ATP Madrid: Nishikori fa sul serio, rovinata la festa spagnola e la rivincita a Nadal

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ATP Madrid: Nishikori fa sul serio, rovinata la festa spagnola e la rivincita a Nadal

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TENNIS ATP MASTER 1000 MADRID – Il vincitore di Barcellona conferma di essere ormai a livello dei big e – al decimo match point! – sconfigge Ferrer alla fine di un match durissimo: è stata la partita del torneo. Da lunedì sarà il primo giapponese ad entrare tra i primi 10. Nel pomeriggio un ritrovato Nadal aveva vinto la  cinquantesima semifinale consecutiva su terra battuta (50-1). 

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Nishikori b. Ferrer  76(5) 57 63 (SP)

Kei Nishikori non si ferma più. Con una convincente prova di forza il giapponese la spunta sulla lunga distanza sul terreno fertile del nemico, nel match più lungo del torneo durato 2 ore e 56 minuti: David Ferrer deve arrendersi 7-6(5) 5-7 6-3. Per Nishikori si tratta della quattordicesima vittoria consecutiva – Miami compreso, torneo in cui si è ritirato senza scendere in campo -, la decima su terra rossa dove è finora imbattuto. Da lunedì sarà numero 9 del mondo. 

Non succede niente fino al 3-2 Ferrer, con soli quattro punti conquistati da chi è al servizio. E’ nel sesto gioco che lo spagnolo dimostra le sue incredibili capacità d’anticipo colpendo due straordinari passanti che gli valgono il primo break dell’incontro. Indietro 5-2, Nishikori è bravo a restare attaccato a Ferrer nel punteggio e alla prima occasione opera il controbreak sfruttando un calo d’intensità dello spagnolo, autore di tre errori gratuiti nel game. Giunti al tiebreak senza sussulti, il nipponico prende il controllo delle operazioni: sul 5-5 serve un ace, il secondo del set, e nel punto seguente Ferrer mette in rete il dritto consegnando il parziale a Nishikori. Comincia in sordina anche la seconda frazione. Bisogna attendere settimo ed ottavo gioco per assistere ad uno scambio di cortesie tra i due contendenti: break e controbreak e siamo punto e a capo. Nishikori vince un game cruciale che lo proietta sul 5-4. Al servizio, per salvare l’incontro, va Ferrer, che annulla un match point da grande campione: con un ace centrale. Lo spagnolo prende coraggio, si invola sullo 0-40 nell’undicesimo gioco ma vede sfumare quattro palle break prima di strappare finalmente il servizio al giapponese che manda lungo il rovescio. La situazione si capovolge; vicino alla sconfitta, Ferrer rimette in equilibrio la partita portandola al terzo, non senza essersi preso prima un bello spavento: Nishikori non sfrutta due palle del controbreak. Al terzo può succedere tutto ed il contrario di tutto. Ferrer deve mangiarsi le mani per aver fallito due break point sul 2-2, sbagliando prima la risposta (30-40) e poi il dritto. A peggiorare le cose ci si mette l’immediato break Nishikori, arrivato in un momento favorevole per Ferrer e sfavorevole per lui. I tre game successivi sono interlocutori, in attesa che si scateni l’inferno sul 5-3 per il giapponese: in un game durato da solo 17 minuti, dopo quattro palle break salvate e otto match point sciupati (nove in tutto), Nishikori riesce finalmente a portarla a casa grazie all’ultimo dritto di Ferrer terminato a lato.

Ferrer fallisce ancora una volta l’appuntamento con la sua prima finale a Madrid. Già nel 2010 si era fermato in semifinale contro Roger Federer. Nishikori invece chiuderà una splendida settimana disputando la finale contro Rafael Nadal – da cui ha perso sempre nei sei precedenti incontri, l’ultimo quest’anno al quarto turno degli Australian Open -, nella speranza che il problema alla schiena accusato già contro Feliciano Lopez non ne condizioni la prestazione, regalandoci così la possibilità d’assistere ad una degna conclusione di torneo.

Nadal b. Bautista-Agut 64 63 (Ruggero Canevazzi)

Rafael Nadal approda alla finale del Masters 1000 di Madrid al termine di un match molto più impegnativo del previsto, frutto di qualche errore e qualche passaggio a vuoto di troppo e dei meriti di Roberto Bautista-Agut, alla sua prima semifinale in un Masters 1000. Il giocatore di Castellon de la Plana non ha nulla di cui rimproverarsi, avendo interpretato il match seguendo l’unica strategia che poteva dargli un barlume di speranza, ossia fare lui la partita e forzare i colpi al massimo per costringere il mancino di Manacor a giocare lontano dalla riga di fondo e chiudendo gli scambi prima che poteva. Non è il suo gioco naturale, troppo simile a quello di Rafa, ma proprio per questo era l’unico modo per sperare nel miracolo, che non è comunque arrivato per la netta superiorità di Nadal, peraltro lontano da quello ammirato ieri contro Berdych e più simile a quello falloso e a tratti incerto che è stato eliminato sia a Montecarlo che a Barcellona.

Il maiorchino ha comunque avuto il merito di giocare al meglio i punti importanti, da campione quale è, ma rimangono dubbi sul suo attuale livello mentale: passi un primo set con diversi errori, ma farsi rimontare nel secondo parziale da 4-0 40-15 fino al 4-3 non è certo da Rafa Nadal. Il numero uno del mondo ha comunque tutto il tempo per riscattarsi, già domani in finale contro il vincente di Nishikori – Ferrer e poi a Roma e soprattutto al Roland Garros.

Il match parte con una Caja Magica gremita in ogni ordine di posto e orgogliosa di vedere due connazionali protagonisti della prima semifinale, sotto un sole cocente che caratterizza la giornata più calda del torneo.

Nel primo set Nadal centra il break in apertura, alla terza palla break, a causa di un Bautista-Agut che non trova la prima di servizio. Il match segue poi i servizi fino al 3-2 e servizio Nadal, quando il suo avversario si procura una palla per il contro break spingendo col rovescio profondo e logicamente insistendo sul rovescio di Rafa, che ci mette del suo con un doppio fallo: il numero 45 ATP mette alle corde il vincitore di 13 Slam con un gran dritto e un rovescio a chiudere, Nadal lo recupera ma il suo dritto è lungo: 3 pari e tutto da rifare. Il game successivo (il settimo) è il più lungo del match, 7 minuti e 28 secondi per 14 punti giocati, con il campione uscente del torneo che si procura un primo break point con un dritto in corsa vincente dei suoi, l’avversario martella sul rovescio della testa di serie n.1 e lo costringe all’errore, ma al secondo tentativo strappa nuovamente il servizio. Sul 5-3 Nadal si esibisce il un gran colpo, voluto seppur un po’ fortunoso: una veronica giocata con un pallonetto che prende la riga. Al momento di servire per il set sul 5-4 non accusa distrazioni e chiude dopo 50 minuti.

Il secondo parziale sembra molto più agevole per il campione di Palma de Maiorca, che vola 4-0 e 15-40 sul servizio di Bautista-Agut, ma inaspettatamente cala di concentrazione, permettendo al n.45 del ranking di recuperare fino al 3-4, cedendo uno dei due servizi di vantaggio al sesto gioco, a causa del terzo doppio fallo e due colpi che si spengono malamente in rete. Si tratta della conseguenza di un Nadal molto lontano dalla linea di fondo, come nel primo set.

A questo punto però il n.1 capisce che non può più sbagliare, tiene bene il servizio salendo 5-3 e poi chiudendo con un altro break al primo match-point.

Nella finale di domani il maiorchino dovrà tornare al livello mostrato contro Berdych, altrimenti rischia seriamente di perdere da Nishikori. I precedenti tra i due non sono molto incoraggianti per il giapponese, che è sotto 6 a 0 e non vince un set da 6 anni (al Queen’s, sull’erba). Nadal si è imposto l’ultima volta a Melbourne lo scorso gennaio in una partita tiratissima. Se il giapponese recupera e tiene a freno l’emotività  può venir fuoriuna grande partita.

 

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