pochi errori”

(1) R. Nadal b. (6) T. Berdych 6-4 6-2 (Andrea Pagnozzi)

Alla Caja Magica di Madrid va in scena il ventunesimo incontro tra lo spagnolo Rafael Nadal e il ceco Thomas Berdych: il primo ha già vinto Madrid tre volte ed è il campione uscente, avendo battuto in finale Wawrinka lo scorso anno; di contro Berdych, che qui ha conquistato una finale nel 2012,  non può che avere un bel ricordo di questo torneo, dato che nel 2006 arrivò l’ultima vittoria sullo spagnolo, prima di 16 sconfitte consecutive. Si giocava però sul cemento indoor e il particolare non è affatto di poco conto.
Il percorso nel torneo di Rafa Nadal è stato abbastanza netto, avendo battuto agevolmente ma senza entusiasmare Monaco  e Nieminen; più avvincente invece quello del ceco, messo in seria difficoltà per un set e mezzo da Dimitrov, ma poi abile a rimontare e a conquistare quello che si palesa come il quarto di finale più nobile della giornata.

Il primo set inizia come da copione: Berdych prova a non farsi agganciare in scambi troppo lunghi e soffre i colpi dello spagnolo, quando questi riesce a mettere i piedi dentro al campo. La pesantezza dei colpi del ceco riesce a scardinare la solida difesa dell’avversario solo a tratti, ma la precisione e l’accelerazione sono peculiarità indispensabili per avere ragione del maiorchino; di contro Nadal tende ad usare poco il back perché non vuole minimamente arretrare e quando è possibile apre il campo sul lato del rovescio dell’avversario, inducendolo all’errore. Le due strategie sono ben conosciute e i primi games scivolano via senza troppi sussulti: da registrare il break annullato da Rafa sullo 0-1 e due gratuiti (uno schiaffo al volo e un lungolinea) del ceco quando invece dovrebbe facilmente chiudere il punto.  Si va quindi sul 2-2 dopo una bella schiacciata di Rafa, che trova anche il tempo per rompere la racchetta a causa del troppo impeto.

Nel quinto gioco sembra possa esserci il primo acuto dello spagnolo, ma il ceco con tre punti consecutivi sale sul 3-2, lasciando l’avversario a 30; colpi stilisticamente inappuntabili per Berdych, che riesce ad avere ragione di due recuperi fantastici da parte di un Nadal indomito, seppur più falloso del solito.
Che lo spagnolo non sia in fiducia in questo periodo, lo si riscontra anche nel game successivo, dove va sotto 0-30 e rimedia un warning, poi recupera sul 40-30 e al momento di chiudere, manda un dritto in rete. Ci pensa poi Berdych, con uno sciagurato dritto in corridoio, a regalargli il punto del 3-3.

Qui lo spagnolo sembra recuperare la solidità dei giorni migliori e, dopo uno scambio lunghissimo, vinto con una prepotente accelerazione con il dritto mancino, si conquista due palle break e alla seconda non fallisce: d’antologia il dritto in corsa fuori dal campo con cui punisce uno stoico Berdych, che fino all’ultimo aveva provato a disimpegnarsi dallo scambio. Primo break e 4-3 Nadal, che servendo con le palle nuove, sale non senza rischi sul 5-3,  lasciando per la prima volta il ceco a zero.

Il primo set scivola dunque sul 6-4 in favore di Nadal, che negli ultimi 3 games, mostra di essersi sorprendentemente ritrovato, giocando il miglior tennis delle ultime settimane; due aces a zero per lo spagnolo, che dimostra anche un’ottima percentuale di prime al servizio e una ritrovata solidità nella manovra.

Nel secondo parziale, Berdych prova subito a sventagliare più volte con il dritto, ma ogni volta che pensa di aver ormai conquistato il punto, irrompe in corsa e di potenza uno spagnolo sempre più in palla e capace di ottenere il break già nel terzo gioco, dopo uno straordinario colpo: un dritto lungolinea dopo uno strettissimo e apparentemente imprendibile cross da parte del ceco. E così, un match che pareva essere più equilibrato del solito, con un Nadal nemmeno all’80% e un Berdych sospinto dalla cabala dell’ultima vittoria del 2006 contro il maiorchino, diventa improvvisamente un match a senso unico. Si giocherà ormai sui turni di servizio dello spagnolo.

A sorprendere in negativo è il dato  fatto registrare da Berdych, che di fatto vede dimezzarsi la percentuale di realizzazione con le prime rispetto al primo set, ma Nadal non approfitta della seconda palla break e affossa in rete il passante che avrebbe potuto portarlo sul 4-1.  Scampato il pericolo Il ceco non demorde e prova a restare attaccato al match, accorciando sul 3-2.
Se tuttavia, nel primo parziale Berdych riusciva a disimpegnarsi meglio dallo scambio, adesso resta spesso schiacciato nel suo angolo del rovescio e non riesce più ad essere propositivo. Nadal sale 4-2 e cambia nuovamente la racchetta.

A differenza dei precedenti incontri, lo spagnolo non cala di rendimento e mantiene costante la profondità dei colpi, mostrando un sempre più preciso dritto lungolinea, l’acume tattico dei giorni migliori e un solidissimo rovescio, con cui ottiene il secondo break del set involandosi sul 5-2. Il gioco seguente poi è solo una formalità e lo spagnolo, bisognoso di accrescere la sua fiducia, sciorina il meglio del suo repertorio tra contropiedi e lungolinea di rara potenza. Chiude infine con il terzo ace un incontro giocato bene dall’inizio(con qualche errore) alla fine (solido e straripante) in poco meno di un’ora e mezza.

Berdych lascia il campo dopo la sconfitta consecutiva n° 17 per mano dello spauracchio spagnolo. Nadal invece conquista la quarta semifinale a Madrid su 5 partecipazioni, da quando si è passati alla terra rossa; ora affronterà il vincente tra la rivelazione Giraldo e l’emergente Bautista Agut ma la sensazione è che questo Nadal ritrovato, dal punto di vista fisico e mentale, possa già mirare dritto al titolo, Ferrer e Nishikori ( unico imbattuto sulla terra rossa) permettendo.

Da registrare infine la vittoria n° 304 del maiorchino sulla terra rossa: a fronte delle sole 26 sconfitte la sua monumentale percentuale di vittorie è del 92.1%.

R. Bautista Agut b (Q) S. Giraldo 6-3 6-4 (Luca De Gaspari)

Roberto Bautista Agut sente l’aria di casa: lo spagnolo, battendo il colombiano Santiago Giraldo con un break per set in 1h27, si garantisce la prima semifinale Masters 1000 della carriera e Lunedì entrerà nei primi 30 giocatori del mondo (sarà almeno N.28 con un balzo di 17 posti in classifica).

I due break che hanno fatto la differenza sono arrivati entrambi nel primo turno turno di servizio del colombiano in ciascuno dei 2 parziali: nel secondo gioco del primo set e nel primo gioco del secondo.

Il match è stato molto equilibrato (le statistiche finali sono speculari) ma Giraldo ha pagato la sua mancanza di cinismo mancando tutte le palle break che ha avuto a disposizione, 6, di cui ben 5 nel secondo set. Nel sesto gioco è stato addirittura recuperato da 0-40 in risposta.

Settimana comunque da ricordare anche per il colombiano con il prestigioso scalpo di Andy Murray. Anche per lui un bel salto di 10 posti in classifica ATP che lo porterà al N.36.

Bautista Agut continua a sognare, ma domani contro Rafael Nadal dovrà stare molto attento se non vuole trasformare il sogno in un incubo, come spesso diventano i match contro di lui su questi campi.

(5) D. Ferrer b E. Gulbis 7-6(3) 6-3 (Luca De Gaspari)

La solidità di David Ferrer piega il talento indisciplinato di Ernests Gulbis nell terzo quarto di finale del Masters 1000 di Madrid. Il giocatore spagnolo si impone in 1h40 dopo che il primo parziale, chiuso al tie-break, è durato praticamente 60 minuti.

Il primo set infatti è stato molto equilibrato anche se è stato pur sempre lo spagnolo ad avere le uniche 2 palle break nella seconda metà del set regolare. Ovviamente è il lettone a fare il gioco producendo quasi 3 volte i vincenti ma anche più del doppio degli errori rispetto al suo avversario. Il dritto di Gulbis rimane troppo titubante e Ferrer è sempre disposto a picchiare sulla ferita.
Si arriva comunque a un decisivo tie-break dove Gulbis ottiene il primo mini-break ma poi perde la bussola perché dal 3-2 per lui, Ferrer infila 5 punti consecutivi per conquistare il primo parziale, comunque non entusiasmente dato che Ferrer ha prodotto poco e Gulbis ha sbagliato troppo.

Il secondo set vede andare via veloci i primi quattro game che seguono i servizi, ma poi Gulbis sembra dare finalmente una svolta al suo match ottenendo il primo break in assoluto. Ferrer mantiene la calma e trova l’immediato controbreak per il 3-3. Scontato a quel punto che la resistenza del lettone si frantumi: gli errori aumentano ancora (saranno 41 a fine match!), Ferrer non aspetta altro e chiude 6-3 al terzo match point (il primo annullato dallo sregolato/geniale lettone, con uno stupendo pallonetto al volo).

Ferrer chiude con le statistiche tipiche del suo lavoro da formica operaia: 12 vincenti e 13 errori (meno di un terzo rispetto al suo avversario). Diventa dunque il terzo spagnolo di giornata a raggiungere le semifinali e non è detto che sia l’ultimo….

(10) K. Nishikori b F. Lopez 6-4 6-4 (SP)

La rincorsa alla tanto agognata top 10 soltanto sognata ma finora non ancora raggiunta da Fabio Fognini è invece riusciata a Kei Nishikori, primo giapponese ad entrare tra i primi dieci giocatori al mondo. “Era uno dei miei obiettivi entrare in top 10”, ha dichiarato Nishikori. “Devo continuare a giocare meglio a tennis e mantenere questa classifica.” Era dal marzo del 2004 che un tennista asiatico non figurava tra i top 10; a quei tempi Paradorn Srichaphan veniva descritto come un “eroe asiatico”, tanto quanto sarà considerato ora Nishikori in patria. Del resto, dalla nascita del ranking datata 1973, il giapponese con la più alta classifica, Shuzo Matsuoka, si era al massimo spinto fino alla 45esima posizione.

Per portare a casa la partita a Nishikori è bastato salvare tre palle break e convertirne due su nove occasioni avute. Ancora imbattuto in questa stagione su terra (9-0), si giocherà l’accesso alla sua seconda finale consecutiva in stagione contro David Ferrer, al loro primo confronto assoluto sul rosso (3-3 nei precedenti).

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